La chiesa adultera
L'indagine sulla Chiesa viene alterata e si inquina quando, invece della
verità per se stessa (che è sempre un bene assoluto e un valore
trascendentale), si cercano guadagni «categoriali», quali il consenso,
l'approvazione, la concordanza da parte del mondo extraecclesiale.
Non è che si debba mirare alla polemica e al dissenso. Tutt'altro: la
carità deve sempre ispirare ogni atto del credente, e quindi anche la
sua attività intellettuale. Ma non bisogna mai dimenticare che il grado
minimo dell'amore è appunto l'omaggio incondizionato alla verità:
dell'amore verso Dio, che è autotrasparenza e purissima luce; e
dell'amore verso i fratelli i quali, anche quando non se ne avvedono,
hanno prima di ogni altra cosa fame e sete della conoscenza salvifica.
In altre parole, è necessario che la nostra meditazione non sia viziata
da alcuna sollecitudine di natura, per così dire, «politica»; cioè
funzionale al conseguimento di qualche risultato estrinsecamente
vantaggioso.
II giusto atteggiamento è quello del bambino, che non
ha timore a proporre i suoi «perché» e a sollecitare che gli si
risponda, senza darsi pensiero delle convenienze sociali e di ciò che è
praticamente «opportuno» (o, come adesso si usa dire, «politicamente
corretto»).
Particolarmente quando si tratta della Chiesa, vale
quanto è stato giustamente detto circa la nostra possibilità di accedere
alla comprensione del disegno del Padre: «Dobbiamo entrare nella scuola
di Dio da piccoli e inermi fanciulli, se vogliamo essere introdotti
dalla sua mano e mediante la sua luce nella profondità dei suoi misteri»
(Cardinale Biffi, La sposa chiacchierata)
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