venerdì 9 marzo 2012

Fuga saeculi

FUGA MUNDI


Dal trattato «Sulla fuga dal mondo» di sant'Ambrogio, vescovo
(Cap. 6, 36; 7, 44; 8, 45; 9, 52; CSEL 32, 192. 198-199. 204)


Aderiamo a Dio, unico vero bene
Dov'è il cuore dell'uomo ivi è anche il suo tesoro. Infatti il Signore non suole negare il buon dono a quanti lo pregano.
Pertanto, poiché il Signore è buono e lo è soprattutto per quelli che lo aspettano pazientemente, aderiamo a lui, stiamo con lui con tutta la nostra anima, con tutto il cuore, con tutta la forza, per restare nella sua luce, vedere la sua gloria e godere della grazia della felicità suprema. Eleviamo dunque l'anima a quel Bene, restiamo in esso, aderiamo ad esso; a quel Bene, che è al di sopra di ogni nostro pensiero e di ogni considerazione e che elargisce pace e tranquillità senza fine, una pace che supera ogni nostra comprensione e sentimento.
Questo è il Bene che pervade tutto, e tutti viviamo in esso e da esso dipendiamo, mentre esso non ha nulla al di sopra di sé, ma è divino. Nessuno infatti è buono se non Dio solo: perciò tutto quello che è buono è divino e tutto quello che è divino è buono, per cui è detto: «Tu apri la mano, si saziano di beni» (Sal 103, 28); a ragione, infatti, per la bontà di Dio ci vengono date tutte le cose buone perché a esse non è mischiato alcun male.
Questi beni la Scrittura li promette ai fedeli dicendo: «Mangiate i frutti della terra» (Is 1, 19).
Siamo morti con Cristo; portiamo sempre e in ogni luogo nel nostro corpo la morte di Cristo perché anche la vita di Cristo si manifesti in noi. Dunque, ormai non viviamo più la nostra vita, ma la vita di Cristo, vita di castità, di semplicità e di tutte le virtù. Siamo risorti con Cristo, viviamo dunque in lui, ascendiamo in lui perché il serpente non possa trovare sulla terra il nostro calcagno da mordere.
Fuggiamo di qui. Anche se sei trattenuto dal corpo, puoi fuggire con l'anima, puoi essere qui e rimanere presso il Signore se la tua anima aderisce a lui, se cammini dietro a lui con i tuoi pensieri, se segui le sue vie nella fede, non nella visione, se ti rifugi in lui; perché è rifugio e fortezza colui al quale Davide dice: In te mi sono rifugiato e non mi sono ingannato (Sal 76, 3).
Pertanto siccome Dio è rifugio, e Dio è in cielo e sopra i cieli, allora dobbiamo fuggire di qui verso lassù dove regna la pace, il riposo dalla fatiche, dove festeggeremo il grande sabato, come disse Mosè: «Ciò che la terra produrrà durante il suo riposo servirà di nutrimento a te» (Lv 25, 6). Infatti riposare in Dio e vedere le sue delizie è come sedere a mensa ed essere pieni di felicità e di tranquillità.
Fuggiamo dunque come cervi alle fonti d'acqua, anche la nostra anima abbia sete di quello di cui era assetato Davide. Qual è quella sorgente? Ascolta colui che dice: «E' in te la sorgente della vita» (Sal 35, 10): dice la mia anima a questa fonte: Quando verrò e vedrò il tuo volto? (Sal 41, 3). La sorgente infatti è Dio.

Responsorio   Mt 22, 37-38; cfr. Dt 10, 12

Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente. * Questo è il più grande, il primo dei comandamenti.
Questo ti chiede il Signore: di temere, amare e servire il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l'anima.
Questo è il più grande, il primo dei comandamenti.
Orazione

O Dio, che per mezzo dei sacramenti ci rendi partecipi del tuo mistero di gloria, guidaci attraverso le esperienze della vita, perché possiamo giungere alla splendida luce in cui è la tua dimora. Per il nostro Signore.


