Guido Schaffer,
“l’Angelo surfista”
che «operava conversioni e miracoli
fra i poveri»
Si è aperto mercoledì scorso il processo di beatificazione di un
giovane medico morto cinque anni fa, all’età di 34 anni, mentre faceva surf. La
devozione a Guido
Vidal Franca Schaffer, nato il 22 maggio del 1974 a Volta
Redonda, vissuto a Rio de Janeiro e soprannominato “Angelo surfista”, si è
diffusa in tutto il Brasile subito dopo la scomparsa, il primo maggio del 2009,
per via dei fatti straordinari e miracolosi legati alla sua breve esistenza.
DALLA CARRIERA
AGLI ULTIMI. Guido, cresciuto in una
famiglia cattolica, ha sempre amato trascorrere il suo tempo libero sulle
spiagge di Rio, affascinato dall’Oceano che, come diceva spesso agli amici, gli
faceva percepire con forza la presenza di Dio. L’altra sua passione, la cura degli
altri, ereditata dal padre medico, divenne la sua professione. Dopo la
specializzazione in medicina generale qualcosa cambiò in lui. Folgorato da un
passo bibilico («non distogliere lo sguardo da ogni povero e Dio non
distoglierà da te il suo»), sebbene avviato verso una promettente carriera
decise di intraprendere una nuova strada. «Gesù aiutami a prendermi cura dei
poveri», disse sentendo crescere in sé una nuova vocazione. Dopo aver
incontrato le Missionarie della Carità dell’ordine della santa Madre Teresa di
Calcutta, iniziò con loro a raccogliere gli indigenti per strada. Come ha
testimoniato suor Caritas, Guido curava i corpi «unicamente preoccupato di
salvare le anime».
Aiutato da Karl Josef Romerm, vescovo ausiliario della diocesi di Rio de Janeiro, nel 2002 cominciò gli studi per diventare sacerdote, lasciando il lavoro e dedicandosi esclusivamente al volontariato fra i poveri. Dotato di una memoria straordinaria, si dice sapesse citare a memoria le scritture, cosa che faceva mentre curava i malati, invitandoli a unirsi nella preghiera con lui.
Aiutato da Karl Josef Romerm, vescovo ausiliario della diocesi di Rio de Janeiro, nel 2002 cominciò gli studi per diventare sacerdote, lasciando il lavoro e dedicandosi esclusivamente al volontariato fra i poveri. Dotato di una memoria straordinaria, si dice sapesse citare a memoria le scritture, cosa che faceva mentre curava i malati, invitandoli a unirsi nella preghiera con lui.
CAMBIAMENTI
REPENTINI. Fra le testimonianze
contenute nella sua biografia quella di un amico spiega bene
il suo entusiasmo «nel servire la Chiesa di Dio». Anche quando «gli altri gli
creano difficoltà», anche quando «veniva criticato e perseguito, non vacillava,
al contrario era felice di essere assimilato a Cristo anche in questo». Pur
lavorando tutto il giorno, Guido pregava sempre la Madonna a cui si era
consacrato, digiunava e partecipava alla Messa quotidiana cercando di trovare
sempre il tempo «per le sue preghiere personali».
Secondo le testimonianze raccolte, un giorno, proprio mentre recitava il rosario fra i pazienti, un uomo travestito e affetto da Hiv decise di abbandonare la sua vita promiscua per convertirsi. «Non era battezzato – ha raccontato un amico. Un sabato, in presenza di sua madre, che piangeva tanto, ricevette dalle mani di fra Anselmo il battesimo, l’unzione degli infermi e la comunione».
Secondo le testimonianze raccolte, un giorno, proprio mentre recitava il rosario fra i pazienti, un uomo travestito e affetto da Hiv decise di abbandonare la sua vita promiscua per convertirsi. «Non era battezzato – ha raccontato un amico. Un sabato, in presenza di sua madre, che piangeva tanto, ricevette dalle mani di fra Anselmo il battesimo, l’unzione degli infermi e la comunione».
GUARIGIONI
IMMEDIATE. Un evento miracoloso che
dovrà essere vagliato e verificato riguarda la guarigione di una donna che non
poteva più camminare a causa di problemi neurologici. Guido la invitò a
«pregare il rosario e chiedere la grazia che desideri tanto». Pochi giorni dopo
quella donna riuscì a recarsi a Messa sulle sue gambe.
Un altro episodio riguarda un uomo gravemente malato, cui il ragazzo consigliò di confessarsi. Davanti al rifiuto di quello, Guido spiegò che tutti abbiamo bisogno del perdono di Dio per i nostri peccati. E, lasciandolo sconcertato, iniziò a elencare i propri. Fu così che quell’uomo tornò alla fede, si confessò, ricevette la Comunione e l’unzione degli infermi. Una settimana dopo, guarì e fu dimesso dall’ospedale.
Un altro episodio riguarda un uomo gravemente malato, cui il ragazzo consigliò di confessarsi. Davanti al rifiuto di quello, Guido spiegò che tutti abbiamo bisogno del perdono di Dio per i nostri peccati. E, lasciandolo sconcertato, iniziò a elencare i propri. Fu così che quell’uomo tornò alla fede, si confessò, ricevette la Comunione e l’unzione degli infermi. Una settimana dopo, guarì e fu dimesso dall’ospedale.
«IL PUNTO È DIO». Le guarigioni e le conversioni operate dal seminarista sono
innumerevoli, non solo fra i poveri. Non si contano, infatti, le testimonianze
di giovani o anziani battezzati grazie all’incontro con lui. Perché il punto
per Guido era uno solo, come ha testimoniato suor Caritas: «Condurre tutti a un
incontro personale con Cristo. Per questo non risparmiava sforzi. Di fatto,
tutto il suo dialogo era con Lui e a Lui diretto. Non perdeva alcuna
opportunità per proclamarlo». Persino sull’oceano fra i surfisti dove morirà un
anno prima di essere ordinato sacerdote.
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