venerdì 10 agosto 2012

s. Chiara di Assisi


12 agosto
s. Chiara




Orazione Dio misericordioso, che hai ispirato a santa Chiara un ardente amore per la povertà evangelica, per sua intercessione concedi anche a noi di seguire Cristo povero e umile, per godere della tua visione nella perfetta letizia del tuo regno. Per il nostro Signore.

Deus, qui beátam Claram ad paupertátis amórem misericórditer adduxísti, eius nobis intercessióne concéde, ut, in paupertáte spíritus Christum sequéntes, ad tui contemplatiónem in cælésti regno perveníre mereámur. Per Dóminum.

PAOLO VI
3 settembre 1971
Il carisma delle claustrali
La mia visita al monastero di clausura delle Clarisse è uno risposta alla tacita obiezione che considera le claustrali come «emarginate» dalla vita, dalla realtà, dalla esperienza del nostro tempo, come persone o istituzioni invecchiate e sorpassate. Voi non siete convinte di questo. Io sono venuto per confermare questo « no » che è un «sì». No alla falsa opinione, si al valore di una testimonianza che tocca intimamente la vita della Chiesa. Voi rappresentate tante cose che la Chiesa apprezza e che il Concilio Vaticano II ha confermato. Fedeli alla regola, alla vita comune, alla povertà, voi siete un seme e un segno. Chi riflette lo sa. Potevate fare altre scelte, godere onestamente questa vita terrena e invece vi siete chiuse in un monastero, a seguire Francesco e Chiara. Voi Clarisse venivate chiamate le « recluse di santa Chiara»; ma voi non siete recluse. Materialmente, sì; ma spiritualmente siete una luce, una fiaccola che illumina, una predica vivente. Il vostro esempio, la vostra rinuncia, il vostro distacco formano come una predica che dice alla gente: « Perché cercate principalmente ciò che sfiorisce, che non dura? Cercate i beni eterni! ». Ciò che caratterizza la vostra testimonianza è l'aver seguito l'invito francescano alla povertà. Danaro, comodità, potenza, benessere sono la massima aspirazione di molti. Voi invece dimostrate che si tratta di beni da prendere con cautela, dal momento che li avete abbandonati, non perdendo quasi un valore, ma come sciogliendovi da un peso, per dedicarvi alla preghiera e alla ricerca di Dio. La vostra vita è un segno anche per la penitenza che avete liberamente scelto di esercitare, in riparazione dei peccati del mondo e per ottenere grazia alle anime. L'uomo è portato ai godimenti sensibili e materiali. Il vostro esempio indica invece che bisogna mortificarsi, un po' soffrire, fare un po' di penitenza, se non si vuole perire. Oltre alla povertà e alla penitenza la vostra vita è segno con la preghiera, di cui diede grande esempio la fondatrice santa Chiara. Rimane sempre in me un ricordo della fanciullezza: l'impressione avuta nel visitare San Damiano e nel vedere il luogo dove Chiara pregava. Ricordate dunque, care Clarisse, che voi non siete ai margini, ma nel cuore della Chiesa. La Chiesa guarda a voi come all'espressione più piena dei suoi desideri: la Chiesa infatti vuole essere povera, orante, penitente. Voi lo siete, in un amore intenso per Gesù, nel cui Cuore leggete i suoi desideri e siete pronte alla risposta. E non per un breve momento, ma per la vita intera. Ricordiamo ancora l'episodio di santa Chiara che ferma i saraceni reggendo l'ostensorio. Ecco, voi potete fermare quanti avversano e osteggiano la Chiesa, proprio allo stesso modo: stringendo Gesù nelle vostre mani e nella vostra vita.

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