I 300 cristiani perseguitati dagli islamici in Puglia
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La riproposizione in scala ridotta ma non meno drammatica delle
situazioni dei luoghi di origine, in un contesto già degradato e povero
di risorse. Alla faccia di chi sostiene che sono "risorse" i "nuovi
arrivi", il chi numero non accenna a decrescere, anzi... E tutto questo nel nostro Paese, allo sbando totale!
Fedeli cristiani segregati in Italia, costretti a celebrare messe
clandestine, Crocifissi nascosti per evitare che vengano distrutti,
bruciati da fanatici islamici. Tutto questo nel Gargano, a 40 km dalla
tomba di San Padre Pio in Puglia. La storia, incredibile, la
racconta Cristiano Gatti sull'Espresso e Repubblica ne anticipa una
parte. Si tratta di 300 immigrati africani, lavoratori stagionali dei
campi di pomodoro, che vivono in una vera e propria bidonville sotto
costante minaccia di musulmani che vengono da fuori: "Abbiamo paura, sì.
Da due anni la domenica preghiamo tra di noi senza farci vedere".
Di fatto il ghetto di Rignano Garganico è la riproposizione su piccola
scala dei drammi della Nigeria e di altri Paesi africani dove i
cristiani vengono perseguitati, picchiati, uccisi. "La bidonville
aumenta di 10 nuovi arrivati ogni 24 ore. Ha già superato il record di
2mila abitanti e, con la raccolta dei pomodori, si avvia verso i 3mila.
Troppa manodopera. Il risultato è che trovano lavoro per non più di 3 o 4
giorni al mese". I racconti dei cristiani sono atroci. Un nigeriano
custodisce una croce, due legnetti di fortuna legati insieme alla bell'e
meglio: "L'abbiamo fatta con i resti della baracca della fedele che
ogni domenica ospitava la messa. La baracca l'hanno bruciata una notte
di due anni fa. Poi qualcuno ci ha fatto capire che, se non volevamo
altri incendi, non dovevamo pregare davanti ai musulmani. Anzi non
dovevamo proprio farci vedere. Noi cristiani siamo una minoranza.
Trecento contro duemila, troppo pochi. Così per paura abbiamo dovuto
rinunciare alla messa. Solo a Pasqua abbiamo chiesto che venisse un
prete. Almeno a Pasqua. Per il resto, preghiamo di nascosto. Loro hanno 3
moschee qui. Ma nessuna baracca può essere usata come chiesa". "I
braccianti musulmani sono solidali con noi", spiega, rivelando che i
persecutori sono "spie dei caporali", africani anche loro, che per ora
non hanno dichiarato la loro vicinanza a Boko Haram o Isis. Ma
l'intolleranza sta aumentando anche nel ghetto, con l'arrivo di nuovi
immigrati: "Oggi ci dicono che non vogliono vedere croci o immagini di
Gesù. Papa Francesco dovrebbe venire qui e scoprire con quanta fatica
viviamo".
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