Elogio della pazienza (S.Cipriano)
pubblicata da Enzo Gallo
Dovendo trattare della pazienza, fratelli carissimi, e dovendo vederne i benefici ed i vantaggi, per meglio incominciare ho bisogno prima di tutto della vostra, affinché possiate ascoltarmi. Veramente, fratelli carissimi, non trovo tra gli altri mezzi della dottrina celeste, da cui dipende la nostra condotta per conseguire da Dio il premio della nostra speranza e della nostra fede, niente è più utile per la vita o più efficace per la gloria, della pratica della pazienza con cui seguiamo i precetti del Signore con timore e devozione. Anche i filosofi professano questa virtù ma la loro pazienza è falsa come la loro filosofia. Come può essere saggio o aver pazienza se disconosce la sapienza e la pazienza di Dio?
Noi, da parte nostra, fratelli carissimi, che siamo filosofi non a parole, ma coi fatti, che facciamo professione di vera filosofia e non portiamo soltanto il manto; che sappiamo essere più che apparire virtuosi, che non diciamo cose grandi ma le viviamo, pratichiamo con spirito sottomesso, come adoratori e servitori di Dio, la pazienza che abbiamo imparato dalle azioni divine. Abbiamo questa virtù in comunione con Dio. Deriva da Lui; da Lui piglia autorità e prestigio; la grandezza della pazienza da Lui viene. L’uomo deve amare questa virtù tanto amata da Dio. L’essere stimata dall’autorità di Dio ne dice già la sua bontà. Se Dio è nostro Padre e Signore imitiamo la pazienza del nostro Padre e Signore, perché i servi devono ubbidire ed i figli non devono essere degeneri.
La pazienza è quella che ci raccomanda e ci conserva a Dio. Essa modera la nostra ira, frena la lingua, dirige il nostro pensiero, conserva la pace, guida gli uomini, raddoppia i meriti della passione, reprime l’orgoglio, appaga il fuoco dei piaceri, contiene la prepotenza dei ricchi, allevia le necessità dei poveri, protegge la santa verginità delle fanciulle, la travagliata castità delle vedove, l’inscindibile carità tra i congiunti e tra gli sposati. Essa mantiene nell’unità quelli che prosperano, rende forti nelle avversità, miti nelle ingiurie e nelle contumelie; essa ci insegna a perdonare sollecitamente quelli che ci offendono, a pregare con slancio e insistenza quando siamo noi stessi a peccare, essa ci fa vincere le tentazioni, ci fa tollerare le persecuzioni, ci fa offrire le sofferenze e il martirio. Essa protegge con un solido fondamento la nostra fede [solleva in alto la nostra speranza, avvia le nostre azioni per il cammino di Cristo, per seguire i passi delle sue sofferenze].
IV Domenica dopo Pasqua
S.CIPRIANO
Ex Tractatu de bono patientiae
Breviario Romano, Mattutino, Letture del II Notturno
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