mercoledì 30 settembre 2015

CLERO INFEDELE

A PROPOSITO DI SACERDOTI
 INFEDELI



Malachia
Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi prenderete a cuore di dar gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su di voi la maledizione e cambierò in maledizione le vostre benedizioni. Anzi le ho già maledette, perché nessuno tra di voi se la prende a cuore.
Ecco, io spezzerò il vostro braccio
e spanderò sulla vostra faccia escrementi,
gli escrementi delle vittime
immolate nelle vostre solennità,
perché siate spazzati via insieme con essi.
Così saprete che io ho diretto a voi questo monito,
perché c'è anche un'alleanza fra me e Levi,
dice il Signore degli eserciti.
La mia alleanza con lui
era alleanza di vita e di benessere
e io glieli concessi; alleanza di timore
ed egli mi temette ed ebbe riverenza del mio nome.
Un insegnamento fedele era sulla sua bocca,
né c'era falsità sulle sue labbra;
con pace e rettitudine ha camminato davanti a me
e ha trattenuto molti dal male.
Infatti le labbra del sacerdote
devono custodire la scienza
e dalla sua bocca si ricerca l'istruzione,
perché egli è messaggero del Signore degli eserciti.
Voi invece vi siete allontanati dalla retta via
e siete stati d'inciampo a molti
con il vostro insegnamento;
avete rotto l'alleanza di Levi,
dice il Signore degli eserciti.
Perciò anch'io vi ho reso spregevoli
e abbietti davanti a tutto il popolo,
perché non avete osservato le mie disposizioni
e avete usato parzialità riguardo alla legge.

chiedere chiarezza al Papa

790 mila cattolici chiedono al Papa una parola di chiarezza




(di Emmanuele Barbieri) È di 790.190 firme il risultato finale dellaSupplica Filiale a Papa Francesco sul futuro della Famigliaconsegnata in Segreteria di Stato il 29 settembre e presentata lo stesso giorno ai giornalisti in una conferenza stampa del prof. Tommaso Scandroglio, portavoce dell’associazione.
I firmatari chiedono a Papa Francesco di pronunciare «una parola chiarificatrice» per dissipare il «generalizzato disorientamento causato dall’eventualità che in seno alla Chiesa si apra una breccia tale da permettere l’adulterio – in seguito all’accesso all’eucaristia di coppie divorziate e risposate civilmente – e perfino una virtuale accettazione delle unioni omosessuali. Tutte pratiche, queste, condannate categoricamente dalla Chiesa come opposte alla legge divina e naturale». Solo questo supremo intervento del Sommo Pontefice potrà aiutare i fedeli disorientati ad uscire dalla confusione che si è creata nel corso degli anni e che oggi si è così drammaticamente aggravata.
«L’iniziativa  secondo il prof. Scandroglio  si inserisce in modo costruttivo nel clima di discussione e dialogo esistente su queste tematiche. Ne è prova il vademecum Opzione preferenziale per la Famiglia – Cento domande e Cento risposte intorno al Sinodo, che ha affiancato sin dall’inizio la raccolta di firme e che si propone come uno strumento di diffusione del Magistero cattolico sugli argomenti in questione. Questo vademecum, opera di tre vescovi, è stato richiesto in decine di migliaia di copie da diverse parti del mondo».
Tra i molti firmatari della Supplica filiale ricordiamo, in ambito ecclesiale: il cardinale Raymond Leo Burke, Patrono del Sovrano militare Ordine di Malta; il cardinale Jorge Medina Estévez, prefetto emerito della Congregazione del Culto Divino; il cardinale Geraldo Majella Agnelo, già primate del Brasile e già segretario della Congregazione del Culto Divino a Roma; il cardinale Gaudencio Rosales, arcivescovo emerito di Manila; il cardinale Ricardo J. Vidal, arcivescovo emerito di Cebu (Filippine); il cardinale Janis Cardinal Pujats, arcivescovo emerito di Riga (Lettonia); il cardinale Alexandre José Maria Cardinal dos Santos, O.F.M., arcivescovo emerito di Maputo (Mozambico); gli ordinari militari degli Stati Uniti e del Brasile, rispettivamente gli arcivescovi Mons. Timothy Broglio e Mons. Fernando Guimaraes; il presidente della Conferenza Episcopale del Madagascar, l’arcivescovo di Toamasina, Mons. Désiré Tsarahasana.
Presuli che guidano grandi diocesi: Mons. Ramón Arguelles, arcivescovo di Lipa nelle Filippine, diocesi di 2.700.000 fedeli; l’arcivescovo di Tucumàn, Argentina, Mons. Alfredo Zecca, oltre un milione di cattolici; Mons. Aldo di Cillo Pagotto, arcivescovo di Paraìba, Brasile, oltre un milione di fedeli e l’arcivescovo di Manizales, in Colombia, Mons. Gonzalo Restrepo, oltre 800.000 cattolici.
In Africa, possiamo menzionare a titolo di esempio, la diocesi di Maputo, Mozambico, con oltre 1.200.000 cattolici, dove hanno firmato sia l’attuale arcivescovo, Mons. Francis Chimoio, che il suo predecessore, il cardinale Alexandre dos Santos. In Asia, fra gli altri, l’arcivescovo di Astana, Kazakhstan, Mons. Tomasz Peta e l’arcivescovo di Trivandrum, in India, Mons. Calis Soosa Pakiam.
Nell’ambito politico o pubblico, risultano tra i firmatari: il Dott. Alejandro Ordóñez Maldonado, Procuratore Generale della Repubblica di Colombia; Rick Santorum, già senatore (USA); il Principe Luiz di Orleans-Braganza, capo della Casa Imperiale del Brasile; gli europarlamentari Anna Zaborska (Slovacchia) e Ruza Tomasic (Croazia). Del mondo degli accademici hanno firmato diversi membri della Pontificia Accademia per la Vita: Josef Seifert, già Presidente della International Academy of Philosophy; Luke Gormally, Direttore emerito del Linacre Centre for Healthcare Ethics; Wolfgang Waldstein, professore emerito della Università di Salisburgo.
Altre figure accademiche sono, per esempio, il prof. Stephan Kampowski, dell’Istituto Giovanni Paolo II di Studi sul Matrimonio e la Famiglia e il prof. Massimo de Leonardis, direttore del Dipartimento di Scienze Politiche della Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
http://www.corrispondenzaromana.it/790-mila-cattolici-chiedono-al-papa-una-parola-di-chiarezza/

