A proposito della lettera della curia milanese agli
insegnanti di religione
Marco Invernizzi
Care amiche, cari amici
Una
riflessione su quanto accaduto a proposito della lettera inviata dall'ufficio
scuola della curia milanese ai seimila insegnanti di religione della diocesi
dove venivano invitati a rispondere alla domanda su eventuali iniziative nella
propria scuola a proposito dell'ideologia gender. Per prima cosa vorrei
invitarvi ad ascoltare l'intervista dell'arcivescovo Scola pubblicata sul sito
chiesadimilano.it. Mi sembra esaustiva e può essere riassunta nel titolo che la
presenta:"Chiediamo
scusa del modo, ma vogliamo dire la nostra opinione sulla sessualità".
L'arcivescovo sostiene che l'intenzione non era quella di schedare ma di
conoscere la situazione nelle scuole milanesi, premessa necessaria per
intervenire ed esprimere la posizione della Chiesa sulla differenza
fondamentale fra i maschi e le femmine che viene negata dall'ideologia gender.
A qualcuno è spiaciuta questa richiesta di
scuse che sembra una forma di sudditanza nei confronti del politicamente
corretto, cioè dell'ideologia dominante. Anch'io ho avuto questa impressione.
Se però ascoltate tutta l'intervista apprezzerete anche la grande pazienza del
cardinale nel non accettare la dinamica dello scontro insito nelle domande dei
giornalisti e la fermezza nel ribadire la posizione della Chiesa sulla
differenza sessuale. Va inoltre tenuto presente il contesto, con i militanti
lgbt che volevano entrare in Arcivescovado, respinti con la forza dalla polizia
in assetto antisommossa e il clima di violenza verbale e psicologica sollevato
dalla stampa laicista.
A questo punto alcune considerazioni, dopo
il raffreddarsi delle emozioni e delle polemiche.
1. La Chiesa è intervenuta in ritardo sul tema dell'omosessualità,
ha detto il cardinale. Verissimo. Lo stesso ritardo avviene sull'ideologia
gender che da molti anni sta penetrando nelle coscienze, avvelenandole. Da
oltre dieci anni esiste, proprio nella diocesi ambrosiana, Obiettivo Chaire,
che si occupa non soltanto di spiegare che cosa è l'ideologia di genere, ma
anche di accompagnare spiritualmente e psicologicamente tutte le persone con
disagi legati alla sessualità che lo desiderano. Realtà come Obiettivo Chaire
meriterebbero di essere valorizzate. Non vorrei che questo
"incidente" rallentasse ulteriormente la presa d'atto che esiste il
grave problema dell'ideologia gender che viene insegnata in ogni modo possibile
e che deve essere spiegata e contraddetta ai giovani e agli adulti cattolici.
Tuttavia bisogna avere pazienza e sapere aspettare, senza esasperare i toni e
innestare polemiche che servono soltanto ai nemici della Chiesa.
2. La Chiesa ha dei nemici? Questo punto è
importante. La nuova evangelizzazione consiste soprattutto nel presentare le
verità della fede e del diritto naturale a un uomo nichilista e disperato,
quale è l'uomo contemporaneo. Nessuna aggressività quindi, e molta serenità.
Questo però non vuol dire che chi propone l'ideologia di genere, così come chi
professava le ideologie del XX secolo, sia semplicemente uno che sta prendendo
un granchio. Chi opera contro il matrimonio e la famiglia, per strapparli dalla
centralità che avevano e hanno ancora nella vita pubblica dell'Occidente, si
oppone al disegno di Dio sull'uomo e al principio di realtà, che ci manifesta
dove nascono e come vengono educati i bambini. Chi combatte la famiglia lo fa
sulla scia di una storia che dura da due secoli almeno. Per duecento anni hanno
preso dei granchi? Oppure tutto questo manifesta un'antica inimicizia contro
l'uomo, pur lasciando a Dio il giudizio sulle singole coscienze? Bisogna dunque
essere consapevoli che la Chiesa ha dei nemici che da secoli, sotto diversi
nomi, operano per sottrarre la società all'influenza del cristianesimo. Se così
stanno le cose non basta un dialogo, non basta non urtare e non contrapporsi,
ma bisogna avere la consapevolezza che esiste un disegno contro la famiglia,
con attori protagonisti che hanno un nome e un cognome. E di conseguenza
bisogna aiutare i cattolici che frequentano le parrocchie e i giovani che vanno
a scuola a comprendere la portata dell'aggressione a cui la famiglia viene
sottoposta insieme all'attenzione piena di affetto e di carità che bisogna avere
nei confronti di chi vive con disagio la propria identità sessuale. È
importante che questi due aspetti, l'accoglienza verso le persone omosessuali e
la fedeltà all'insegnamento della Chiesa, non vengano isolati e contrapposti.
Il Catechismo ci insegna l'una e l'altra cosa, et et.
3. Terza cosa su cui riflettere sono gli
insegnanti di religione. Ce ne sono alcuni autenticamente coraggiosi, che
entrano in classi difficilissime e spesso vengono umiliati da colleghi e
studenti cui non sempre riescono a tenere testa. Vanno aiutati a formarsi, e
questo mi sembra fosse l'intenzione della lettera della Curia all'origine di
questo scandalo. Tuttavia non bisogna dimenticare che ve ne sono altri che
passano le lettere a Repubblica.
Sono gli stessi verosimilmente che insegnano nelle loro classi cose diverse dal
Magistero, con maggiore o minore consapevolezza.
Bisogna dunque trovare occasioni per
riflettere su questi temi e in particolare sull'ideologia gender. Una in
particolare è imminente e particolarmente significativa. Vi invitiamo a
partecipare e a estendere l'invito a tutti gli insegnanti di religione che
conoscete perché certamente ricaveranno un beneficio dall'ascolto della
presentazione del libro di Marguerite Peeters, Il gender. Una questione politica e culturale,
San Paolo 2014 che appunto verrà presentato a Milano, alle ore 15, presso la
Galleria San Fedele, in via Hoepli, sabato 29 novembre da me e dal medico
infettivologo Chiara Atzori, di Obiettivo Chaire. Nell'occasione Raffaella
Frullone presenterà la rete delle Sentinelle in Piedi.
Marco Invernizzi
http://www.comunitambrosiana.org/index.php/615-a-proposito-della-lettera-della-curia-milanese-agli-insegnanti-di-religione
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