Il fumo di Satana
ANTICATTOCOMUNISMO
Presenze, assenze e sorprese del sinodo in arrivo
di Sandro Magister
Tra i quasi duecento membri del prossimo sinodo sulla famiglia ve ne sono 26 nominati personalmente da papa Francesco, tra cui 14 cardinali, ben 5 dei quali con più di ottant’anni.
È quest’ultima una novità senza precedenti, come ha mostrato Gianni Cardinale su “Avvenire” del 10 settembre. Nei sinodi del 2012 e del 2008 di cardinali ultraottantenni ve ne fu uno solo, e appena due nel sinodo del 2005.
Per Francesco, quindi, l’età avanzata non è un limite. E non a torto. I cinque vegliardi da lui voluti al sinodo sono tutt’altro che personaggi in quiescenza. Basti dire che tra loro c’è il cardinale Walter Kasper, cioè proprio colui che ha immesso più dinamite nella fase pre-sinodale, con la proposta di far cadere il divieto della comunione eucaristica ai cattolici divorziati risposati civilmente.
Si sa che Francesco personalmente pende dalla parte di Kasper. E infatti tra i cinque ultraottantenni non ha mancato di convocare anche il belga Godfried Danneels, il cardinale che già nel sinodo del 1999, assieme al collega Carlo Maria Martini, si era espresso a favore della comunione ai risposati.
Ma a bilanciamento di questi due, va anche detto che il papa ha voluto al sinodo due altri cardinali ultraottantenni notoriamente schierati su posizioni contrarie: l’italiano Elio Sgreccia e lo spagnolo Fernando Sebastián Aguilar, quest’ultimo autore della prefazione a un recente saggio del cardinale Gerhard L. Müller, prefetto della congregazione per la dottrina della fede, di netta contrapposizione alle tesi di Kasper.
Tra i cardinali con meno di ottant’anni designati dal papa vi sono inoltre Carlo Caffarra e Angelo Scola, anch’essi in disaccordo con Kasper, specie il primo, uscito più volte allo scoperto con agguerrite argomentazioni in difesa del “no” alla comunione ai risposati.
Caffarra, prima di diventare arcivescovo di Bologna, era stato preside dell’Istituto internazionale per il matrimonio e la famiglia fondato da Giovanni Paolo II presso la Pontificia Università Lateranense.
Inaspettatamente, però, tra gli esperti chiamati a collaborare alla segreteria del sinodo, non figura nessun membro di tale istituto. Un vuoto che stupisce, trattandosi dell’organismo d’istituzione pontificia più attinente al tema che il sinodo è chiamato a discutere.
Così come sorprende la mancata convocazione del cardinale Camillo Ruini, che da presidente della conferenza episcopale italiana è stato protagonista di memorabili battaglie proprio sulle questioni della famiglia.
Altre assenze inattese sono quelle di due degli otto cardinali del “consiglio della corona” del papa: il cileno Francisco Javier Errázuriz Ossa e lo statunitense Sean P. O’Malley. Così come la mancata chiamata del cardinale arcivescovo di Toronto Thomas Collins, anche lui uscito allo scoperto contro le tesi di Kasper.
Era scontato, invece, che Francesco chiamasse al sinodo il suo pupillo argentino, l’arcivescovo Víctor Manuel Fernández, rettore della Pontificia Università Cattolica di Buenos Aires.
Ma la sorpresa è nel ruolo che il papa gli ha assegnato, quello di vicepresidente, al fianco del cardinale Gianfranco Ravasi, della commissione incaricata di scrivere il messaggio finale del sinodo.
La scorsa estate Fernández era stato il più intimo sodale di Francesco nella scrittura della “Evangelii gaudium”.
© Settimo Cielo (10 settembre 2014)