martedì 29 settembre 2015

Il Papa contro le donne

Enzo Bianchi, l’«umanista ateo» getta la maschera – di Antonio Livi

L’intervista apparsa su la Repubblica il 9 settembre scorso sarebbe ripetitiva e insignificante se non fosse anche il riassunto del vasto progetto politico-religioso di Enzo Bianchi (“La Chiesa del futuro”, a cura di Silvia Ronchey, il cui testo è stato tolto dal sito del Monastero di Bose e di Repubblica, ndr). Il “piccolo riformatore” piemontese ha affisso le sue “tesi” alla porta, non di una chiesetta della Germania cinquecentesca ma di un quotidiano romano la cui sede è a pochi passi dalla basilica di San Pietro.
Tutto è chiaramente simbolico: il giornale che lo intervista proprio perché parli male del cristianesimo e bene dell’islam (le domande sembrano proprio redatte da chi deve rispondere) è lo stesso giornale dove il suo fondatore, Eugenio Scalfari, ha lodato papa Francesco per avergli dato ragione in tutto, e in particolare sul rifiuto di Dio come creatore del mondo e come autore della legge morale naturale. Erano altri tempi quando La Repubblica usciva con un articolo in prima pagina intitolato «Il Papa contro le donne» (si trattava di una delle reiterate condanne dell’aborto da parte di san Giovanni Paolo II). Quel papa era da criticare ferocemente, e con lui tutta la tradizione dogmatica e morale della Chiesa cattolica. Il papa attuale invece va elogiato perché – dice esplicitamente Scalfari e dice implicitamente anche Bianchi – ha iniziato un’opera di demolizione della Chiesa come depositaria della verità rivelata da Cristo, per trasformarla in uno dei tanti movimenti “spirituali” che contribuiscono al “nuovo ordine mondiale”, che mira all’annullamento delle differenze tra le religioni e ultimamente all’annullamento della religione stessa.
Perché questo progetto mondialista si presenta talvolta come espressione del più genuino senso religioso, ma i suoi presupposti sono sempre quelli dell’umanesimo ateo. Lo scrissi nel 2012 a proposito della riduzione che Bianchi fa di Cristo a semplice modello di umanità, e lo ho ripetuto a proposito della riduzione che il cardinale Kasper fa dell’Eucaristia a mero strumento rituale dell’identificazione dei fedeli nella comunità. Ora, nel cosiddetto monastero di Bose, Bianchi ha chiamato proprio il suo maestro Kasper a parlare dell’ecumenismo, inteso logicamente come attività politico-culturale con la quale la Chiesa cattolica dovrebbe dissolversi in un’indifferenziata religiosità umanistica. E alla vigilia del convegno, Bianchi illustra alla compiacente e compiaciuta giornalista di Repubblica i criteri fondamentali del suo progetto etico-politico, che passa dalla critica di ogni dottrina e di ogni prassi della Chiesa cattolica che non siano omologabili all’ecumenismo inteso come indifferentismo religioso.
La prima critica di Bianchi colpisce la cristianità del quarto e quinto secolo: «Quando con Teodosio il cristianesimo è diventato religione dello stato imperiale la furia dei monaci – lo dico con dolore, mi strappa il cuore – ha distrutto i templi pagani, fatto uno scempio di opere d’arte non diverso da quello dell’Is, ma ben più vasto. È il motivo per cui san Basilio non ha mai usato nei suoi scritti la parola “monaco”: designava integralisti violenti, i talebani del momento. Guardando i secoli mi permetto di dire, pur con tutte le differenze: vediamo che altri rifanno a noi quello che abbiamo fatto». Poi fa continuare il discorso all’ignara giornalista: «Come ad Alessandria d’Egitto, quando fu distrutto il Serapeo e i parabalani del vescovo Cirillo assassinarono Ipazia. Nel “Libro dei testimoni”, lo straordinario martirologio ecumenico di Bose, questa martire pagana potrebbe trovare posto?». Ecco la scontata risposta di Bianchi alla non-domanda della giornalista di Repubblica: «Sì, come tutti coloro che – da Buddha a Savonarola, da Rumi a Gandhi – in qualunque religione o anche all’esterno hanno perseverato in una posizione di umanità».
Il discorso di Bianchi non potrebbe essere più chiaro: invece di unirsi alla Chiesa cattolica, che nel Martirologium Romanum, elenca i cristiani che hanno testimoniato eroicamente la loro fede in Dio, Enzo Bianchi elenca nel suo “martirologio ecumenico” una serie eterogenea di personaggi che avrebbero testimoniato una non precisata «posizione di umanità». Insomma, si tratta di un’altra esplicita professione di fede nella “religione dell’uomo”. La cosa strana, peraltro, è che Bianchi nomina, accanto al Buddha e ad altri maestri di spiritualità naturalistica (il persiano Rumi e l’indiano Gandhi), anche il frate domenicano Girolamo Savonarola, che per quanto vittima di lotte politiche tra Firenze e il Papa, non ha nulla a che vedere con l’umanesimo ateo, anzi è stato un uomo di autentica fede e di grande rigore morale, tanto che a Firenze si oppose energicamente ai costumi e anche alle arti dell’Umanesimo paganeggiante, tanto da far bruciare libri e quadri sconvenienti, proprio come avevano fatto i «monaci integralisti» contro i quali Bianchi  si era scagliato qualche riga più sopra.
Ma non è questa l’unica incongruenza del discorso di Bianchi (le ideologie non riescono a esprimersi senza tradire le loro contraddizioni interne). Più avanti egli si mostra entusiasta di papa Francesco, non perché sia, come tutti i suoi predecessori, il Vicario di Cristo (figuriamoci!), ma solo perché in qualche caso le sue direttive pastorali sembrano in sintonia con le direttive politiche emanate dalle lobbies installate negli organismi internazionali, dall’ONU all’UE, delle quali sono zelanti propagandisti La Repubblica e gli altri media di orientamento laicista, cioè massonico. Ad esempio, parlando delle direttive pastorali di papa Francesco riguardo all’accoglienza dei profughi in Italia, Bianchi va all’attacco di ogni opinione e di ogni prassi che a lui sembrano “disobbedienza” al Papa: «Il papa ha lanciato l’allarme già due anni fa, dopo la visita a Lampedusa. È rimasto inascoltato e credo che anche questo suo nuovo appello lo sarà. Il fastidio di un certo clero verrà magari dissimulato dall’ipocrisia religiosa, che è la più bieca e spaventosa di tutte». E poi: «Un mese fa il vescovo di Crema ha chiesto di ospitare i rifugiati in locali adiacenti una scuola cattolica, è stato contestato dalle famiglie. La situazione italiana è una vergogna, soprattutto nelle regioni tradizionalmente più cattoliche, il Veneto e la Lombardia».
