"Nulla Salus Extra Ecclesiam". 1302-2012 bolla "Unam Sanctam" di Bonifacio VIII, 710° anniversario della Bolla sulla Chiesa
"UNAM SANCTAM Ecclesiam catholicam et ipsam apostolicam urgente fide credere cogimur et tenere, nosque hanc firmiter credimus et simpliciter confitemur, extra quam nec salus est, nec remissio peccatorum..." (DS 870")
Con queste solenni e terrbili parole inizia la bolla emanata il 18 novembre 1302 da papa Bonifacio VIII (1294 1303, al secolo Benedetto Caetani) sulla Chiesa Cattolica (e, tra l'altro, sulla supremazia del potere spirituale su quello temporale, teoria delle due spade, ecc. A sinistra la prima pagina, Archivio Vaticano)
Tra alcuni giorni quindi saranno trascorsi 710 anni dal dì della promulgazione del documento con cui il Papa tanto criticato da Dante, ribadì e rafforzò in poche parole (le prime della sua bolla) il dogma sulla salvezza all'interno della Chiesa (fondamentale principio e una perfetta certezza): solo i battezzati nella Chiesa Cattolica possono meritare e guadagnare la salvezza dell'anima.
Il buon Bonifacio VIII, succeduto a San Celestino V, tra un Giubileo (1300) e uno schiaffo (1303), tra politica e liturgia, non aveva però le idee confuse in materia di teologia ecclesiologica.
Parimenti si pronunciò il Concilio Ecumenico di Trento (nel cui Catechismo così sintetizzò: «Quanti vogliono conseguire la salute eterna devono aderire alla Chiesa, non diversamente da coloro che, per non perire nel diluvio, entrarono nell'arca » (n. 114 Catechismo del Concilio di Trento).Il Beato Papa Pio IX inoltre nel Sillabo pronunciò una proposizione proprio contro chi negasse il dogma della sola salvezza per tramite della Chiesa.
San Pio X, richiamando le parole della bolla e del Concilio di Trento, nel suo Catechismo così insegnò a generazioni di Cattolici: «No, fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana nessuno può salvarsi, come niuno poté salvarsi dal diluvio fuori dell'Arca di Noè, che era figura di questa Chiesa» (n. 169, Catechismo di Pio X).Anche i padri del Concilio Ecumenico Vaticano II, ribadirono tale dottrina, si veda la Costituzione Lumen Gentium (cap. IV), e il decreto Unitatis Redintegrazio (sull'ecumenismo, cap. III).
Anche nel Catechismo della Chiesa Cattolica si difende il dogma ma con perifrasi.
Con queste solenni e terrbili parole inizia la bolla emanata il 18 novembre 1302 da papa Bonifacio VIII (1294 1303, al secolo Benedetto Caetani) sulla Chiesa Cattolica (e, tra l'altro, sulla supremazia del potere spirituale su quello temporale, teoria delle due spade, ecc. A sinistra la prima pagina, Archivio Vaticano)
Tra alcuni giorni quindi saranno trascorsi 710 anni dal dì della promulgazione del documento con cui il Papa tanto criticato da Dante, ribadì e rafforzò in poche parole (le prime della sua bolla) il dogma sulla salvezza all'interno della Chiesa (fondamentale principio e una perfetta certezza): solo i battezzati nella Chiesa Cattolica possono meritare e guadagnare la salvezza dell'anima.
Il buon Bonifacio VIII, succeduto a San Celestino V, tra un Giubileo (1300) e uno schiaffo (1303), tra politica e liturgia, non aveva però le idee confuse in materia di teologia ecclesiologica.
Parimenti si pronunciò il Concilio Ecumenico di Trento (nel cui Catechismo così sintetizzò: «Quanti vogliono conseguire la salute eterna devono aderire alla Chiesa, non diversamente da coloro che, per non perire nel diluvio, entrarono nell'arca » (n. 114 Catechismo del Concilio di Trento).Il Beato Papa Pio IX inoltre nel Sillabo pronunciò una proposizione proprio contro chi negasse il dogma della sola salvezza per tramite della Chiesa.
