" Il vostro delitto e il troppo amore che ci avete portato. Questo, più che Pilato, vi condanna alla morte."
S. Alfonso Maria de Liguori, Meditazioni sulla Passione di Gesù Cristo.
Meditazione pel venerdì: Della condanna di Gesù e viaggio al Calvario.
Meditazione pel venerdì: Della condanna di Gesù e viaggio al Calvario.
I. Finalmente Pilato per timore di perdere la grazia di Cesare, dopo aver tante volte dichiarato Gesù innocente, lo condanna a morir crocifisso. o condannato mio Signore, piange S. Bernardo, e qual delitto avete voi commesso che abbiate ad esser giudicato alla morte? Quid fecisti, innocentissime Salvator, ut sic iudicareris? Ma ben intendo, ripiglia il santo, il peccato che voi avete fatto: Peccatum tuum est amor tuus:1 Il vostro delitto e il troppo amore che ci avete portato. Questo, più che Pilato, vi condanna alla morte.
Si legge l'iniqua sentenza, Gesù l'ascolta e tutto rassegnato l'accetta sottomettendosi alla volontà dell'Eterno Padre che lo vuole morto e morto in croce per li peccati nostri: Humiliavit semet ipsum, factus obediens usque ad mortem, mortem autem crucis (Philip. II, 8). Ah, Gesù mio, voi innocente accettaste la morte per amor mio; io peccatore accetto la morte per amor vostro quale e quando a voi piacerà di mandarmela.
Letta la sentenza, afferrano con furia l'innocente Agnello, gli rimettono le sue vesti ed indi prendono due rozzi travi e ne compongono la croce. Non aspetta Gesù che gliela impongano, da sé l'abbracciai la bacia e se la pone sulle spalle impiagate dicendo: Vieni, mia cara croce, da trentatré anni ti vado cercando; in te voglio morire per amor delle mie pecorelle. --Ah Gesù mio, che potevate più fare per mettermi in necessità di amarvi? Se un mio servo solamente si fosse offerto a morire per me, pure avrebbe tirato il mio amore; e come poi io ho potuto vivere tanto tempo senz'amarvi, sapendo che siete morto per me? Voi siete morto per perdonarmi. V'amo, o sommo bene, e, perché v'amo, mi pento d'avervi offeso.
II. Esce la giustizia coi condannati, e tra questi va ancora il re del cielo con la sua croce in spalla: Et baiulans sibi crucem, exivit in eum qui dicitur Calvariae locum (Io. XIX, 17). Uscite ancora voi dal paradiso, o Serafini, e venite ad accompagnare il vostro Signore, che va al monte per essere giustiziato. O spettacolo! Un Dio giustiziato per gli uomini! Anima mia, deh mira il tuo Salvatore, che va a morire per te. Miralo come va col capo curvo, colle ginocchia tremanti, tutto lacero di ferite e scorrendo sangue, con quel fascio di spine in testa e con quel pesante legno sulle spalle! oh Dio, cammina egli con tanta pena che par che ad ogni passo spiri l'anima. o Agnello di Dio, digli, dove vai? Vado, risponde, a morire per te. Quando mi vedrai già morto ricordati, dice, dell'amore che t'ho portato: ricordatene ed amami. --Ah mio Redentore, come ho potuto vivere per lo passato così scordato del vostro amore? o peccati miei, voi avete amareggiato il Cuore del mio Signore, Cuore che mi ha tanto amato. Gesù mio, mi pento del torto che vi ho fatto; vi ringrazio della pazienza ch'avete avuta con me e v'amo: v'amo con tutta l'anima e solo voi voglio amare. Deh ricordatemi sempre l'amore che mi avete portato, acciò io non mi scordi più di amarvi.
III. Gesù Cristo sale il Calvario e c'invita a seguirlo. Si, mio Signore, voi innocente mi andate avanti colla vostra croce: camminate pure, ch'io non voglio lasciarvi. Datemi quella croce che volete, che io l'abbraccio, e con quella voglio seguirvi sino alla morte. Voglio morire insieme con voi che siete morto per me. Voi mi comandate ch'io v'ami, ed io non altro desidero che amarvi. Gesù mio, voi siete ed avete da essere sempre l'unico mio amore. Aiutatemi ad esservi fedele.
Maria, speranza mia, pregate Gesù per me.
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