L’intervistatrice domanda a Bianchi: «Il rifiuto è più sociale o più confessionale?», volendo forse far dire a Bianchi che si tratta di ragioni più religiose che politiche. E infatti Bianchi risponde: «Quello confessionale l’hanno gridato a suo tempo il cardinal Biffi e il vescovo Maggiolini, secondo cui bisognava eventualmente accogliere solo i cristiani. Ma il problema è la vera e propria fabbrica di paura dei barbari, edificata da forze politiche attente solo all’interesse locale, forze che prima di Francesco la chiesa italiana ha assecondato, anche se all’inizio sembravano assumere riti pagani, precristiani, quelli sì barbarici. Ora si proclamano cattolici ma io li chiamo cristiani del campanile. Il grande silenzio di una chiesa complice li ha aiutati a iniettare nel tessuto sociale del territorio il veleno della xenofobia».
Insomma, dove ci sono principi formulati dal pensiero unico, non c’è spazio per la coscienza e la responsabilità personale, non sono possibili interpretazioni e applicazioni prudenziali, nemmeno se vengono suggerite da pastori esemplari come Biffi e Maggiolini, la cui memoria (sono entrambi defunti) Bianchi non esita a infangare. E pensare che lo stesso Bianchi – i cui discorsi mancano non solo di fede soprannaturale ma anche di logica naturale – poco dopo sostiene che il dettame della propria coscienza prevale sull’obbedienza al Papa: «La dottrina cattolica del Vaticano II ribadisce con chiarezza che la coscienza prevale su qualsiasi autorità, anche su quella papale». Non è affatto questa la «dottrina cattolica» sul rapporto tra legge morale e coscienza: è piuttosto  la “dottrina Scalfari”, che ignora l’esistenza di Dio creatore e legislatore e la natura libera e responsabile degli atti umani.
La dottrina morale cristiana – che si estende anche agli orientamenti socio-politici che costituiscono la “dottrina sociale della Chiesa” – non è stata affatto rivoluzionata dal Concilio, come peraltro ebbe a chiarire definitivamente san Giovanni Paolo II con la sua enciclica Veritatis splendor. Ma tant’è: quando non è d’accordo con il Papa, Bianchi incita tutti a disobbedirgli, e quando invece è d’accordo esige da tutti la più assoluta obbedienza, anche quando non si tratta di veri e propri ordini (come sono quelli contenuti in precise leggi canoniche, dove sono specificati i tempi, i modi e i soggetti interessati).
Dove l’incoerenza del discorso raggiunge i vertici della più volgare dialettica ideologica è quando Bianchi tesse le lodi della «tolleranza islamica», da contrapporre all’intolleranza dei cristiani, sia di Oriente che di Occidente. Senza preoccuparsi di distinguere l’espansione militare degli Arabi da quella dei Turchi, senza accennare alle persecuzioni di cristiani e di ebrei iniziate già con Maometto, Bianchi racconta questa favola: «Al tempo della conquista musulmana i cristiani del Medio Oriente hanno aperto le porte delle loro città agli arabi che portavano libertà di culto e affrancavano dalle angherie economiche del governo imperiale cristiano. La convivenza di cristiani, ebrei e musulmani nel corso del medioevo islamico ha fatto fiorire momenti di cultura straordinari, come nel mondo sufita, che conosco bene». Allargando il discorso, aggiunge: «L’islam è una religione di pace e mitezza con una mistica di forza pari a quella cristiana».
Ecco di nuovo la voluta confusione dei termini propriamente religiosi,con l’intenzione di riconoscere in ogni religione – e anche al di fuori di ogni religione, come prima ha detto – valori umanistici. Bianchi sa bene che la parola “mistica”, in un contesto religioso cristiano, ha il significato di unione di volontà e di affetti con Dio Uno e Trino, e non è mai possibile senza la fede nel Verbo Incarnato; al di fuori di questo contesto la parola “mistica” non ha il medesimo significato religioso, soprattutto se la divinità di  Cristo viene negata e la Trinità viene considerata una corruzione blasfema della vera nozione di Dio. E non ne parliamo nemmeno se di tratta della mistica che si pretende di riscontrare nel pensiero panteistico (neoplatonismo) o addirittura ateo (buddismo, induismo).
Passando poi dalla  mistica alla violenza, e volendo ripartirne equamente la colpa a cristiani e islamici, Bianchi espone la teoria aberrante della pari verità e della pari falsità di tutti i cosiddetti “libri sacri”, che andrebbero interpretati alla luce – guarda un po’ – della morale umanistico-atea: «Se nel Corano ci sono testi di violenza, non sono molto diversi da quelli che troviamo nella Bibbia e che ci fanno inorridire. La lettura integralista della Bibbia può rendere integralisti quanto quella del Corano. L’esegesi storico-critica delle scritture, cui il cristianesimo è approdato con fatica e subendo terribili condanne dell’autorità ecclesiastica, è il primo passo di un lungo cammino che aspetta anche i musulmani. Nel frattempo servono ascolto, dialogo, seri studi universitari per dissipare la propaganda ideologica che attecchisce sull’ignoranza: non è vero che l’islam è una religione della violenza e della jihad, affermarlo serve solo a giustificare la nostra nei suoi confronti».
Insomma, nel cristianesimo non ancora riformato da Bianchi c’è solo violenza, ipocrisia e/o ignoranza. E la colpa dell’ignoranza va attribuita all’«autorità ecclesiastica» (san Pio X?) che avrebbe ostacolato con «terribili condanne» la lotta dei teologi illuminati (i modernisti?) per liberare i fedeli dall’interpretazione integralistica della Scrittura. Così Bianchi conferma il suo progetto di graduale eliminazione di tutti quegli aspetti di verità soprannaturale che sono propri della Chiesa cattolica, a cominciare dall’ispirazione divina della Scrittura e dal carisma dell’infallibilità conferito da Cristo al Magistero, che della retta interpretazione della Scrittura è garante (contrariamente a quanto pretende Lutero con la dottrina del “libero esame”)…
