il vocabolario cristiano, il vocabolario laico
Via Martiri della Libertà a Trieste |
È
il caso della parola "liturgia" che, prima dell'avvento del
Cristianesimo, significava qualsiasi attività compiuta per il bene
sociale. In quel periodo era "liturgia" anche riparare una strada.
L'avvento
del Cristianesimo e la sua affermazione nella società hanno fatto in
modo che per "liturgia" si intendesse la più elevata opera per il bene
sociale: il culto cristiano!
Questo, ovviamente, quando il Cristianesimo aveva la forza d'incidere nella società.
Da
alcuni secoli questa forza si è persa e il Cristianesimo odierno,
soprattutto in Occidente, non ha più capacità d'influire. Subisce,
semmai, influenze ad esso estranee in modo sempre più massivo.
Lo notiamo, ad esempio, dal modo in cui usa il termine "martire".
Nell'epoca
pagana la "martirìa" significava una qualsiasi testimonianza, anche
quella fatta da chi, davanti ad un giudice, voleva scagionare un uomo da
una colpa.
Nei
primi secoli cristiani la "martirìa" per eccellenza divenne la
testimonianza di Cristo da parte di coloro che venivano, perciò,
processati e condannati a morte.
Da
lì in poi, il termine "martire" ha significato prevalentemente, e forse
unicamente!, colui che effonde il proprio sangue per testimoniare
Cristo.
Oggi
al termine "martire" si danno altri significati, decisamente laici: è
"martire" colui che muore per la libertà o per la giustizia in senso
generico e puramente umano.
Che
il mondo laico, lontano dal Cristianesimo, modelli le parole a suo
piacimento non deve meravigliare nessuno ed è cosa che rientra
perfettamente nella norma, esattamente come il Cristianesimo stesso lo
ha fatto a suo tempo.
Ma
che il Cristianesimo assuma acriticamente questa modalità è come
chiedere ad un banchiere che faccia il postino e al postino che faccia
il macellaio. Sono cose completamente fuori posto!
Il peggio è che oggi nessuno se ne accorge e pensa che il fatto sia regolarissimo.
In
tal modo, se qualcuno cerca nel web i nomi di santi e di martiri in un
sito cattolico, finirà per trovare anche qualcosa del genere.
All'interno della sezione "Santi e Beati" esiste una sottosezione di "testimoni" con la qualifica di "martiri della giustizia". Nella fattispecie si riporta il caso di Carlo Alberto Dalla Chiesa.
All'interno della sezione "Santi e Beati" esiste una sottosezione di "testimoni" con la qualifica di "martiri della giustizia". Nella fattispecie si riporta il caso di Carlo Alberto Dalla Chiesa.
Che
questo uomo sia stato un testimone di giustizia in senso laico e che
sia stato perciò stimabile, non ci sono dubbi. Il problema è porlo,
però, in un quadro nel quale ci sono o dovrebbero esserci solo i
testimoni di Cristo i quali hanno una valenza ben diversa. Infatti
a me consta che Carlo Alberto Dalla Chiesa, benché probabilmente buon
cristiano, sia stato ucciso unicamente per questioni di mafia, non di
fede! Mettere
questo stimabile signore in un elenco di santi (il sito si occupa di
questo) è un problema perché indica l'irruzione di una logica unicamente
laica all'interno di un quadro cristiano quando, nei primi secoli
cristiani, avveniva l'esatto contrario.
Con l'esatto contrario, la società non cristiana veniva cristianizzata; oggi, per contro, è la Chiesa ad essere secolarizzata.
Un inizio del genere lo si vide quando Giovanni Paolo II insistette ed ottenne che il francescano padre Kolbe fosse iscritto nell'albo dei martiri, nonostante non fosse stato ucciso in odio alla fede ma per un motivo esclusivamente politico. Si videro, allora, anche i cattolici più tradizionali adeguarsi a questa innovazione che rompeva con un'antica tradizione.
D'altronde, esiste chi, nell'ambito più vasto del Cristianesimo, ha da tempo precorso questa medesima strada.
Con l'esatto contrario, la società non cristiana veniva cristianizzata; oggi, per contro, è la Chiesa ad essere secolarizzata.
Un inizio del genere lo si vide quando Giovanni Paolo II insistette ed ottenne che il francescano padre Kolbe fosse iscritto nell'albo dei martiri, nonostante non fosse stato ucciso in odio alla fede ma per un motivo esclusivamente politico. Si videro, allora, anche i cattolici più tradizionali adeguarsi a questa innovazione che rompeva con un'antica tradizione.
D'altronde, esiste chi, nell'ambito più vasto del Cristianesimo, ha da tempo precorso questa medesima strada.
In tal senso, sfogliando il Prayer Book
della Chiesa anglicana e osservando il calendario liturgico troviamo,
sì, martiri cristiani antichi (ad esempio la martire romana Agnese) ma,
pure, "preti poeti" (George Herbert), "riformatori sociali" (William
Willberforce), "moralisti" (Samuel Johnson). Senz'altro ottime persone,
quest'ultime, ma possono esserlo state ugualmente senza Cristo. Uno può
essere un buon riformatore sociale a prescindere dal Vangelo, questo è
certo! Tuttavia, il Vangelo e la Chiesa e, conseguentemente, l'elenco
dei santi richiederebbero "qualcosina" di più...
Quel "qualcosina" che oramai anche nelle nostre regioni si è perso con il rischio reale di trasformare il Cristianesimo in una dolcificata pappetta umanistica. Anche il vocabolario ecclesiastico, dunque, finisce per seguire i nuovi significati che la società laica gli da ed essere morbidamente e senza dolore mutato, relativizzando, alla fine, la vera "martirìa" in Cristo, unica cosa che costituisce l'essere e il motivo per cui è stata fondata la Chiesa.
Quel "qualcosina" che oramai anche nelle nostre regioni si è perso con il rischio reale di trasformare il Cristianesimo in una dolcificata pappetta umanistica. Anche il vocabolario ecclesiastico, dunque, finisce per seguire i nuovi significati che la società laica gli da ed essere morbidamente e senza dolore mutato, relativizzando, alla fine, la vera "martirìa" in Cristo, unica cosa che costituisce l'essere e il motivo per cui è stata fondata la Chiesa.
http://traditioliturgica.blogspot.it/2017/01/il-vocabolario-cristiano-il-vocabolario.html
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