venerdì 31 maggio 2013

Fabiana Luzzi

Negri: «L’assassinio di Fabiana Luzzi frutto dell’apostasia da Cristo»  
 
fabiana-luzziL’arcivescovo ha parlato del terribile omicidio della giovane quindicenne di Corigliano Calabro. «È ancora possibile lasciare migliaia di giovani in una situazione di sostanziale ineducazione?»
L’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, monsignor Luigi Negri, ha espresso, durante una recente celebrazione liturgica, tutto il proprio sgomento per l’assassinio di Fabiana Luzzi, la quindicenne di Corigliano Calabro, accoltellata e bruciata dal fidanzato.
Negri ha rivolto la sua attenzione al problema educativo e si è chiesto se il mondo degli adulti sia consapevole di quale baratro si sia aperto ormai nel mondo giovanile: «È ancora possibile lasciare migliaia e migliaia di giovani in una situazione di sostanziale ineducazione che li abbandona a vite e a divertimenti senza nessuna misura, e che rende queste vite sostanzialmente già perdute in partenza? Dominate dall’alcol, dalla droga, dalle reazioni istintive, dalle violenze incontrollate e incontrollabili».

SOCIETA’ EMPIA. Per il vescovo «è necessaria una ripresa fondamentale di coscienza da parte dei genitori, delle istituzioni educative, e certamente da parte della Chiesa, perché questa enorme possibilità positiva che è la gioventù, per il presente e per il futuro della società, non diventi una tragica perdita di intelligenza, di volontà, di affezioni, di capacità di sacrificio e di capacità di dedizione».
«Questo – ha aggiunto – è certamente il risultato di quell’empietà di fondo che caratterizza l’ideologia dominante di questa società. È il frutto amaro di quell’apostasia da Cristo che, come ha più volte ricordato Benedetto XVI, finisce per diventare l’apostasia dell’uomo da se stesso. Quando le cose arrivano a questi livelli è necessario riprendere con umiltà un atteggiamento di fede di fronte a Gesù Cristo e chiedergli il coraggio di una testimonianza vera davanti al mondo, e una capacità di carità che sappia accogliere gli uomini, come ci insegna quotidianamente papa Francesco, anche nella tragicità della loro condizione, per coinvolgerli nel grande e pacificante annunzio che il Signore rende nuove tutte le cose, e quindi può incominciare a cambiare fin d’ora il nostro cuore, e farci camminare con Lui e dietro di Lui verso la pienezza della nostra umanità. La Vergine delle Grazie, che veneriamo nella nostra bellissima Cattedrale, ci aiuti a vivere il nostro sacrificio quotidiano e la compassione che ci stringe ad ogni uomo che ci vive accanto».

giovedì 30 maggio 2013

Eucaristia e satanismo

EUCARISTIA




Parliamo di profanazioni, atti sacrileghi e blasfemi. Ostie consacrate che vengono trafugate da adepti satanisti, messaggi inviati in redazione da chi frequenta riti diabolici, indagini aperte in numerose diocesi d'Italia per preservare la sacralità dell'ostia. Ospite in studio Don Aldo Bonaiuto, animatore del numero Antisette per la comunità Giovanni XXIII. I segni esoterici e sacrileghi, come pissidi svuotate e sacrestie prese d'assalto, sono la drammatica realtà che sconvolge i vescovi e i fedeli di tante regioni italiane: dalla Toscana alla Sicilia, gli atti profanatori sono terribilmente in crescendo e anche alla nostra redazione ci è pervenuto un "patto di sangue" con il diavolo.



Ave verum corpus, natumde Maria Virgine,vere passum, immolatum in cruce pro homine,cuius latus perforatum fluxit aqua et sanguine:esto nobis praegustatumin mortis examine.O Iesu dulcis,
O Iesu pie,
O Iesu, fili Mariae.
Miserere mei. Amen.

S. GIOVANNA D’ARCO

30 MAGGIO 
SANTA GIOVANNA D’ARCO


Ioanna, Salva fac Galliam! Et Europam!


 
ANT. DI INIZIO «Benedetto sei tu, nostro Dio, Egli non abbandona coloro che confidano in Lui. Ha mantenuto verso di noi la promessa della sua misericordia.

