venerdì 28 febbraio 2014

SOLENNI 40 ORE a FERRANDINA

Adorazione eucaristica

Una Presenza che continua
Inos Biffi



Ferrandina, rettoria della B.V. Maria Addolorata

"Subito dopo la consacrazione (statim post consecrationem)", "in forza delle parole (vi verborum)" - dichiara il concilio di Trento - avviene una "conversione mirabile e singolare" del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo: "conversione - prosegue lo stesso Tridentino - che la Chiesa cattolica con termine appropriatissimo chiama transustanziazione" (Decretum de sanctissima Eucharistia, capitolo 4, e canone 2).

Senza dubbio, l'esperienza sensibile non avverte alcun mutamento. La certezza che nel "santissimo sacramento dell'Eucaristia" - sempre secondo il Tridentino - "è contenuto veramente, realmente, sostanzialmente il corpo e il sangue di nostro Signore Gesù Cristo, con l'anima e la divinità, e quindi Cristo tutto intero", non è attestata né dalla vista né dal tatto né dal gusto, come canta Tommaso d'Aquino nell'Adoro te devote, ma è tutta e interamente fondata sull'ascolto della parola del Signore, della quale nulla è più vero: Visus, tactus, gustus, in te fallitur, / sed auditu solo tute creditur. / Credo quicquid dixit Dei Filius, / nichil ueritatis verbo uerius.



Sono note la diffidenza e le reazioni al termine "transustanziazione", perché attinto al linguaggio di una filosofia superata e quindi da ritenersi inattuale[1]. Trento, da parte sua, lo ritiene invece "appropriatissimo"; e lo è, infatti, per dire che, in virtù della potenza di Cristo e dell'opera dello Spirito Santo, l'identità del pane e del vino viene realmente mutata nell'identità del Corpo e del Sangue del Signore.

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