Eliminata la verità di Dio creatore e autore della legge naturale;eliminata la verità di Cristo, unico «Salvatore dell’uomo», e quindi la verità di Dio uno e trino; resta da eliminare – per finire di togliere al cristianesimo la sua dimensione soprannaturale – la verità di Maria «Madre del Redentore». E Bianchi, per denigrare il culto mariano (inviso ai protestanti e quindi considerato da Bianchi un ostacolo sulla via dell’ecumenismo), non esita a tirare in ballo il vecchio tema della misoginia nella Chiesa cattolica: «Si dice sbrigativamente che certi musulmani siano ancora nel medioevo. Ma il velo completo per le suore di clausura è stato abolito solo nel 1982. È molto recente la presa di coscienza della pari dignità della donna e dell’uomo nel cristianesimo, che non ha ancora nemmeno il linguaggio per esprimerla. La soggezione delle donne agli uomini è un retaggio scritturale nell’islam, ma è presente anche nelle nostre scritture: san Paolo afferma che le donne non devono assolutamente parlare nell’assemblea della chiesa e devono stare a capo coperto. Di nuovo, serve una rilettura storico-critica di tutti i libri sacri, per scorgerne l’intenzione e non le forme. Nella chiesa c’è buona volontà ma poi della donna si hanno immagini irreali: il modello di Maria, vergine e madre, che non può essere il riferimento per una promozione della donna nella chiesa; l’idea, insinuata per moda, che la Madonna sia più importante di San Pietro, idea insipiente come dire che la ruota in un carro è più importante del volano… Non siamo ancora capaci di prendere sul serio l’uguaglianza indubbia tra uomini e donne. Il cammino per la chiesa è ancora lunghissimo perché ovunque ci sia un esercizio di comando restano gli uomini, mentre le donne sono confinate al servizio umile».
Indubbiamente Bianchi sogna (assieme a Hans Küng) una riformadella Chiesa cattolica che la porti ad assomigliare alle comunità protestanti, con donne-sacerdoti e donne-vescovi. Ma per i cattolici dotati di buon senso e di autentico sensus fidei questo non è un bel sogno, anzi è un incubo. Ho letto tanti commenti di laici che sul web hanno espresso la loro indignazione di fronte alle assurdità teologiche di Bianchi nel suo ultimo intervento pubblico. Trascrivo uno qualsiasi di questi commenti: «Le monache di clausura sapevano che, consacratesi a Cristo, avrebbero fatto anche la scelta del velo. Purtroppo le donne islamiche vengono costrette in quanto donne, e non è loro scelta quella di portare il velo. La Bibbia dice cose che prese alla lettera sono peggio del Corano? Bianchi dimentica che siamo cristiani cattolici. Che la nostra non è una religione del libro, che Cristo è Dio incarnato che ha portato quelle novità che hanno spazzato via le regolette molto care ai Farisei. Che c’è il Vangelo… Di che cosa parla quest’uomo? La Madonna è meno importante di San Pietro? Maria è l’unica creatura nata senza peccato originale, San Pietro era un peccatore, poi pentito e scelto per fondare quella Chiesa che Bianchi pare non amare. Stiamo parlando di due livelli diversi, non vedo classifiche, non ci ho pensato mai».
Aggiungo, per completezza, che il culto dovuto a Maria è baso su dogmi fondamentali della verità cristiana. Bianchi non ignora il concilio ecumenico di Efeso (anno 351), dove la Madonna è stata proclamata “theotokos”, ossia “madre di Dio”. Ma a Bianchi non interessano i dogmi, anzi vorrebbe eliminarli tutti uno per uno. Io, se qualche volta volesse ascoltare, gli ricorderei che anche il Vaticano II, che per lui è “il Concilio”, l’unico, ha confermato la dottrina di sempre sul culto mariano nel capitolo ottavo della costituzione dogmatica Lumen gentium. E gli farei anche notare che, se si ostina a non accettare gli insegnamenti di san Giovanni Paolo II sul culto mariano e sul ruolo della donna nella Chiesa (vedi laMulieris dignitatem), potrebbe almeno rispettare la grande devozione mariana di Francesco, il papa del quale egli si presenta come legittimo interprete.
Concludo allargando il discorso. Come i lettori della Nuova Bussola Quotidiana sanno bene, sono anni che io denuncio inutilmente le assurdità teologiche di Enzo Bianchi. Ho detto e ripeto che materialmentesono indubbiamente eresie, anche se formalmente non hanno la dignità di un discorso eretico, perché sono solo strumenti dialettici di una politica ecclesiastica a favore della lobby umanistico-atea. Lui, imperterrito, continua a pontificare, forte dell’appoggio istituzionale di chi è a capo di quella lobby e dell’appoggio mediatico della cultura “laica” (così si suole dire per non dire “massonica”).
Il bello è che nemmeno lo stesso Bianchi è stato capace di contraddirele mie critiche alla sua falsa teologia, ad esempio quando gli facevo notare che parlava di Cristo come di una creatura, negandone esplicitamente la divinità (del resto lo ha imparato dal suo maestro Walter Kasper, il quale lo ha imparato a sua volta da Karl Rahner). Ogni volta che ha replicato alle mie critiche teologiche, Bianchi non ha saputo dire altro che in Vaticano lo stimano e lo nominano consulente di questo o di quello, e che i vescovi italiani lo chiamano continuamente a parlare ai fedeli delle loro diocesi, eccetera. Cose che sono vere (purtroppo!) ma nulla hanno a che vedere con le mie critiche, che non sono rivolte alla persona ma alle sue dottrine, e sono teologicamente ineccepibili, perché fondate sulla fede e sulla logica (l’una e l’altra cosa insieme).
Bianchi si è sempre comportato come Bruno Forte, Gianfranco Ravasie tanti altri che di fronte alle mie critiche teologiche (cfr il mio trattato su Vera e falsa teologia) non tentano nemmeno di confutarle ma si accontentano di mostrarmi orgogliosamente le loro insegne episcopali o cardinalizie. A me non resta che pregare, mentre continuo a consigliare tutti di non prendere per magistero quello che Magistero assolutamente non è.
Fonte:  La Bussola Quotidiana