COLLETTA       O Dio che hai suscitato santa Giovanna d’Arco per difendere il suo Paese dall’ invasore, concedi a noi, per sua intercessione, di lavorare per la giustizia e di vivere nella pace. Per il nostro Signore…

PRIMA LETTURA Sap. 8, 9-15 Dal libro della Sapienza Ho deciso di prendere la spienza a compagna della mia vita, sapendo che mi sarà consigliera di bene e conforto nelle preoccupazioni e nel dolore. Per essa avrò gloria fra le folle e, anche se giovane, onore presso gli anziani. Sarò trovato acuto in giudizio, sarò ammirato di fronte ai potenti. Se tacerò, resteranno in attesa; se parlerò, mi presteranno attenzione; se prolungherò il discorso, si porranno la mano sulla bocca. Per essa otterrò l'immortalità e lascerò un ricordo eterno ai miei successori. Governerò i popoli e le nazioni mi saranno soggette; sentendo il mio nome sovrani terribili mi temeranno, tra il popolo apparirò buono e in guerra coraggioso. Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE 15    
Rit. Dio è la mia gioia ed il mio bene.

Signore, chi abiterà nella tua tenda?
Chi dimorerà sul tuo santo monte?
Colui che cammina senza colpa,
agisce con giustizia e parla lealmente,
non dice calunnia con la lingua,
non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulto al suo vicino.

Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore.
Anche se giura a suo danno, non cambia;
presta denaro senza fare usura,
e non accetta doni contro l'innocente.

Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre.

CANTO AL VANGELO Gv. 8, 12 Alleluia, alleluia. Io sono la luce del mondo, colui che segue me, avrà la luce della vita. Alleluia.

+ Dal Vangelo secondo Matteo  16, 24-27
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima? Poiché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni. Parola del Signore.

SULLE OFFERTE         Accogli, Signore, nella festa di santa Giovanna l’ offerta pura della vittima che ci salva; e concedici di amarti in tutto al fine di vivere a lode della tua gloria. Per Cristo…

ANT. DI COMUNIONE Ps 22, 4  Se dovessi camminare nell’ ombra di morte non temerei alcun male, perché Tu sei con me, Signore Gesù.

DOPO LA COMUNIONE    Tu ci fortifichi, Signore, con il pane del cielo dove santa Giovanna trovò tanta luce e conforto; Permetti che questo alimento di salvezza ci sostenga nel servizio ai nostri fratelli. Per Cristo…

mercoledì 29 maggio 2013

"valori invertiti"

I "valori invertiti", frutto di calcoli utilitaristici regolati dal consenso, lontani dalla verità

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/05/i-valori-invertiti-frutto-di-calcoli.html





Non me ne vorranno dal sito Effedieffe se cito solo un estratto di un articolo di Blondet, leggibile nell'edizione integrale solo per gli abbonati. Ritengo che l'importanza dell'informazione - del resto già nota anche in altri termini ai più attenti tra noi, ma in questo brano seriamente documentata - possa giustificare la parziale trasgressione attraverso la citazione parziale del testo, esigua ma significativa e utile per tutti.

[...] Si avvera con velocità impressionante la profezia che il filosofo Michel Schooyan, dell’università di Lovanio, enunciò in un libro apparso in Italia nel 2004, «Il volto nascosto dell’ONU – Verso il governo mondiale» (Ed. Minotauro), dove indicava le Nazioni Unite come la fabbrica della nuova etica e le impositrici dei «nuovi diritti», con lo scopo essenziale di delegittimare gli Stati nazionali intaccandone il loro sistema giuridico, e di completare una inaudita trasformazione dell’uomo in essere zoologico. Nel capitoletto dal titolo assai significativo, «le passioni come valori», Schooyans ha scritto:
«Stiamo vivendo una rivoluzione antropologica: l’uomo non è più una persona, un essere aperto agli altri e alla trascendenza; è un individuo, votato a scegliersi la sua verità, ad adottare una sua etica; è un nucleo di forza d’interesse e di piacere. (...) Non ci può più essere posto per norme morali obbiettive e comuni a tutti. Non ci si inchina più alla dignità di ogni uomo, chiunque egli sia. Oggi i nuovi valori, che G.F. Dumont chiama “valori invertiti”, sono il risultato di calcoli utilitaristici regolati dal consenso: si esprimono nella frequenza delle scelte osservate. e si riducono in definitiva a ciò che agli individui fa piacere».
«Con questa concezione dell’uomo e del valore, i diritti umani finiscono per essere ridotti ad un catalogo variabile di rivendicazioni specifiche di singoli individui, acquisiti per consensi successivi, e specchi di puro calcolo di interessi. Poiché non esistono più valori obbiettivi (...) il valore nella sua concezione invertita, rappresenta in fin dei conti ciò che soddisfa le passioni umane. Insomma, il diritto fondamentale dell’uomo diventa quello di soddisfare le sue passioni, e a ciò dovrebbe provvedere il diritto positivo».
«(…) Ne deriva che il consenso è investito di una “santità civile”; chi non lo rispetta è colpevole di empietà civile e va punito per disubbidienza. Ogni volta che si lasciano passare “nuovi diritti” del singolo individuo e non più della persona – diritto all’omosessualità, all’aborto, all’incesto, alla prostituzione, alla pedofilia, alla soppressione della tutela parentale sui minori – si fa un nuovo passo avanti in direzione della consacrazione civile della violenza. (...) Al termine di questo percorso il “diritto” alla violenza dovrà essere garantito dalla “violenza delle istituzioni”. Violenza duplice: sui corpi divenuti “disponibili”, ma soprattutto sulla personalità degli individui. Perché il miglior modo di soffocare la contestazione e il dissenso è di prevenirli imponendo alla totalità degli uomini questa “nuova etica” affidata a convenzioni aventi forza di leggi. Per sua stessa natura la nuova etica sarà pertanto intollerante, altrimenti non potrebbe garantire né uniformità sociale né unidimensionalità degli individui, e dunque dovrà avvalersi di un’Inquisizione civile». [...]
Perciò Schoooyans conclude: «Una siffatta idea del valore è distruttiva non solo del tessuto sociale, ma crea le premesse per una nuova barbarie». Una inaudita barbarie, infinitamente peggiore anche dei totalitarismi passati, comunisti: quelli non riuscivano a sodomizzare le anime. «A questa avanzata – dice Schooyans – contribuiscono non solo i decisori politici, e i mezzi di comunicazione, ma anche quei cristiani troppo zelanti nello stringere la mano che, oggi ancora, tende loro l’angelo delle tenebre». [...]

