Pregare per le Anime del Purgatorio
Dall'ultimo libro di Antonio Socci : " Tornati dall’Adilà
"(Rizzoli).
«Un caso clamoroso fu quello
avvenuto a Montefalco, nell’arcidiocesi di Spoleto.
Qui, in un periodo che va dal
settembre 1918 al novembre dell’anno successivo, il monastero delle clarisse di
San Leonardo fu visitato per ventotto volte da un misterioso straniero.
Successivamente è stato
riconosciuto in questo fatto la manifestazione di un’anima purgante.
Costui ogni volta lasciava 10
lire di elemosina, chiedeva preghiere e se ne andava senza farsi vedere e senza
rispondere alle domande sulla sua identità rivoltegli dalla badessa suor Maria
Teresa di Gesù.
La prima volta l’accaduto parve
strano alle suore, ma fu presto dimenticato.
Tuttavia, con il passare del
tempo e il ripetersi periodico del fatto, le suore cominciarono a interrogarsi
con leggera inquietudine, tanto più che spesso la visita si accompagnava ad
altre stranezze.
Un giorno, per esempio, la
badessa stava riposando quando venne svegliata da una voce fuori dalla sua
stanza che l’avvertiva che avevano suonato alle porte del convento, quindi
scese e raccolse la solita offerta di 10 lire.
Quando poi però chiese alle suore
chi di loro l’avesse svegliata, risultò che non era stata nessuna di
queste.
Presa da timore crescente, una
volta la badessa pensò bene di far ripetere una giaculatoria allo sconosciuto,
temendo che si trattasse di una manifestazione diabolica, ma costui la ripeté
senza problemi.
Finché, quando il 3 ottobre 1919
lo straniero si presentò nuovamente, la badessa decise di rifiutare recisamente
l’ennesima offerta di 10 lire.
Fu allora che questo,
supplicandola di accettare, rivelò di essere un’anima purgante, che da
quarant’anni stava scontando la pena per aver dissipato beni
ecclesiastici.
Allora le suore cominciarono a
pregare e a dire messe per la sua salvezza, finché nel novembre 1919 avvenne
l’ultima manifestazione dell’anima che annunciava loro di essere finalmente in
Paradiso e le ringraziava per aver accorciato la sua pena.
La badessa, felice della notizia,
gli chiese di pregare per la sua comunità e per i suoi genitori, se erano in
Purgatorio.
Al termine di questi fatti
l’arcivescovo di Spoleto, monsignor Pacifici, nel luglio 1921 costituì il
tribunale per il processo canonico che si tenne dal 27 luglio fino al giorno 8
agosto.
Gli atti contenenti la
deposizione di dodici testi sono conservati nell’Archivio della Curia
Arcivescovile di Spoleto.
L’esito del processo è stato
positivo, sebbene per ragioni contingenti non sia stata emanata sentenza.
La sacrestia dove l’anima si era
manifestata divenne cappella dedicata al suffragio delle anime purganti, in
particolare di quelle dei sacerdoti, ed è tuttora luogo di grande
devozione».
Fonte : Il Timone
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