L’accusa dei cattolici americani:” Obama ordinò la sostituzione di Ratzinger”
di Cesare Sacchetti
su Libero Quotidiano (pag.15) del 02/02/2017
La
guerra tra il Vaticano e l’amministrazione americana potrebbero
presto conoscere un’altra grave crisi. Dall’altra sponda dell’Atlantico è
stata inviata una lettera aperta al Presidente Trump dalla nota rivista
cattolica americana The Remnant,
nella quale si esprime tutta la preoccupazione degli ambienti cattolici
americani rispetto alla chiesa, e si sollevano ombre
inquietanti sull’avvicendamento del 2013 tra Benedetto XVI e Francesco.
Secondo i firmatari della lettera, tra i quali spiccano i nomi di David
Sonnier, tenente colonnello in pensione dell’esercito americano, e di
Christopher Ferrara, il presidente dell’associazione degli avvocati
cattolici americani, “il cambio è stato progettato
dall’amministrazione Obama” e l’abdicazione di Benedetto XVI sarebbe
stata il frutto di fortissime pressioni e ingerenze esterne provenienti
dalla segreteria di Stato USA tra il 2011 e il 2013.
I
sospetti dei cattolici americani vengono dalle ultime rivelazioni di
wikileaks che ha reso pubbliche le email tra il consigliere storico di
Hillary Clinton, John Podesta e Sandy Newman, direttore della rivista
progressista “A voice for change”. Nello scambio email tra i due,
Podesta esprime chiaramente tutta la sua ostilità nei confronti della
Chiesa Cattolica e rivela a Newman di stare attivamente preparando una
sorta di “Primavera Cattolica” all’interno del Vaticano sul modello
delle primavere arabe che hanno portato alla caduta di Gheddafi in Libia
e di Mubarak in Egitto. L’amministrazione dem di Obama-Clinton non ha
mai nascosto la propria ostilità nei confronti di Benedetto XVI,
criticato per l’approccio troppo tradizionalista e conservatore. A
destare sospetti di pressioni esterne è il clima che ha preceduto
l’allontanamento di Ratzinger dal soglio di Pietro.
Secondo
il sito belga Media-Press, dal 1 gennaio 2013 fino al 11 febbraio 2013,
la banca vaticana, lo IOR, è stata estromessa dal sistema di pagamenti
internazionali bancario, noto come sistema Swift. In quell’arco di tempo
all’interno della Santa Sede i bancomat non funzionavano e non era
possibile eseguire pagamenti. Deutsche Bank, incaricata di gestire il
funzionamento dei bancomat del Vaticano, ritirò i propri servizi con la
motivazione ufficiale che il comitato di esperti sulla valutazione delle
misure antiriciclaggio, noto come Moneyval, aveva ritenuto lo IOR
inadempiente agli standard antiriciclaggio stabiliti dal comitato. Il
Financial Times stesso riportò il fatto nel dicembre del 2013 elogiando
la decisione di Deutsche Bank che portò “ dal 1 gennaio 2013 alla
chiusura dei bancomat all’interno della Santa Sede”. Il giorno dopo le
dimissioni di Benedetto XVI, il 12 febbraio 2013, il Vaticano raggiunge
un accordo con una banca svizzera per ripristinare il funzionamento dei
bancomat e di altre transazioni bancarie, nonostante non risultino
esserci stati sostanziali cambiamenti nelle politiche dello IOR.
La tesi adombrata da The Remnant
è quella di un vero e proprio golpe partito da Washington e appoggiato
dai gruppi progressisti americani finanziati da Soros, in complicità con
ambienti vaticani vicini al gruppo dei cardinali Danneels, Martini e
Kasper noti per appartenere alla “mafia di San Gallo”, dal nome della
località svizzera nella quale si riunivano e dove hanno preparato con
largo anticipo l’elezione di Papa Bergoglio, come rivelato da M.
Tosatti.
I cardinali di San Gallo spingevano per una radicale riforma
della Chiesa in senso progressista, e avevano individuato un potenziale
sostituto di Ratzinger, sotto osservazione
dei servizi segreti americani già dal 2005. Ora i cattolici americani
nella loro lettera pongono otto interrogativi su questi inquietanti
collegamenti tra l’amministrazione Obama e il gruppo di San Gallo, e
chiedono a Trump di fare luce su tutto questo.
https://medium.com/@cesaresacchetti83/laccusa-dei-cattolici-americani-obama-ordin%C3%B2-la-sostituzione-di-ratzinger-33b6348a8dbb#.rexwq2lwi
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