Dio mi abbia fatto più forte del mio tumore

12enne malato di tumore, “prete per un giorno”



“Penso che Dio mi abbia fatto più forte del mio tumore al cervello”, ha dichiarato Brett Haubrich


Tutto il tuo mondo crolla perché non hai mai pensato che potesse accadere”. Così Eileen Haubrich ha commentato la malattia di suo figlio Brett, di 12 anni, un tumore al cervello inoperabile che il bambino sta combattendo con tutte le sue forze.

La malattia è stata diagnosticata lo scorso anno, e Brett si è già sottoposto a vari cicli di chemioterapia e radioterapia.
Ha affrontato ogni ciclo come se fosse un giorno qualsiasi”, ha commentato il papà Conrad. “Ha preso le sue medicine sapendo che dopo pochi giorni si sarebbe sentito male”.

La malattia impedisce a Brett di dedicarsi al suo sport preferito, il football, perché soffre di brevi perdite di memoria occasionali.
Il mio tumore al cervello è terribile. Lo odio”, ha confessato Brett. “Mi frustra tantissimo il fatto di dimenticare le cose”.


Fede rafforzata
La difficilissima esperienza che sta vivendo ha tuttavia rafforzato il suo rapporto con la fede e con la Chiesa.
Uno dei sogni di Brett è già diventato realtà. La fondazione Make-A-Wish, infatti, lo ha aiutato in primavera a diventare “sacerdote per un giorno” con l’arcidiocesi di St. Louis (Aleteia, 16 aprile 2015).

Speranza per il futuro
L’ultima risonanza magnetica sostenuta da Brett non ha mostrato segni di tumore. Il bambino si è ripreso, e spera di tornare un giorno sul campo di football.
Sono grato per come Dio mi ha permesso di riprendermi. Mi ha fatto ristabilire molto bene. Molti bambini non hanno questa possibilità”, ha affermato.
È un vero miracolo che vada così bene”, ha detto la mamma, attribuendo questo risultato anche a tutte le preghiere ricevute da tutto il mondo, a quelle della famiglia e all’intercessione dei santi, Padre Pio in testa.
Brett prega ogni sera Padre Pio; è il nostro santo preferito”, ha confessato Eileen, aggiungendo che lei e il marito ungono Brett con olio benedetto in onore di Padre Pio e hanno anche una sua reliquia.

lunedì 28 settembre 2015

«armeggiano» nel Tabernacolo

Laici che «armeggiano» nel Tabernacolo: un altro diffuso abuso. Solo il Sacerdote lo può fare  Istruzione Cattolica 



Pensiamo in primo luogo all'essenza dell'Eucaristia. Nostro Signore Gesù Cristo ci ha lasciato il tesoro dell'Eucaristia nell'Ultima Cena, il Giovedì Santo. La Chiesa custodisce con somma cura questo tesoro, ma la Chiesa non è un'astrazione, un'idea; la Chiesa siamo tutti noi battezzati. E noi vescovi e sacerdoti siamo qui per santificare, reggere, insegnare e curare con zelo il tesoro dell'Eucaristia; sono queste le nostre principali responsabilità. I fedeli sono quindi chiamati alla corresponsabilità nella vita ecclesiale e a svolgere un servizio, anche liturgico.

Svolgere un officio nella liturgia non è però necessario perché un fedele possa partecipare in modo attivo e fruttuoso alla Messa. Dobbiamo rispettare la dignità dei laici, evitando ogni “clericalizzazione”. Nessuno deve pensare che le persone che svolgono offici liturgici siano cristiani migliori.

Detto questo, va detto che il ministro ordinato, che è il ministro ordinario della Comunione, è l'unico che normalmente può e deve aprire il tabernacolo per prendere le Ostie sacre, per prendere o portare la riserva, fare l'esposizione del Santissimo, ecc.

Al termine del rito della Comunione durante la Messa, “le ostie consacrate avanzate vengano o immediatamente consumate all’altare dal Sacerdote o portate in un luogo appositamente destinato a conservare l’Eucaristia” (Redemptionis Sacramentum, 107). Gli accoliti istituiti e/o i cosiddetti ministri straordinari della Comunione non devono quindi accedere al tabernacolo, e meno che meno alla presenza del sacerdote e nel pieno della celebrazione eucaristica.

Se questo accade, è un abuso che purtroppo viene concesso da alcuni sacerdoti. “L’accolito è istituito per il servizio all’altare e per aiutare il sacerdote e il diacono. A lui spetta in modo particolare preparare l’altare e i vasi sacri, e, se necessario, distribuire l’Eucaristia ai fedeli di cui è ministro straordinario” (Ordinamento Generale del Messale Romano, 98).

Deve essere quindi chiaro che in genere gli accoliti e/o i ministri straordinari della Comunione aiutano a distribuire in casi eccezionali l'Eucaristia, ma non possono, quando c'è un sacerdote che celebra, aprire o chiudere il tabernacolo, né andare a cercare o riporre al termine della Comunione le ostie.