martedì 28 maggio 2013

Summorum Pontificum


La monumentale omelia di S.E. mons. Negri al Pellegrinaggio emiliano-romagnolo dei “Summorum Pontificum”

Omelia tenuta da S. Ecc. Mons. Luigi Negri
alla S. Messa solenne in Forma Extraordinaria del Rito Romano
il giorno di Pentecoste (19 maggio 2013)
per il Popolo Summorum Pontificum
al Santuario della Madonna del Poggetto


 mons. Luigi Negri

La S. Messa secondo il rito antico è celebrata oggi nella grande Solennità di Pentecoste, che ricorda alla Chiesa di ogni tempo, di ogni momento, e quindi ad ogni cristiano, che l’avvenimento della Fede e quindi lo svilupparsi della Fede in una vita di comunità e in una vita di comunione, in una pratica della carità, in un esercizio attivo della missione, tutto questo nasce dal miracolo dell’effusione dello Spirito Santo nel cuore dei fedeli, che è dono purissimo del Signore!

Il Santo Padre Benedetto XVI, in un intervento mirabile tenuto durante il Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione – a cui ebbi l’onore di partecipare, invitato personalmente da Benedetto XVI – disse, “la Chiesa non nasce per una decisione della base. La Chiesa non nasce da nessuna assemblea costituente.” La Chiesa nasce per opera dello Spirito Santo, che cambia il cuore degli uomini e li identifica con il Cuore stesso di Dio. È lo Spirito del Signore crocifisso e risorto. È il suo modo di sentire la vita, il suo modo di giudicare l’esistenza, il suo modo di rapportarsi agli uomini. È la novità del suo essere e del suo esistere che è passata in maniera, come dire, dirompente nella vita di una comunità che certamente era in preghiera, attendendolo, ma che non poteva assolutamente presumere di entrare nella modalità e nel contenuto del grande evento di cui sono stati spettatori e sono diventati protagonisti. Lo Spirito cambia il cuore dell’uomo, il suo modo di essere, il suo modo di agire e il suo modo di sentire l’esistenza. Prosegue nel mondo l’Umanità di Cristo: la Chiesa che nasce dallo Spirito si mantiene viva nello Spirito, si comunica agli uomini attraverso lo Spirito. Questa Chiesa è il volto definitivo che nella storia assume il Signore Gesù Cristo!

Noi abbiamo questa altra grande e definitiva eredità: quella di partecipare veramente al mistero della Chiesa una, santa, cattolica e apostolica, di viverla con verità nella nostra vita di ogni giorno, nella buone e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia, nella gioia e nel dolore come dicono i protagonisti del grande Sacramento ecclesiale che è il Matrimonio. Io credo che questo situi la vostra lodevole iniziativa del Pellegrinaggio, con questa Messa, nel suo contesto vero. Io mi auguro e vi auguro che questa celebrazione eucaristica nel giorno della Pentecoste serva a ciascuno di voi – come penso e spero sia servita a me – per ritrovare il calore degli inizi, il calore dell’evento della Chiesa generato dallo Spirito Santo. La grandezza dell’evento della nostra missione è quella di farci apprendere questa novità e non tenerla ciascuno per sé ma di diffonderla a tutti gli uomini.

