Don Bux: Nella Chiesa ci sono Persone e Gruppi che negano Verità più importanti
Questo e' il momento favorevole per il ritorno della FSSPX nella piena comunione con Roma. L'oggi di Dio non e' rinviabile. Bisogna approfittare del momento in cui il Signore bussa.
(ASCA) - Napoli, 15 mag
'Questo e' il momento favorevole per il ritorno della FSSPX nella piena comunione con Roma.
L'oggi di Dio non e' rinviabile. Bisogna approfittare del momento in cui il Signore bussa''. Ad augurare che ci sia presto una riconciliazione fra i seguaci di Monsignor Marcel Lefebvre e la Chiesa guidata da Benedetto XVI e' il teologo Don Nicola Bux che ha rilasciato una intervista al quotidiano partenopea 'Roma' in edicola domani, 16 maggio. La data scelta per la pubblicazione dell'intervista non e' casuale.
Domani, infatti, la ''Feria quarta'', commissione ristretta della Congregazione della Dottrina delle Fede, esaminera' la risposta inviata dai lefebvriani alla Santa Sede su alcuni nodi dottrinali in vista del possibile ritorno alla ''piena comunione con Roma'' della Fraternita' Sacerdotale San Pio X, fondata da Lefebvre.
Don Nicola Bux, consultore della Congregazione per la Dottrina delle Fede, tra i piu' vicini a Benedetto XVI, soprattutto in materie liturgica, si dice ottimista su una conclusione positiva del dialogo tra il Vaticano e i lefebvriani. Don Bux invita i Vescovi ad accogliere sacerdoti e religiosi della Fraternita' Sacerdotale San Pio X e a non fare ''alcuna obiezione alla celebrazione di quella che Benedetto XVI ha codificato come forma straordinaria del rito romano'', cioe' la Messa in rito tridentino ed in latino celebrata fino a prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II.
Il 19 marzo scorso Don Bux aveva inviato una lettera aperta al Superiore della FSSPX, Monsignor Bernard Fellay, invitando i lefebvriani a ''tornare a Roma senza paura''.
Oggi esprime non solo l'auspicio di un esito positivo, ma anche l'augurio che ''tutti nella Santa Sede siano desiderosi di contribuire a tale riconciliazione''.Per Don Bux ''questo e' il momento favorevole'' per il ritorno della FSSPX nella piena comunione con Roma perche', afferma, ''L'oggi di Dio non e' rinviabile. Bisogna approfittare del momento in cui il Signore bussa''. A suo avviso, ''il segnale si puo' cogliere nel gesto del Santo Padre di revoca della scomunica nel 2009, che ha consentito di avviare il confronto per ricucire lo strappo e di operare per la riconciliazione. Bisogna evitare - prosegue il teologo - che la separazione con la Fraternita' S. Pio X si consolidi e si irrigidisca, come e' avvenuto con le Chiese orientali''.
Quanto ai 1500 tra sacerdoti religiosi e seminaristi della FSSPX, Don Bux afferma: ''Il Papa stesso ha posto la domanda se possiamo sottovalutare o abbandonare a loro stessi tanti religiosi, sacerdoti e seminaristi. Non e' pensabile''.
Infine, sul nodo dell'accettazione del Concilio Vaticano II Don Bux sottolinea: ''La Fraternita' San Pio X non ha mai negato il Concilio Vaticano II e soltanto la superficialita' e le semplificazioni giornalistiche le hanno attribuito questo diniego. Semmai ha criticato alcune sue dottrine, neppure di primaria importanza. Nella chiesa - conclude il teologo - ci sono persone e gruppi che negano verita' piu' importanti''.
L'oggi di Dio non e' rinviabile. Bisogna approfittare del momento in cui il Signore bussa''. Ad augurare che ci sia presto una riconciliazione fra i seguaci di Monsignor Marcel Lefebvre e la Chiesa guidata da Benedetto XVI e' il teologo Don Nicola Bux che ha rilasciato una intervista al quotidiano partenopea 'Roma' in edicola domani, 16 maggio. La data scelta per la pubblicazione dell'intervista non e' casuale.
Domani, infatti, la ''Feria quarta'', commissione ristretta della Congregazione della Dottrina delle Fede, esaminera' la risposta inviata dai lefebvriani alla Santa Sede su alcuni nodi dottrinali in vista del possibile ritorno alla ''piena comunione con Roma'' della Fraternita' Sacerdotale San Pio X, fondata da Lefebvre.
Don Nicola Bux, consultore della Congregazione per la Dottrina delle Fede, tra i piu' vicini a Benedetto XVI, soprattutto in materie liturgica, si dice ottimista su una conclusione positiva del dialogo tra il Vaticano e i lefebvriani. Don Bux invita i Vescovi ad accogliere sacerdoti e religiosi della Fraternita' Sacerdotale San Pio X e a non fare ''alcuna obiezione alla celebrazione di quella che Benedetto XVI ha codificato come forma straordinaria del rito romano'', cioe' la Messa in rito tridentino ed in latino celebrata fino a prima della riforma liturgica del Concilio Vaticano II.
Il 19 marzo scorso Don Bux aveva inviato una lettera aperta al Superiore della FSSPX, Monsignor Bernard Fellay, invitando i lefebvriani a ''tornare a Roma senza paura''.
Oggi esprime non solo l'auspicio di un esito positivo, ma anche l'augurio che ''tutti nella Santa Sede siano desiderosi di contribuire a tale riconciliazione''.Per Don Bux ''questo e' il momento favorevole'' per il ritorno della FSSPX nella piena comunione con Roma perche', afferma, ''L'oggi di Dio non e' rinviabile. Bisogna approfittare del momento in cui il Signore bussa''. A suo avviso, ''il segnale si puo' cogliere nel gesto del Santo Padre di revoca della scomunica nel 2009, che ha consentito di avviare il confronto per ricucire lo strappo e di operare per la riconciliazione. Bisogna evitare - prosegue il teologo - che la separazione con la Fraternita' S. Pio X si consolidi e si irrigidisca, come e' avvenuto con le Chiese orientali''.
Quanto ai 1500 tra sacerdoti religiosi e seminaristi della FSSPX, Don Bux afferma: ''Il Papa stesso ha posto la domanda se possiamo sottovalutare o abbandonare a loro stessi tanti religiosi, sacerdoti e seminaristi. Non e' pensabile''.
Infine, sul nodo dell'accettazione del Concilio Vaticano II Don Bux sottolinea: ''La Fraternita' San Pio X non ha mai negato il Concilio Vaticano II e soltanto la superficialita' e le semplificazioni giornalistiche le hanno attribuito questo diniego. Semmai ha criticato alcune sue dottrine, neppure di primaria importanza. Nella chiesa - conclude il teologo - ci sono persone e gruppi che negano verita' piu' importanti''.
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