“Se tuttavia il bisogno della Chiesa lo richiede, in mancanza dei ministri sacri, i fedeli laici possono, a norma del diritto, supplirlo in alcune mansioni liturgiche” (Redemptionis Sacramentum, 147).
Solo in casi del tutto straordinari ed estremamente necessari, quindi, un accolito – che è un ministro straordinario della Comunione – può accedere al tabernacolo, ad esempio quando un sacerdote molto anziano non riesce a camminare e non ci sono altri ministri ordinati, o anche, in terra di missione, quando non c'è un sacerdote nella comunità e si richiede di portare la Comunione a qualche malato, fare l'esposizione del Santissimo, ma con la pisside e senza dare la benedizione, ecc.

“Ministro dell'esposizione del santissimo Sacramento e della benedizione eucaristica è il sacerdote o il diacono; in speciali circostanze sono ministri della sola esposizione e riposizione, ma non della benedizione, l'accolito, il ministro straordinario della sacra comunione o altra persona designata dall'Ordinario del luogo, osservando le disposizioni del Vescovo diocesano” (Codice di Diritto Canonico, 943); quanto detto implica che in quelle circostanze speciali una persona che non sia ministro ordinato possa aprire o chiudere il tabernacolo.

In ogni caso, bisogna fare grande attenzione perché ci sono molte situazioni che si prestano ad abusi e si giustificano con presunte “necessità pastorali”. È dunque importante vigilare, perché bisogna recuperare il rispetto, la solennità e tutto ciò che è adeguato alla liturgia. “Ove lo suggerisca la necessità della Chiesa, in mancanza di ministri, anche i laici, pur senza essere lettori o accoliti, possono supplire alcuni dei loro uffici, cioè esercitare il ministero della parola, presiedere alle preghiere liturgiche, amministrare il battesimo e distribuire la sacra Comunione, secondo le disposizioni del diritto” (Codice di Diritto Canonico, 230, 3).

È chiaro che questi ministri straordinari o laici devono rispettare certi requisiti, a cominciare dal fatto che devono essere nominati dall'ordinario del luogo.
http://gloria.tv/media/R2MXm5fhskF

persino Ratman ci ride dietro

Aumenta il divario tra un certo Occidente cristiano e l'Oriente cristiano tradizionale ....


Riporto la notizia dal blog "Una Fides". 
Un annuncio di sicuro impatto con il giovane pretonzolo belloccio, barba di tre giorni (tanto per far più "macho") e descamisado (ma con la camicia aperta da una certa altezza in giù) che ammicca chi lo ammira e sembra dire: "Vieni al Management pastorale, magari... mi conoscerai!!!". Mio Dio, che mezzucci! Certo non avrebbero mai messo l'immagine di almeno l'80% del clero europeo essendo pubblicitariamente repellente di cui ecco il modello di media: doppio mento, "panza", calvo, giallo in volto e con settanta o più anni sul gobbone!

Immediatamente mi viene in testa san Paisios del Monte Athos che diceva: "Qui da noi a Salonicco alcuni (ortodossi) hanno inventato la teologia pastorale. Ma se noi facciamo dei programmi pastorali che ci sta a fare lo Spirito Santo nella Chiesa?". Il santo non era un ingenuo e sapeva che, più ci si sostituisce all'azione di Dio (che agisce attraverso uomini purificati dalla grazia, non semplicemente attraverso intellettuali che si illudono di poter stabilire dei programmi a tavolino per portare gente in chiesa), più Dio si mette da parte e la Chiesa sfiorisce. 


Che si scappi dalle chiese è oramai così evidente 

che pure un fumetto di Ratman ci ironizza su.

Ne è ampia prova la crescente indifferenza della gente, nonostante dalle nostre parti s'inventino "Cristoteche" (vedi qui), messe danzanti (vedi qui) e bar nei quali "cantare Dio" bevendo e divertendosi o vedendo programmi sportivi (vedi qui). Ora, per ultima, arriva pure questa novità che non può che lasciarmi freddo. Ci si trasforma sempre più in Marta e di Maria non sappiamo più quale sia la fisionomia e l'utilità, lasciandola incarnare in qualcuno che riteniamo pazzo e che, imbarazzati, confiniamo immediatamente in qualche residua trappa del mondo Cattolico.
 
http://traditioliturgica.blogspot.it/
In Oriente, intanto, affascinati dall'efficientismo e dalle apparenze occidentali, si sta pian piano cadendo nella medesima trappola con cui si equivoca l'essere con l'apparire. Le radici cristiane, quelle vere, che poi sono radici mistiche, si perdono sempre più. L'unità che si prospetta odora sempre più di unione nella comune decadenza, non nella santità ... Ecco perché non riusciamo a capire come mai 12 apostoli abbiano avuto così successo, contro migliaia di operatori pastorali che, alla fine, fanno scappare gran parte della gente.

falsi profeti e falsa misericordia

La falsa alternativa della medicina della Misericordia




Pare che oggi sia scomparsa dalla Chiesa la condanna del peccato.

Non diciamo che non si dichiari più che questo o quello sia peccato; diciamo solo che lo si fa così timidamente e dolcemente da sembrare, anche per la Chiesa, una questione non grave. Sì, generalmente oggi si fa così. Se si dice ancora che un'azione è peccato, parte subito tutta un’opera di addolcimento dell'accusa, per non spaventare il peccatore, per accoglierlo comunque, dicendo subito che la misericordia vince. Ma la misericordia di Dio la si comprende bene solo se si coglie tutta la gravità del peccato. Oggi ormai ha vinto questa linea nella Chiesa, disastrosa dal punto di vista della cura delle anime, disastrosa per la pastorale, come si suol dire oggi.


Non è solo il mondo ad aver fatto il disastro morale di oggi, troppo comodo incolpare solo quelli di fuori! Siamo noi che non abbiamo più parlato con chiarezza della gravità del peccato, del peccato mortale, del pericolo dell'anima che muore in stato di impenitenza finale. Siamo noi che abbiamo “scherzato”, parlando di peccato e di misericordia (quasi fosse questa una concessione preventiva al tradimento di Dio), non aiutando le anime nel ravvedimento e nel vivere secondo Dio. Vivere nel peccato vuol dire perdere la vita. Non abbiamo più detto che il peccato dispiace a Dio, che rovina l'esistenza quaggiù e chiude il Paradiso. Non abbiamo più parlato di dolore del peccato, di contrizione, e poi ci stupiamo che non ci si confessi più!

