GAYA PAGLIACCIATA
di Paolo Maria Filipazzi
Apprendiamo dal sito “Notizie Pro Vita” il
lieto annunciodelle nozze fra Travish McIntosh e Matt McCormick,
entrambi maschi, che hanno detto il fatidico “Si” il 12 settembre 2014 a
Dunedin in Nuova Zelanda. A loro le nostre migliori felicitazioni.
No, tranquilli, non siamo impazziti. Il
fatto è che il “matrimonio” fra Travish e Matt è molto, ma molto
particolare: i due, infatti, non si amano, anzi, non sono neppure omosessuali.
Il loro sarà il primo matrimonio fra eterosessuali dello stesso sesso. Galeotto
fu il concorso “The Edge Radio Station”, che mette in palio un viaggio
in Gran Bretagna in occasione della prossima Coppa del Mondo di rugby che ivi
si terrà l’anno prossimo. Il problema è che tale concorso è riservato alle
coppie sposate. Ecco, allora, che i due amici hanno deciso per il grande passo.
Eppure, non tutti, inspiegabilmente,
sembrano accodarsi ai festeggiamenti. Le associazioni omosessuali, per esempio, sono su tutte le
furie. Per esempio, un tal Neil Ballantine, della “Otago University Students’
Association Queer” ha tuonato che tale matrimonio è un “insulto”. A sua detta,
infatti, la battaglia per il matrimonio dello stesso sesso era stata
combattuta solo per i gay.
Come, come? E dove è finita tutta la
retorica dei nuovi diritti, delle nuove libertà, offerte a tutti? Adesso si
scopre che il matrimonio fra persone dello stesso sesso era solo un privilegio
per una cerchia ristretta? Ma
come, signor Ballantine, ma non lo sapeva che, da che mondo è mondo, il
matrimonio combinato è sempre stato praticato? Quanta gente si è sempre sposata
per interesse? Ha minimamente idea di quante signore si siano trovate
a dividere, ahiloro, il letto con un consorte un po’ frou-frou e quanti uomini
abbiano dovuto, loro malgrado, constatare che la loro mogliettina preferiva la
migliore amica a loro? Possibile che davvero non se lo aspettasse, che ci
sarebbero stati uomini che avrebbero sposato altri uomini solo per vincere un
concorso, persone che avrebbero diviso il letto con persone dello stesso sesso
pur essendo eterosessuali? Ma signor Ballantine, in che mondo vive? Se lo lasci
dire: lei proprio non è un buon conoscitore dell’umana natura.
E poi, mi scusi, dovrei chiederle un
chiarimento: in base a quello che lei dice, ne deduco che si dovrebbe
ora introdurre una nuova norma di legge che riserva ai soli omosessuali la
possibilità di usufruire dell’istituto. Ma come si fa a capire a priori se uno
che vuole sposare una persona dello stesso sesso è davvero gay, a meno che non
lo dica egli stesso, come i novelli sposini neozelandesi? Gli si fa firmare
una dichiarazione giurata, paventando conseguenze penali se ha dichiarato il
falso? Gli si fa la fatidica prova del campanello, di cui parlano tante
barzellette? Ma si, facciamo così: un bel campanello legato al membro, si fa
entrare un bel maschione nerboruto e se il campanello suona si da il nulla osta
al matrimonio. Se non suona, cartellino giallo e si fa entrare un’avvenente e
provocante fanciulla. Se a quel punto, il campanello si mette ad andare
all’impazzata, cartellino rosso e a casa senza matrimonio! E poi, mi scusi,l’identità
sessuale non era mica mutevole, sicchè un uomo sposato con una donna può
diventare gay di punto in bianco? Ed allora, perché un uomo sposato con un uomo
non potrebbe diventare gay dopo il matrimonio? Boh…
Evidentemente, mister Ballantine non
deve avere questo grande senso dell’umorismo. Non pago di quanto riportato più
sopra, egli ha sbraitato: “Questo evento banalizza ciò per cui abbiamo
combattuto”. Ecco, forse il punto sta proprio qui. La verità è che
Travish e Matt sono forse i primi al mondo a trattare il matrimonio omosessuale
per ciò che è effettivamente: una delle tante sfaccettature dell’atavica
tentazione dell’uomo ad escogitare cialtronate. Perché, alla fin fine,
l’idea che due uomini si sposino cos’è se non uno dei massimi prodotti della
cialtroneria di tutti i tempi? I gay tremano: una risata fragorosa
potrebbe travolgere tutte le loro battaglie in un colpo solo. Per
quanto ci riguarda, abbiamo già iniziato a ridere.
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