Péguy contro i taglialegna che hanno reciso le radici dell'umanità
In
questo scritto di inizio '900 il grande autore francese denuncia la
«cenere intellettuale» sparsa ovunque e le demagogie sotto cui stanno
scomparendo le nazioni ...
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questo scritto di inizio '900 il grande autore francese denuncia la
«cenere intellettuale» sparsa ovunque e le demagogie sotto cui stanno
scomparendo le nazioni ...
Una cenere intellettuale è caduta su tutto il mondo. Un atomo di cenere non è nulla e le prime cadute dei primi atomi di cenere furono gioiosamente accolte. Che bei cieli, dicevano, che bei cieli ci fanno queste ceneri che cominciano a cadere.
Ignoranza moderna, provvisoriamente noncuranza, oblio, disconoscimento, amnesia dell'eterno. Indegno successore del grande mondo ellenico. Indegno successore del grande mondo cristiano. (Tra tanti mondi i due soli che abbiamo, provvisoriamente, serbato.) Ma indegno predecessore, di che mondo? (...)
Ciò che colpisce immediatamente ogni anima un po' seria: che un mondo nuovo, veramente degno di questo nome, e di questo nome di mondo e di questo nome di nuovo, che una filosofia nuova, veramente nuova, che un sistema nuovo di vita e di pensiero, di metafisica e d'azione, di morale e d'abbraccio, che un mito nuovo non può introdursi e funzionare, non può inserirsi nella storia del mondo, non può inscriversi nel lignaggio ulteriore eterno, non può inserirsi nel tessuto, vegetale, nell'arborescenza dell'umanità, che un'umanità nuova infine, veramente degna di questo nome di umanità e di questo nome di nuova, non può nascere, vivere e morire, anche nascere male, anche vivere male, anche morire male, non continuando scioccamente, goffamente e nei sentieri che sono ormai dei sentieri di sterilità l'umanità precedente, ma che essa non può nascere, vivere e morire, anche piccinamente, anche umanamente, se non operando, al di sotto di una o più delle sue umanità precedenti, chiaramente al di sotto dell'umanità che le è immediatamente precedente, un disoriginarsi più profondo nelle primordiali risorse della comune umanità.
Una sorta di dilaceramento nelle sue radici, nelle sue risorse più profonde; una sorta di disoriginamento delle fonti e delle risorse ancora insospettate.
L'umanità non procede affatto come credono precisamente questi moderni e c'è bisogno che questi moderni credano precisamente che l'umanità proceda così, voglio dire come credono in effetti che essa proceda, noi mostreremo che questa falsa credenza fa parte integrante, essenziale del loro sistema e della loro metafisica, l'umanità non procede affatto per prolungamenti, aggiunte, assemblaggi, sovraddizionamenti, cominciamenti superficiali e vermicolari, per segmenti messi pezzo a pezzo, penosamente congiunti, contrapposti, giustapposti. (...) L'umanità generalmente non procede affatto, in quest'ordine e in questo senso, per saldature, suture, piombature né per aggiustamenti. Non procede affatto per prolungamenti né ricollegamenti. (...) Più o meno arbitrari. Non si distende affatto come quei binari di strada ferrata, lineari, paralleli, che avanzano, che progrediscono omogenei. (...)
Naturale, procede naturalmente, secondo un metodo, secondo un ritmo naturale. Organica, procede organicamente, secondo un metodo, secondo un ritmo organico; fa specialmente delle crescenze che danno sensibilmente un ritmo vegetale, arborescente. Un'umanità ulteriore, veramente degna di questo nome, di farne, di esserne una di più, dopo tante altre, di figurare, quando è il suo turno, su questo grande calendario dei nomi delle umanità che hanno lasciato un nome, un'umanità ulteriore nominabile non viene alla luce dopo e su un'umanità anteriore se non fa appello a una linfa più profonda, se non fa appello a un ritorno alle origini più profondo nelle comuni fonti di linfa della perpetuamente arborescente umanità.
Traduzione di Marco Settimini
http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/p-guy-contro-i-taglialegna-che-hanno-reciso-radici-1367376.html
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