Il nuovo corso è iniziato quando si è cominciato a dire che la Chiesa (“moderna”) preferisce la medicina della misericordia a quella della condanna. Si è addirittura fatto un Concilio per dire che non si voleva condannare più l’errore. Si è d'autorità deciso, per esempio, di tacere sul male “religioso” del '900, il comunismo ateo con tutti i suoi errori ed orrori.

Invece la Chiesa, nel passato, non distinse mai la misericordia dalla condanna del peccato! Sono entrambe azioni necessarie nell'opera di Dio, nell'opera di salvezza delle anime: la condanna seria del peccato apre l'anima alla possibilità del dolore che salva; la misericordia dona la grazia del perdono, a chi la domanda.

Terminiamo con una pagina di J. H. Newman, dell'Apologia pro vita sua, dove, parlando dell'Infallibilità della Chiesa, la introduce così:

“Anzitutto, la dottrina del maestro infallibile deve iniziare da una vibrata protesta contro lo stato attuale dell'umanità. L'uomo si è ribellato al suo Creatore. Questa ribellione ha provocato l'intervento divino; e la denuncia della ribellione dev'essere il primo atto del messaggio accreditato da Dio. La Chiesa deve denunciare la ribellione come il più grave di tutti i mali possibili. Non può scendere a patti; se vuole essere fedele al suo Maestro, deve bandirla e anatemizzarla. [...]


La Chiesa cattolica pensa sia meglio che cadano il sole e la luna dal cielo, che la terra neghi il raccolto e tutti i suoi milioni di abitanti muoiano di fame nella più dura afflizione per quanto riguarda i patimenti temporali, piuttosto che una sola anima, non diciamo si perda, ma commetta un solo peccato veniale, dica una sola bugia volontaria o rubi senza motivo un solo misero centesimo.”

Ecco come il beato Newman, erroneamente considerato come precursore del Vaticano II, fa eco alla grande Tradizione della Chiesa, che anche sugli aspetti morali è di semplice ed estrema chiarezza. Altro che le elucubrazioni pastorali di oggi che hanno prodotto parrocchie dove la maggioranza dei fedeli vive strutturalmente in peccato mortale.

Ascoltiamo Newman, ascoltiamo la Chiesa: la Misericordia inizia con la denuncia del peccato, dicendone tutta la sua gravità.

http://gloria.tv/media/6nviri3NZfw

domenica 27 settembre 2015

non ci abituiamo alla meraviglia

dall' Eucarestia
effondi la fiamma del tuo Amore





Gesù amaci, dalla tua Eucarestia
effondi sopra di me la fiamma del tuo Amore.
   Fa' che non ci abituiamo
alle meraviglie della tua Eucaristia.
   Fa' che ogni giorno
restiamo abbacinati
davanti al mistero della tua Passione e Morte.
   Fa' che non discendiamo dall'altare
se non con il cuore in subbuglio,
con il cuore amareggiato
alla vista dell'Amore Crocifisso.
   Fa' che non discendiamo dall'Altare
se non barcollando
per aver preso parte
al più tremendo e al più santo
avvenimento della Storia.
   Non abbandonarci
alla nostra Umanità, o Gesù,
in quel momento
non siamo che peccatori

p. Mario Borzaga

6 novembre 1958

sabato 26 settembre 2015

La chiesa e il cinghiale

La vigna e il cinghiale

Perché hai abbattuto la sua cinta […]?
La devasta il cinghiale del bosco (Sal 80 [79], 13-14).




di p. Elia.


Quando papa Leone X, nel 1520, applicò la metafora salmica al rivoluzionario di Wittenberg, la cinta della vigna diletta era ancora saldamente in piedi. Certo, buona parte del Popolo di Dio – clero, religiosi e laici – aveva bisogno di un’urgente riforma, che alcuni illuminati vescovi e fondatori avevano già avviato; ma la devastazione provocata dal cinghiale fu allora efficacemente arginata da un Concilio ecumenico e dalle eroiche imprese apostoliche di nuovi ordini religiosi, come i Gesuiti e i Cappuccini, che riconquistarono alla Chiesa Cattolica ampie regioni d’Europa. D’altronde il ribelle, che morirà suicida dopo l’ennesima crapula, aveva avuto successo unicamente per ragioni politiche, grazie all’appoggio di principi altrettanto ribelli all’autorità costituita dell’Imperatore romano-germanico. L’Europa si spaccò in due e fu sconvolta da quasi un secolo e mezzo di guerre spaventose; ma la Chiesa Cattolica rimase cattolica.

Il diavolo, non soddisfatto di questa vittoria dimezzata, continuò il suo lavorio demolitore cercando di infiltrarsi nella vigna stessa. Visto che rivoluzioni francesi, liberali e comuniste non erano riuscite ad abbatterne la cinta, bisognava che qualcuno lo facesse dall’interno. Le ideologie dell’Ottocento erano state bollate dal beato Pio IX, l’eresia modernista condannata da san Pio X, i germogli del neo-modernismo recisi dal venerabile Pio XII … Ci voleva qualcuno che – scientemente o meno – aprisse la porta al nemico e lo facesse salire in cattedra, magari sotto le spoglie di periti invitati in cattedra della chiesa, i quali ne prendessero surrettiziamente il controllo e riuscissero ad ipnotizzare più di duemila vescovi perché firmassero i documenti da loro elaborati. Leone XIII aveva ben visto, in visione, nugoli di demòni scendere in picchiata sulla basilica di San Pietro; la grande euforia di cinquant’anni fa non poteva quindi presagire nulla di buono.

