Santa Ildegarda finalmente proclamata Santa
Sembra un titolo contraddittorio ma è proprio quello che Papa Benedetto ha fatto.
Il Papa ha esteso alla Chiesa Universale il culto liturgico in onore di Santa Ildegarda di Bingen, monaca benedettina tedesca vissuta nel dodicesimo secolo, iscrivendola nel catalogo dei Santi. La mistica tedesca Ildegarda era già venerata come Santa dalla Chiesa, anche se il processo di canonizzazione non era mai giunto a compimento: il Papa, che ora la iscrive ufficialmente nel catalogo dei Santi, le aveva dedicato due intense catechesi nel settembre del 2010.
Così la presenta il Martirologio Romano, in cui il suo nome già compare, nonostante la mancanza del sigillo papale arrivato solo oggi:
17 settembre: Nel monastero di Rupertsberg vicino a Bingen nell’Assia, in Germania, santa Ildegarda, vergine, che, esperta di scienze naturali, medicina e di musica, espose e descrisse piamente in alcuni libri le mistiche contemplazioni, di cui aveva avuto esperienza.
La grande badessa di Bingen (1098-1179), la più anticonformista e geniale delle monache del XII sec., giunge anche formalmente alla gloria degli altari, proprio mentre le attempate suore americane (ma non solo) sono nel bel mezzo di una disputa con il Vaticano, a proposito delle loro convinzioni di fede ed espressioni teologiche.
Anche Ildegarda ebbe non pochi contrasti con il clero della sua epoca, eppure già allora la Chiesa valutava con deferenza la sua cultura e la sua conoscenza mistica, tanto che la nostra monaca poteva corrispondere con San Bernardo di Chiaravalle, suo contemporaneo, e lo stesso papa Eugenio III leggeva gli scritti di lei e li citava in pubblico. Questa monaca si occupava non solo del Sacro Sapere, della teologia insomma (sia dogmatica che morale), ma pure di scienze naturali, di filosofia, poesia e soprattutto musica, lasciando alcune bellissime composizioni. Ma scrisse pure di medicina, e - con una libertà che sconcerta chi pensa al cliché dell'oscuro medioevo - anche di fisiologia femminile.
Si definisce, nel titolo di una sua opera capitale: "Simplex Homo": semplice essere umano, non usava l'appellativo "mulier". Anzi talvolta usa l'aggettivo muliebre in senso spregiativo, ma questo è un portato della sua epoca che a volte lei stessa definisce un tempo debole ed effemminato. L'intero corpus degli scritti di Ildegarda di Bingen è conservato nel volume 179 della biblioteca del Migne, unica voce femminile incastonata in uno sterminato numero di tomi di autori maschili (trovate tutto online a questo link)
Compose pure un esorcismo, da far pronunciare a sette sacerdoti, che comunque non riuscirono nell'intento di liberare la povera Sigewize dal demone che la ottenebrava. Solo anni dopo, per le preghiere e i digiuni di Ildegarda, delle monache e monaci e laici della sua abbazia, finalmente la notte di Pasqua del 1169, dopo anni di tormenti, il demonio lascio la sventurata Sigewize, nel frattempo detenuta nell'abbazia stessa, e la donna liberata rimase poi, volontariamente, per il resto della vita, come conversa a Bingen.
Comunque sia, questa santa tedesca ha in comune con l'attuale papa germanico il desiderio della purificazione della Chiesa, lo splendore della sposa di Cristo troppo spesso contaminato da clero e laici che non aspirano alla gloria celeste quanto a quella mondana. Ildegarda vive e lavora fino a tarda età, continuando a sognare una Chiesa formata tutta di "corpi brillanti di purezza e anime di fuoco", come le sono apparsi in una visione; e liberata dall’inquinamento di altri cristiani che le sono pure apparsi: "corpi ripugnanti e anime infette"... I suoi Carmina contengono parecchie espressioni poetiche sulla Chiesa, e di sicuro piacciono a Benedetto: lui che si è definito "l'umile lavoratore nella Vigna del Signore", sa di certo che Santa Ildegarda vedeva "il fumo nella Vigna", fumo satanico da cacciare dalla Chiesa, sempre bisognosa di riforma e purificazione.
Di seguito una sequenza alla Vergine Maria: testo e musica della nuova, antica, Santa Ildegarda, composta dopo il 1140.
O Virga, ac diadema
Pupure regis
Que es en clausura tua
Sicut lorica.
Tu frondens floruisti
In alia vicissitudine
Quam Adam omne genus
Humanum produceret.
Ave, ave, de tuo ventre
Alia vita processit
Quam Adam filios suos
Denudaverat.
O Flos, tu non germinasti
De rore
Nec de gutis pluvie
Nec aer de super te volavit
Sed divina claritas
In nobilissima Virga
Te produxit.
O Virga, floriditatem tuam
Deus in prima dei
Creature sue previderat
Et de verbo suo
Auream materiam
O Laudabilis, Virgo fecit.
Un altro bellissimo canto di questa Santa musicista, corredato dalla visione del Codice che lo contiene:
Pupure regis
Que es en clausura tua
Sicut lorica.
Tu frondens floruisti
In alia vicissitudine
Quam Adam omne genus
Humanum produceret.
Ave, ave, de tuo ventre
Alia vita processit
Quam Adam filios suos
Denudaverat.
O Flos, tu non germinasti
De rore
Nec de gutis pluvie
Nec aer de super te volavit
Sed divina claritas
In nobilissima Virga
Te produxit.
O Virga, floriditatem tuam
Deus in prima dei
Creature sue previderat
Et de verbo suo
Auream materiam
O Laudabilis, Virgo fecit.
Un altro bellissimo canto di questa Santa musicista, corredato dalla visione del Codice che lo contiene:
Caritas abundat in omnia, de imis excellentissima super sidera, atque amantissima in omnia, quia summo Regi osculum pacis dedit.
Testo preso da: Cantuale Antonianum http://www.cantualeantonianum.com/#ixzz1uUUoLhMQ
http://www.cantualeantonianum.com
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