Dichiarazione di fedeltà all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina
Lo scorso 27 settembre un nutrito gruppo di autorevoli personalità cattoliche ha diffuso un'importante Dichiarazione di fedeltà all’insegnamento immutabile della Chiesa sul matrimonio e alla sua ininterrotta disciplina, invitando, tramite il sito supplicafiliale.org, tutti i fedeli a sottoscriverla.
La
notizia si è diffusa rapidamente, ed è ormai quasi superfluo
sottolineare la grande rilevanza di questa iniziativa, alla quale aderiamo con fede. Riportiamo qui di seguito una sintesi
della dichiarazione, ricordando a tutti che la sottoscrizione si esegue
compilando il format che trovate qui.
i 4 peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio |
Errori circa il vero matrimonio e la famiglia sono stati molto diffusi in ambito cattolico.
Di fronte a
questa realtà, questa Dichiarazione esprime la volontà dei firmatari di
restare fedeli agli insegnamenti immutabili della Chiesa sulla morale e
sui sacramenti del matrimonio, della Riconciliazione e dell'Eucaristia,
e alla sua perenne disciplina per quanto riguarda quei Sacramenti.
In particolare, la Dichiarazione di Fedeltà ribadisce fermamente che:
I. Per quanto riguarda la castità, il matrimonio e i diritti dei genitori
Tutte le forme di convivenza more uxorio al di fuori di un matrimonio valido sono gravemente contrarie alla volontà di Dio;
Il
matrimonio e l'atto coniugale hanno scopi di procreazione e d’unione, ed
ogni atto coniugale deve essere aperto al dono della vita;
La
cosiddetta educazione sessuale è un diritto fondamentale e primario dei
genitori, che deve essere sempre eseguito sotto la loro attenta guida;
La
consacrazione definitiva di una persona a Dio attraverso una vita di
castità perfetta è oggettivamente più eccellente del matrimonio.
II. Per quanto riguarda la convivenza, le unioni omosessuali e un nuovo matrimonio civile dopo il divorzio
Unioni irregolari non possono mai essere equiparate al matrimonio, ritenute moralmente lecite, o legalmente riconosciute;
Unioni irregolari contraddicono radicalmente il matrimonio cristiano e non possono esprimerlo, né parzialmente né per analogia, e devono essere viste come un modo peccaminoso di vivere;
Unioni irregolari non possono essere consigliate come un prudente e graduale adempimento della Legge Divina
III. Per quanto riguarda la Legge Naturale e la coscienza individuale
Una
coscienza ben formata non potrà mai giungere alla conclusione che, date
le limitazioni della persona, la sua rimanenza in una situazione
oggettivamente peccaminosa può essere la sua migliore risposta al
Vangelo, né che questo è ciò che Dio sta chiedendo da lui;
Non si può guardare il sesto comandamento e l'indissolubilità del matrimonio come semplici ideali da perseguire;
Il
discernimento personale e pastorale non potrà mai portare i divorziati
civilmente "risposati" a concludere che la loro unione adulterina può
essere moralmente giustificata dalla "fedeltà" per il loro nuovo
partner, che sciogliere l'unione adulterina è impossibile, o che, così
facendo, si espongono a nuovi peccati;
I
divorziati civilmente “risposati” che non riescono a soddisfare
l'obbligo grave di separarsi, sono moralmente obbligati a vivere come
"fratello e sorella", e ad evitare lo scandalo, in particolare qualsiasi
espressione d’intimità adeguata alle coppie sposate.
IV. Per quanto riguarda il discernimento, la responsabilità, stato di grazia e stato di peccato
I
divorziati civilmente “risposati” che scelgono la loro situazione con
piena conoscenza e consenso della volontà non sono membri vivi della
Chiesa in quanto sono in stato di peccato grave che loro impedisce di
possedere e crescere nella carità;
Non vi è
alcun punto a metà strada tra l'essere in grazia di Dio o privati di
essa dal peccato mortale. La crescita spirituale per qualcuno che vive
in uno stato obiettivo di peccato consiste nell'abbandonare quella
situazione;
Dal momento
che Dio è onnisciente, la legge naturale e rivelata prevede tutte le
situazioni particolari, soprattutto quando si proibiscono azioni
specifiche "intrinsecamente cattive";
La
complessità delle situazioni e dei diversi gradi di responsabilità tra i
casi non impedisce i pastori di concludere che quelle unioni irregolari
sono in uno stato obiettivo di peccato grave manifesto, e di presumere,
nel foro esterno, che si sono privati della grazia santificante;
Dal momento
che l'uomo è dotato di libero arbitrio, atti morali volontari devono
essere imputati al suo autore, e tale imputabilità si deve presumere;
V. Per quanto riguarda i sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucaristia
Il
confessore è tenuto ad ammonire i penitenti in materia di trasgressioni
della legge di Dio, e di garantire che desiderano veramente
l'assoluzione e il perdono di Dio e hanno deciso di rivedere e
correggere il loro comportamento;
I
divorziati civilmente “risposati” che rimangono nel loro stato oggettivo
di adulterio non possono mai essere considerati dai confessori come se
stiano vivendo in uno stato obiettivo di grazia e col diritto a ricevere
l'assoluzione o ad essere ammessi alla Santa Eucaristia, a meno che
esprimano contrizione e decidano con fermezza di abbandonare il loro
stato di vita;
Nessun
discernimento responsabile può sostenere che l'ammissione all'Eucaristia
sia permessa ai divorziati civilmente "risposati" che vivono
apertamente more uxorio, sotto l'affermazione che non esiste alcuna
colpa cosi grave, perché il loro stato esteriore di vita contraddice
oggettivamente il carattere indissolubile del matrimonio cristiano;
La certezza
soggettiva in coscienza circa la nullità di un precedente matrimonio
non è mai sufficiente, di per sé, a giustificare divorziati civilmente
"risposati" dal peccato materiale di adulterio, o per loro consentire di
ignorare le conseguenze sacramentali di vivere come pubblici peccatori;
Coloro che
ricevono l'Eucaristia devono essere degni di farlo essendo in stato di
grazia e, di conseguenza, i divorziati civilmente "risposati" che
condurranno uno stile di vita di peccatori pubblici rischiano di
commettere un sacrilegio ricevendo la Santa Comunione;
Secondo la
logica del Vangelo, gli uomini che muoiono in stato di peccato mortale,
non riconciliato con Dio, sono condannati all'inferno per sempre;
VI. Per quanto riguarda l'atteggiamento materno e pastorale della Chiesa
Il chiaro insegnamento della verità è un’eminente opera di misericordia e di carità;
L'impossibilità
di dare l'assoluzione e la Santa Comunione ai cattolici che vivono
manifestamente in uno stato obiettivo di peccato grave deriva dalla cura
materna della Chiesa, dal momento che non è la proprietaria dei
Sacramenti, ma un amministratore fedele;
VII. Per quanto riguarda la validità universale del costante Magistero della Chiesa
Le
questioni dottrinali, morali e pastorali riguardanti i sacramenti
dell'Eucaristia, della Penitenza e Il Matrimonio potranno essere risolti
da interventi del Magistero e, per loro stessa natura precludono
interpretazioni contraddittorie o conseguenze pratiche sostanzialmente
diverse da esso;
Mentre le
piaghe del divorzio e la depravazione sessuale sono diffuse ovunque,
anche all'interno della Chiesa, è dovere dei vescovi, sacerdoti e fedeli
cattolici di dichiarare, con una sola voce, la loro fedeltà agli
insegnamenti immutabili della Chiesa sul matrimonio e alla sua
ininterrotta disciplina, ricevuta dagli Apostoli.
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