lunedì 17 novembre 2014

Il gender

A proposito della lettera della curia milanese agli insegnanti di religione
Marco Invernizzi



Care amiche, cari amici
Una riflessione su quanto accaduto a proposito della lettera inviata dall'ufficio scuola della curia milanese ai seimila insegnanti di religione della diocesi dove venivano invitati a rispondere alla domanda su eventuali iniziative nella propria scuola a proposito dell'ideologia gender. Per prima cosa vorrei invitarvi ad ascoltare l'intervista dell'arcivescovo Scola pubblicata sul sito chiesadimilano.it. Mi sembra esaustiva e può essere riassunta nel titolo che la presenta:"Chiediamo scusa del modo, ma vogliamo dire la nostra opinione sulla sessualità". L'arcivescovo sostiene che l'intenzione non era quella di schedare ma di conoscere la situazione nelle scuole milanesi, premessa necessaria per intervenire ed esprimere la posizione della Chiesa sulla differenza fondamentale fra i maschi e le femmine che viene negata dall'ideologia gender.
A qualcuno è spiaciuta questa richiesta di scuse che sembra una forma di sudditanza nei confronti del politicamente corretto, cioè dell'ideologia dominante. Anch'io ho avuto questa impressione. Se però ascoltate tutta l'intervista apprezzerete anche la grande pazienza del cardinale nel non accettare la dinamica dello scontro insito nelle domande dei giornalisti e la fermezza nel ribadire la posizione della Chiesa sulla differenza sessuale. Va inoltre tenuto presente il contesto, con i militanti lgbt che volevano entrare in Arcivescovado, respinti con la forza dalla polizia in assetto antisommossa e il clima di violenza verbale e psicologica sollevato dalla stampa laicista.
A questo punto alcune considerazioni, dopo il raffreddarsi delle emozioni e delle polemiche.
1. La Chiesa è intervenuta in ritardo sul tema dell'omosessualità, ha detto il cardinale. Verissimo. Lo stesso ritardo avviene sull'ideologia gender che da molti anni sta penetrando nelle coscienze, avvelenandole. Da oltre dieci anni esiste, proprio nella diocesi ambrosiana, Obiettivo Chaire, che si occupa non soltanto di spiegare che cosa è l'ideologia di genere, ma anche di accompagnare spiritualmente e psicologicamente tutte le persone con disagi legati alla sessualità che lo desiderano. Realtà come Obiettivo Chaire meriterebbero di essere valorizzate. Non vorrei che questo "incidente" rallentasse ulteriormente la presa d'atto che esiste il grave problema dell'ideologia gender che viene insegnata in ogni modo possibile e che deve essere spiegata e contraddetta ai giovani e agli adulti cattolici. Tuttavia bisogna avere pazienza e sapere aspettare, senza esasperare i toni e innestare polemiche che servono soltanto ai nemici della Chiesa.

2. La Chiesa ha dei nemici? Questo punto è importante. La nuova evangelizzazione consiste soprattutto nel presentare le verità della fede e del diritto naturale a un uomo nichilista e disperato, quale è l'uomo contemporaneo. Nessuna aggressività quindi, e molta serenità. Questo però non vuol dire che chi propone l'ideologia di genere, così come chi professava le ideologie del XX secolo, sia semplicemente uno che sta prendendo un granchio. Chi opera contro il matrimonio e la famiglia, per strapparli dalla centralità che avevano e hanno ancora nella vita pubblica dell'Occidente, si oppone al disegno di Dio sull'uomo e al principio di realtà, che ci manifesta dove nascono e come vengono educati i bambini. Chi combatte la famiglia lo fa sulla scia di una storia che dura da due secoli almeno. Per duecento anni hanno preso dei granchi? Oppure tutto questo manifesta un'antica inimicizia contro l'uomo, pur lasciando a Dio il giudizio sulle singole coscienze? Bisogna dunque essere consapevoli che la Chiesa ha dei nemici che da secoli, sotto diversi nomi, operano per sottrarre la società all'influenza del cristianesimo. Se così stanno le cose non basta un dialogo, non basta non urtare e non contrapporsi, ma bisogna avere la consapevolezza che esiste un disegno contro la famiglia, con attori protagonisti che hanno un nome e un cognome. E di conseguenza bisogna aiutare i cattolici che frequentano le parrocchie e i giovani che vanno a scuola a comprendere la portata dell'aggressione a cui la famiglia viene sottoposta insieme all'attenzione piena di affetto e di carità che bisogna avere nei confronti di chi vive con disagio la propria identità sessuale. È importante che questi due aspetti, l'accoglienza verso le persone omosessuali e la fedeltà all'insegnamento della Chiesa, non vengano isolati e contrapposti. Il Catechismo ci insegna l'una e l'altra cosa, et et.

3. Terza cosa su cui riflettere sono gli insegnanti di religione. Ce ne sono alcuni autenticamente coraggiosi, che entrano in classi difficilissime e spesso vengono umiliati da colleghi e studenti cui non sempre riescono a tenere testa. Vanno aiutati a formarsi, e questo mi sembra fosse l'intenzione della lettera della Curia all'origine di questo scandalo. Tuttavia non bisogna dimenticare che ve ne sono altri che passano le lettere a Repubblica. Sono gli stessi verosimilmente che insegnano nelle loro classi cose diverse dal Magistero, con maggiore o minore consapevolezza.
Bisogna dunque trovare occasioni per riflettere su questi temi e in particolare sull'ideologia gender. Una in particolare è imminente e particolarmente significativa. Vi invitiamo a partecipare e a estendere l'invito a tutti gli insegnanti di religione che conoscete perché certamente ricaveranno un beneficio dall'ascolto della presentazione del libro di Marguerite Peeters, Il gender. Una questione politica e culturale, San Paolo 2014 che appunto verrà presentato a Milano, alle ore 15, presso la Galleria San Fedele, in via Hoepli, sabato 29 novembre da me e dal medico infettivologo Chiara Atzori, di Obiettivo Chaire. Nell'occasione Raffaella Frullone presenterà la rete delle Sentinelle in Piedi.
Marco Invernizzi

http://www.comunitambrosiana.org/index.php/615-a-proposito-della-lettera-della-curia-milanese-agli-insegnanti-di-religione

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