L’uomo nel giardino
Adamo stava nel giardino.Il mondo era così recente che le cose erano prive di nome e per citarle bisognava indicarle col dito. La freschezza vespertina della prima creazione lo circondava e con lui camminava colui che muove il sole e le stelle.
Adamo sapeva di essere intelligente e lo infastidiva che qualcuno gli dicesse come comportarsi o come decidere. Proprio non gli andava giù. Voleva che a stabilire le cose fosse lui. Non si piegava a niente che non fosse la propria testa. Mai si inginocchiava.
E la sua volontà fu fatta. I morti si coprirono con i morti.
Il Nuovo Adamo stava nel giardino.L’oscurità lo soverchiava mentre la solitudine gli strisciava accanto i piedi. Si prostrò e si inginocchiò. Sudò sangue: “Non la mia, ma la tua volontà”. Un angelo venne a confortarlo mentre era tutto un musicare di grilli. Tre giorni dopo una tomba guardata dall’autorità dei Cesari fu trovata vuota. E la storia del mondo finì di essere una storia semplicemente umana.
In sembianza di giardiniere colui che muove il sole e le stelle camminava nuovamente nel giardino, nel fresco non di una sera, ma di una nuova alba.
È inginocchiandosi a Dio, alla vita, ai fatti che sembrano chiederci molto, che si riceve di più.
Non si è mai visto che il Signore si faccia vincere in generosità: se tu dai un dito, poi Lui ti regala una mano. E che mano.
Non si è mai visto che il Signore si faccia vincere in generosità: se tu dai un dito, poi Lui ti regala una mano. E che mano.
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