Ex Tractátu sancti Ambrósii epíscopi De fuga sæculi (Cap. 6, 36; 7, 44; 8, 45; 9, 52: CSEL 32, 192. 198-199. 204)
Adhæreamus Deo, uni vero bono
Ubi cor hóminis, ibi et thesáurus eius est; non enim solet bonum datum deprecántibus Dóminus denegáre.
Ergo, quia bonus Dóminus est et máxime sustinéntibus se bonus est, ipsi adhæreámus, cum ipso simus tota ánima nostra, toto corde, tota virtúte, ut simus in lúmine eius et videámus eius glóriam et delectatiónis supérnæ fruámur grátia; ad illud ígitur bonum erigámus ánimos et in illo simus atque in ipso vivámus, ipsi adhæreámus, quod est supra omnem mentem et omnem consideratiónem et pace útitur perpétua ac tranquillitáte; pax autem supra omnem mentem est et supra omnem sensum.
Hoc est bonum, quod pénetrat ómnia, et omnes in ipso vívimus atque ex ipso pendémus, ipsum autem nihil supra se habet, sed est divínum; nemo enim bonus nisi unus Deus, quod ergo bonum divínum et quod divínum bonum, et ídeo dícitur: Aperiénte te manum, implebúntur ómnia bonitáte; per bonitátem enim Dei, nobis univérsa tribuúntur mérito bona, quibus nihil admíxtum est mali.
Hæc bona promíttit Scriptúra fidélibus dicens: Quæ bona sunt terræ manducábitis.
Mórtui sumus cum Christo; mortem Christi in córpore nostro circumférimus, ut et vita Christi in nobis manifestétur. Non ergo iam nostram illam vitam, sed Christi vitam vívimus, vitam innocéntiæ, vitam castimóniæ, vitam simplicitátis omniúmque virtútum. Cum Christo resurréximus, in ipso vivámus, in ipso ascendámus, ut serpens calcáneum nostrum quod vúlneret in terris reperíre non possit.
Fugiámus hinc. Potes ánimo fúgere, etsi retinéris córpore, potes et hic esse et adésse ad Dóminum, si illi adhæreat ánima tua, si post ipsum cogitatiónibus tuis ámbules, si fide, non spécie, vias eius sequáris, si ad ipsum confúgias; est enim refúgium et virtus, cui dicit David: Ad te confúgi et non sum decéptus.
Ergo quia Deus refúgium, Deus autem in cælo et supra cælos, útique hinc illo fugiéndum est, ubi pax, ubi réquies ab opéribus, ubi epulémur sábbatum magnum, sicut dixit Móyses: Et erunt sábbata terræ vobis escæ. Epulatórium enim et plenum iucunditátis et tranquillitátis est requiéscere in Deo et eius delectatiónem vidére.
Fugiámus sicut cervi ad fontes aquárum; quod sitiébat David, sítiat et nostra ánima; quis est ille fons? Audi dicéntem: Quóniam apud te est fons vitæ; huic fonti dicat ánima mea: Quando véniam et parébo ante fáciem tuam? Fons enim Deus est.

Responsorium   Mt 22, 37-38; cf. Deut 10, 12

Díliges Dóminum Deum tuum in toto corde tuo, et in tota ánima tua et in tota mente tua:
* Hoc est magnum et primum mandátum.
Quid Dóminus petit a te, nisi ut tímeas Dóminum Deum tuum, et díligas eum, ac sérvias Dómino Deo tuo in toto corde tuo et in tota ánima tua?
* Hoc est.

Oratio
Deus, qui nos gloriósis remédiis in terris adhuc pósitos iam cæléstium rerum facis esse consórtes, tu, quæsumus, in ista qua vívimus nos vita gubérna ut ad illam, in qua ipse es, lucem perdúcas. Per Dóminum.


Nessun commento:

Posta un commento