Così fu abbattuta la cinta, e subito svariati animali selvatici cominciarono a scorrazzare indisturbati, calpestando la vigna e riempiendola dei loro escrementi. Lucifero sguinzagliò i suoi agenti più arditi nel cuore stesso del santuario, dove un papa tentennante e angosciato portò a termine il concilio e le sue prime applicazioni innovatrici. Il successore, avendo subito voluto veder chiaro nell’infiltrazione massonica della Sede Apostolica, fu presumibilmente stroncato col veleno dopo appena trentatré giorni di regno. Poi un gigante slavo e un angelo transalpino tentarono di salvare il salvabile – o forse anche ciò che non era salvabile – aprendo così un varco al ripristino della vera Chiesa. .... Ma non più il Lutero, frate forzato e nevrotico di cinquecento anni orsono, ....

Un colpo da maestro … si verifica uno scatenamento di demòni, specie di quello dell’impurità. Ciò contro cui si accanisce di preferenza, non a caso, è l’unione santa dell’uomo e della donna come fondamento della famiglia: approvazione dell’omosessualità, ammissione della separazione e del divorzio, incondizionata indulgenza per l’aborto … l’abolizione di fatto del matrimonio indissolubile. Ormai anche agli atei conviene sposarsi in chiesa, visto che questo è ammesso e che lo scioglimento è più facile del divorzio civile, è più veloce e – soprattutto – non costa nulla. I produttori di telenovelas sono già pronti a sfruttare il nuovo filone narrativo; anche i buoni cattolici potranno ormai identificarsi con i loro personaggi.

Ma tutto questo era stato previsto e annunciato dal Cielo. Nel lontano 1610 la Madonna così istruiva Mariana de Jesús, giovane religiosa di Quito: «Ora ti faccio sapere che dalla fine del secolo XIX e da poco dopo la metà del secolo XX, in quella che oggi è la Colonia e che un giorno sarà la Repubblica dell’Ecuador [attualizzando: in ogni parte del mondo], esploderanno le passioni e vi sarà una totale corruzione dei costumi, perché Satana regnerà quasi completamente per mezzo delle sètte massoniche [che allora non esistevano ancora]. Essi si concentreranno principalmente sui bambini per mantenere questa corruzione generale. Guai ai bambini di quei tempi! Il sacramento del Matrimonio, che simboleggia l’unione di Cristo con la sua Chiesa, sarà attaccato e profondamente profanato. La Massoneria, che sarà allora al potere, approverà leggi inique con lo scopo di liberarsi di questo sacramento, rendendo facile per ciascuno vivere nel peccato e incoraggiando la procreazione di figli illegittimi, nati senza la benedizione della Chiesa».

La Vergine proseguiva profetizzando la deviazione e corruzione del clero, quasi a voler indicare la causa della decadenza collettiva nel venir meno del baluardo opposto da Dio all’opera devastatrice portata avanti dai servitori del demonio. Nel 1634 Gesù stesso le mostrò come l’orrendo e pestifero cinghiale della Massoneria entrava nella meravigliosa e fiorente vigna della Chiesa, lasciandola annientata e in completa rovina: «Lo spirito di impurità, che saturerà l’atmosfera in quei tempi, come un oceano ripugnante inonderà le strade, le piazze e i luoghi pubblici con un’incredibile libertà. Attraverso l’acquisizione del controllo su tutte le classi sociali, la setta massonica sarà così astuta da penetrare nel cuore delle famiglie per corrompere persino i bambini e il diavolo si glorierà di nutrirsi con perfidia della squisita delicatezza del cuore dei bambini». Anche il Signore additava poi la degradazione di sacerdoti e religiosi e i terribili castighi che ne sarebbero seguiti; ma di questo ci occuperemo, a Dio piacendo, in un prossimo articolo.

Che dire? Fiat voluntas tua … ! Se tutto questo è necessario, Padre santo, per la rinascita della Chiesa dai Tuoi figli fedeli, che non possono più sopportare quest’ignobile farsa e sono pronti, a un Tuo minimo cenno, a dissociarsene pubblicamente, da’ loro la forza di resistere mantenendosi fedeli alla Tua Parola. Tu stai passandoli al vaglio per separarli dai traditori, da quel Giuda che hai misteriosamente ammesso fra gli apostoli di Tuo Figlio con un compito necessario al trionfo del Tuo Regno. Ti prego, custodiscili dal maligno – non perché potrebbe ancora ingannarli, ma perché non si scoraggino e non cedano all’amarezza, alla ribellione, all’arroganza … Non permettere che siano tentati di superbia, ma conservali semplici e miti, puri di cuore e di costumi, invincibili agnelli in mezzo a lupi feroci che tuttavia nulla possono contro i Tuoi piccoli, purché questi si mantengano stretti sotto il manto della Tua Sposa immacolata, loro Madre e Maestra infallibile, perfezione vivente della Tua santa Chiesa.

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/09/don-elia-la-vigna-e-il-cinghiale.html?spref=fb

venerdì 25 settembre 2015

Si avvicina una grande devastazione

"Si avvicina una grande
 devastazione” 


Beata Anna Caterina Emmerich
“Vidi una strana chiesa che veniva costruita contro ogni regola…"
Non c’erano angeli a vigilare sulle operazioni di costruzione. In quella chiesa non c’era niente che venisse dall’alto … C’erano solo divisioni e caos. Si tratta probabilmente di una chiesa di umana creazione, che segue l’ultima moda…”
“In quei giorni, la Fede cadrà molto in basso, e sarà preservata solo in alcuni posti, in poche case e in poche famiglie che Dio ha protetto dai disastri e dalle guerre”
"Stavano costruendo una Chiesa grande, strana, e stravagante. Tutti dovevano essere ammessi in essa per essere uniti ed avere uguali diritti: evangelici, cattolici e sette di ogni denominazione”
“Ho visto di nuovo la strana grande chiesa. Non c’era niente di santo in essa.
“La Chiesa si trova in grande pericolo. Dobbiamo pregare affinché il Papa non lasci Roma; ne risulterebbero innumerevoli mali se lo facesse. Ora stanno pretendendo qualcosa da lui"
"rimangono a mala pena un centinaio di sacerdoti che non siano stati ingannati. Tutti lavorano alla distruzione, persino il clero.
"Si avvicina una grande devastazione”