San Pio X, richiamando le parole della bolla e del Concilio di Trento, nel suo Catechismo così insegnò a generazioni di Cattolici: «No, fuori della Chiesa Cattolica, Apostolica, Romana nessuno può salvarsi, come niuno poté salvarsi dal diluvio fuori dell'Arca di Noè, che era figura di questa Chiesa» (n. 169, Catechismo di Pio X).Anche i padri del Concilio Ecumenico Vaticano II, ribadirono tale dottrina, si veda la Costituzione Lumen Gentium (cap. IV), e il decreto Unitatis Redintegrazio (sull'ecumenismo, cap. III).
Anche nel Catechismo della Chiesa Cattolica si difende il dogma ma con perifrasi.
Roberto su
tp://blog.messainlatino.it/2012/10/nulla-salus-extra-ecclesiam-1302-2012.html
Riportiamo qui di seguito alcuni brani del testo della bolla, tratto da qui dove si può trovare comleto e anche in latino
Essa rappresenta l'unico corpo mistico, il cui capo è Cristo, e (quello) di Cristo è Dio, e in esso c´è un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Una sola infatti fu l'arca di Noè al tempo del diluvio, che prefigurava l'unica Chiesa; ed era stata construita da un solo braccio, ebbe un solo timoniere e un solo comandante, ossia Noè, e noi leggiamo che fuori di essa furono sterminati tutti gli esseri esistenti sulla terra. Questa (Chiesa) noi veneriamo, e questa sola, come dice il Signore per mezzo del Profeta: "Libera, o Signore, la mia anima dalla lancia e dal furore del cane, l'unica mia". Egli pregava per l'anima, cioè per Se stesso - per la testa e il corpo nello stesso tempo - il quale corpo precisamente Egli chiamava l'unica Chiesa, a causa dell'unità dello Sposo , della fede, dei sacramenti e della carità ecclesiale. Questa è quella veste senza cuciture del Signore, che non fu tagliata, ma data in sorte. Dunque la Chiesa sola e unica ha un solo corpo, un solo capo, non due teste come se fosse un mostro, cioè Cristo e Pietro, vicario di Cristo e il successore di Pietro, perché il Signore disse a Pietro: "Pasci le mie pecorelle". "Le mie", Egli disse, parlando in generale e non in particolare di queste o quelle, dal che si capisce, che gliele affidò tutte.
b) Se quindi i greci o altri dicono di non essere stati affidati a Pietro e ai suoi successori, devono per forza confessare di non essere tra le pecorelle di Cristo, perché il Signore dice in Giovanni che c'è un solo gregge e un (solo e) unico pastore. [...]
c) Poiché la Verità attesta che la potestà spirituale ha il compito di istituire il potere terreno e, se non si dimostrasse buono, di giudicarlo. Così si avvera la profezia di Geremia riguardo la Chiesa e il potere della Chiesa: "Ecco, oggi Io ti ho posto sopra le nazioni e sopra i regni" e le altre cose che seguono.
Se dunque il potere terreno devia, sarà giudicato dall'autorità spirituale; se poi il potere spirituale inferiore degenera, sarà giudicato dal suo superiore; ma se è quello spirituale supremo, potrà essere giudicato solamente da Dio e non dall'uomo, come afferma l'Apostolo: "L'uomo spirituale giudica tutte le cose; ma egli stesso non viene giudicato da nessuno." Questa autorità infatti, benché conferita ad un uomo ed esercitata da un uomo, non è umana, ma piuttosto divina, attribuita per bocca di Dio a Pietro, e resa intangibile per lui e per i suoi successori in colui che egli, la pietra, aveva confessato, quando il Signore disse allo stesso Pietro: "Qualunque cosa tu legherai ecc." Perciò chiunque si oppone a questo potere istituito da Dio, si oppone all'ordine di Dio, a meno che non pretenda come i manichei che ci sono due princìpi, il che noi giudichiamo falso ed eretico, perché - come dice Mosè - non nei principii, ma nel principio Dio creò il cielo e la terra. Per consequenza noi dichiariamo, stabiliamo, definiamo ed affermiamo che è assolutamente necessario alla salvezza di ogni creatura umana che essa sia sottomessa al Romano Pontefice.
Data in Laterano, nell'ottavo anno del Nostro Pontificato.
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