“Particella di Dio”? … ma mi faccia il piacere!
Mentre tutti i media danno giustamente ampio risalto alla scoperta del bosone di Higgs, quello che stona è proprio il nome inadatto con il quale esso viene indicato “Particella di Dio”. Un nome che non piaceva allo stesso Higgs, ma che si piegava alle esigenze di marketing creando però un’inaccettabile confusione nell’opinione pubblica.
Nonostante il gran parlare che se ne sta facendo in questi giorni, probabilmente se domandassimo al primo che passa per strada cosa è il bosone di Higgs difficilmente potremmo ricevere una risposta minimamente soddisfacente. Quello che però tutti sanno è che è stata trovata la “particella di Dio“, fatto che non può che essere clamoroso. Sarebbe interessante che qualche agenzia di sondaggi verificasse cosa sta giungendo nel pensiero comune da tutta questa vicenda.
Proviamo a fare delle ipotesi:
1- Si potrebbe credere che tale particella possa risolvere tutti gli interrogativi sui come e perché dell’universo e che essa possa quindi sostituirsi alla divinità dimostrando che Dio non esiste, vedi UAAR: Trovato il bosone di Higgs. Possiamo smetterla di chiamare la nostra ignoranza “Dio”? e la sua degna esponente Margherita Hack che su La Repubblica dichiara:”Il bosone è Dio”
2- Si potrebbe pensare che finalmente abbiamo catturato veramente una parte di Dio.
3- In alternativa si potrebbe pensare che comunque sia dimostrata scientificamente l’esistenza di Dio.
Il ragionamento (razionalista per definizione) dell’UAAR e quello della HACK sono talmente puerili da destare imbarazzo, quest’ultima ha infatti affermato:
L’astrofisica Margherita Hack commenta con soddisfazione la notizia che ha fatto il giro del mondo questa mattina a partire dal Cern di Ginevra, la scoperta del bosone di Higgs, soprannonimato la particella di dio. ”Io lo chiamo addirittura dio”, ha detto la Hack intervistata dal magazine online BabylonPost. ”Poiche’ e’ la particella che spiega come si forma la materia delle altre particelle e siccome queste sono quelle da cui poi deriva tutto – le stelle, gli elementi che abbiamo sulla terra, compresi quelli che compongono gli esseri umani – questa particella e’ veramente dio”.
Margherita Hack evidentemente non ha ben chiari i concetti che sono alla base del “come” e del “perché” che fanno la differenza tra scienza sperimentale e religione, del resto non potremmo spettarci molto da una persona che ha proposto la “cosmopetologia” paragonando il Big Bang ad una “Grande Scorreggia“.
Tutte le persone con un minimo di buon senso, pur senza una preparazione scientifica, hanno certamente subito compreso che con il concetto di Dio il bosone non ha a che vedere niente di più e niente di meno di qualsiasi altro oggetto del mondo fisico, nessuno ha mai pensato di chiamare l’elettrone o il protone o i quark “particelle di Dio”.
Ma come nasce allora questo nome così inadatto?
Le versioni sono due:
secondo una il nome originario era The Goddamn Particle (la dannata particella), un nome che pare sia stato dato per via della difficoltà di verificare l’esistenza della particella, e che fu cambiato da un editore che riteneva di migliore e maggiore effetto togliere “damn” e cambiarlo in The God Particle. Un dubbio…. e se fosse rimasto il nome originale adesso di cosa staremmo parlando? Qualcuno dell’UAAR o la Hack avrebbero forse ritenuto di scrivere che sarebbe stata dimostrata l’esistenza dell’Inferno?
Per coerenza avrebbero dovuto farlo.
la seconda versione sull’origine del nome, non molto diversa dalla precedente, solleva ulteriori riflessioni, tale versione viene riferita da Wired in Perché è importante il bosone di Higgs:
Perché la chiamano “ Particella di Dio”?
È per un’astuta mossa del Nobel Leon Lederman che il bosone di Higgs è soprannominato in questo modo dalla fine degli anni Ottanta. A quel tempo, Lederman era direttore del Fermilab di Chicago e sperava di ottenere i finanziamenti per costruire in Texas l’enorme acceleratore Superconducting Super Collider(mai costruito). Un nome come particella di Dio, infatti, poteva ammorbidire i deputati del Congresso. Leggenda vuole, poi, che il suo libro, pubblicato nel 1994, si dovesse intitolare, in realtà,The Goddamn Particle (la particella maledetta), e che l’editore decise di togliere damn.
Secondo questa ricostruzione il nome venne invece cambiato sempre per motivi di marketing, ma stavolta al fine di ottenere dei finanziamenti per la ricerca. Questo rimanda al problema dei modi utilizzati per ottenere dei finanziamenti, qualcosa del genere accade nel caso degli studi che inseriscono anche forzatamente il “Global warming” nelle loro finalità solo perché questo consente di attingere con più facilità ai finanziamenti.
Insomma non sarà una bella cosa ma in fondo non c’è da scandalizzarsi più di tanto che anche la fisica a volte si pieghi alle necessità di questo mondo, l’importante che quando qualcuno volesse utilizzare il termine “Particella di Dio” per strumentalizzarlo come hanno fatto la Hack e l’UAAR si risponda come il grande Totò: …ma mi faccia il piacere!
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