Il destino amaro della Fede in occidente
Propongo un lucido scritto che suonerà a taluni un po' antipatico ma che mette il dito nel grosso problema del nostro mondo cristiano: la spiritualità a cui non viene data esauriente e reale risposta. Il grande spettacolo religioso non è fatto per dare risposte profonde! Il destino della spiritualità in Occidente risulta ancora amaro. Ecco la vera radice della decadenza delle sue forme liturgiche ...
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Oggi Papa Wojtyla è stato canonizzato a
soli sei anni dalla sua morte. Un caso unico nella storia della Chiesa che in
queste faccende è sempre stata tradizionalmente cauta. Il popolo lo voleva
'Santo subito'.
Ma trascorso lo spirito dell'epoca,
avido di fretta, di 'eventi', di spettacolo. E si fa sentire, prepotente, il bisogno di
un ritorno a quei valori religiosi o comunque a dei valori che la società laica
non ha saputo dare. Mentre la popolarità di Wojtyla è andata sempre
crescendo, fino all'apoteosi della sua morte, nello
stesso tempo, sono crollate le vocazioni (crisi del sacerdozio e degli ordini
monacali) e la fede, almeno in Occidente, si è intiepidita fino a ridursi, in
molti casi, a una vuota forma. Come si spiega questo duplice paradosso? Con una
situazione strutturale della società contemporanea estremamente negativa per il
magistero spirituale della Chiesa.
In linea generale la crisi della
Chiesa in Occidente deriva dal fatto che il mondo industrializzato si è da
tempo desacralizzato. Quando Nietzsche a metà dell'Ottocento proclama "la
morte di Dio" non fa che constatare che il senso del sacro è morto nella
coscienza dell'uomo occidentale. Un mondo che, come il nostro, si organizza
intorno alla produzione, al consumo, al mercato di oggetti materiali o
mercifica e commercializza anche ciò che è spirituale, che fa dell'economia e
della tecnica i suoi punti di assoluto riferimento, togliendo all'uomo quella
centralità che aveva invece nel Medioevo europeo e cristiano, non può partorire
valori, tanto meno religiosi. La Chiesa però non è stata capace di intercettare
le contro spinte che nascevano da questa situazione, le esigenze spirituali
che, sia pur ancora minoritarie, si rifacevano vive dopo l'orgia della
razionalizzazione. Perchè proprio nel momento in cui era necessario fare il
contrario la Chiesa ha preferito seguire l'onda e si è a sua volta
mondanizzata. Invece di opporsi ai tempi li ha cavalcati, nella speranza di non
perdere del tutto il contatto coi propri fedeli. Questo calcolo si è rivelato
sbagliato. Una Chiesa che si mondanizza, che partecipa al dibattito pubblico,
sociale e politico vi ha forse qualche influenza e un indubbio ritorno
mediatico ma quanto guadagna in pubblicità perde in presa spirituale. Del mondo
ne abbiamo fin sopra i capelli e non sentiamo certo il bisogno che a esso si
aggiunga e si sovrapponga un Ente che ha come compito istituzionale quello di
curare le anime, per chi crede alla loro esistenza. Ecco perchè sempre più
spesso in Occidente molti si rivolgono verso le religioni orientali, il
buddismo, l'islamismo oppure si lasciano attrarre dai fenomeni di quella che
viene chiamata la 'New Age', dall'esoterismo, dalla magia, dall'occultismo, dal
satanismo o addirittura dall'astrologia, per cercare di soddisfare in qualche
modo, un modo povero, confuso, lontanissimo dalla sapienza e dalla raffinatezza
psicologica della Chiesa di Paolo, i bisogni spirituali cui la Chiesa, oggi,
modernizzandosi e mondanizzandosi, dà sempre meno risposta. Oggi questa mondanizzazione della Chiesa è esasperata. Si occupa troppo di politica e del sociale.
A guardar bene, anche l' ecumenismo è
perfettamente in linea con la globalizzazione economica e col tentativo di
'reductio ad unum' dell'intero esistente al modello di sviluppo occidentale. È
vero che l'idea di progresso appartiene al pensiero giudaico-cristiano, ma per
lunghi secoli la Chiesa non aveva mai identificato il Progresso con lo
Sviluppo, al quale anzi era stata fieramente avversa se si pensa alla battaglia
condotta dalla scuola tomista contro l'economia mercantile.
Ma ciò che ha definitivamente
offuscato il messaggio spirituale della chiesa è stato l'uso a tappeto,
spregiudicato e anche abbondantemente narcisistico, dei mezzi di comunicazione
della Modernità, per cui se è vero che "il
mezzo è il messaggio", come diceva McLuhan, ha finito per confondersi con
essa. Ecco perchè la popolarità personale degli uomini di chiesa può raggiungere le
stelle ma lasciare la Chiesa con le gomme a terra, nel deserto del sacro. Possiamo avere eventi con una folla una immensa e di giovani attratti dall''evento, dallo spettacolo, dalle riprese
televisive, dalla smania di protagonismo, ma se si entra in una chiesa
italiana, ma anche francese, ma anche spagnola, cioè di Paesi tradizionalmente
cattolici, in un giorno che non sia la canonica mattina di domenica quando i
sepolcri imbiancati del ceto medio vanno a rendere un omaggio formale al culto
e alla loro superstizione, si trovano solo quattro vecchiette strapenate,
terrorizzate dalla vicinanza della morte, ma di quella folla di giovani non c'è
traccia.
Possiamo essere delle popstar, ma dal punto di vista spirituale la nostra parola avrà il peso di
quella di una popstar, o poco più.
M. F.
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