Ho partecipato ieri alla Veglia di Pentecoste che il Papa Francesco ha tenuto con oltre 150.000 giovani delle varie realtà ecclesiali. A un certo punto il Papa ha detto con il suo stile sincero e spigliato fino a una durezza cui non si era abituati: “la Chiesa non deve stare dentro di sé”. Non deve chiudersi in sé. Se si chiude in sé si ammala. La Chiesa deve uscire da sé, non abbandonando la sua identità, ma per vivere la sua identità, perché l’ambito vitale della Chiesa è la missione e occorre dunque che la Chiesa esca da sé e vada verso gli uomini, visitando tutte le periferie dell’esistenza dell’uomo d’oggi.

Quindi la Pentecoste vi consegna la missione ecclesiale. Vi consegna il vanto dell’essere testimoni di Cristo risorto fino agli estremi confini del mondo, generatori – lo dice Sant’Ireneo in un brano formidabile – resi capaci di essere generatori dei figli di Dio. Di fare degli uomini dei figli di Dio.

Mi è già accaduto, pure in questi pochi mesi del mio servizio episcopale qui, di chiarire quali sono i termini della vita e della missione. Non posso e non debbo in questo momento di saluto rievocare tutto, ma a mio parere è importante situare questa celebrazione sotto il volto e lo sguardo tenero e forte di Maria e situarla come un evento di grazia e di responsabilità. Il Cristianesimo è un evento di grazia perché ci è donato integralmente e nessuno può dire, “ho diritto”. Non avevamo diritto alla Fede. Non avevamo diritto all’Incarnazione del Figlio di Dio. Così ricordiamo qualche volta i nostri “fedeli” che vengono a chiedere o a pretendere i Sacramenti: loro non hanno alcun diritto sui Sacramenti. I Sacramenti sono un dono che la Chiesa ha ricevuto dal Signore Gesù Cristo e la Chiesa li consegna a coloro che sono nella condizione di assumerli in maniera adeguata. Mi riferisco alla questione assolutamente inconsistente – dal punto di vista teologico e pastorale – del “diritto” dei divorziati risposati a ricevere l’Eucaristia.

Allora, questa grazia della Chiesa voi la vivete nel punto sorgivo della Fede, che è l’Eucarestia, la celebrazione liturgica. Voi la attingete per la prudente e grande misericordia centrale di Benedetto XVI. Potete assumerla utilizzando uno dei due grandi tesori della liturgia della Chiesa: la liturgia tradizionale. Non alternativa alla liturgia riformata del Concilio Vaticano II, ma che vive con piena dignità, con piena fisionomia, con piena libertà e con piena responsabilità accanto alla liturgia riformata. Benedetto XVI l’ha detto con mirabile chiarezza nel Motu Proprio. Ha voluto ampliare la possibilità di vivere la ricchezza della liturgia della Chiesa; perciò ha chiesto a tutta la Chiesa, cominciando dai Vescovi, di essere rispettosi di questo suo intendimento di allargare i tesori della Chiesa, concedendo a chi ne sente legittimamente il desiderio di favorire il diritto di poter accedere a questo tesoro “antico” e di viverlo con pienezza nella contemporaneità per la verità della Fede di oggi e della missione di oggi. Il Papa ha così certamente superato quella  contraddizione spuria e inaccettabile fra “antico” e “presente”, rompendo e superando quell’ermeneutica della discontinuità per ciò che viveva prima del Concilio e ciò che ha annunziato il Concilio e ciò che l’attuazione del Concilio ha faticosamente portato al vivere attuale. C’è un’unica Chiesa del Signore, cui lo Spirito ha dato da vivere momenti diversi; il Concilio Ecumenico Vaticano II è stato un momento di straordinaria importanza, anche se di grande sfida per la crescita della Chiesa.

Allora voi utilizzate – e io sono lieto che lo facciate anche in questa Diocesi della quale sono Arcivescovo da pochi mesi – questa liturgia. Non contro qualcuno, o per affermare opinioni, ma per vivere il mistero della Chiesa secondo la profondità e la verità con cui sentite il dovere e il diritto di vivere. E la Chiesa rende possibile anche questo. Benedetto XVI – io non sono una persona che usa le parole per modo di dire – Benedetto XVI ha usato una misericordia pastorale mettendo a servizio della Fede dei singoli Cristiani o dei piccoli gruppi che potrebbero anche non essere identificati strettamente dal punto di vista numerico: i “coetus” sono tutti quei fedeli che hanno il diritto e il dovere di poter accedere a questa liturgia. L’avete fra le mani; la Chiesa vi consente di introdurla con piena libertà. Non potrà esserci nessuno, nessuna Diocesi in Italia o nel mondo che vi dica di no. Nel momento in cui ci dovesse essere un solo “no”, il Vescovo deve essere chiamato in causa. Prima di allora, il dialogo fra i fedeli che vogliono la liturgia antica e la Chiesa è un dialogo tra fedeli e il Sacerdote che si sente di aiutarvi in questo vostro esercizio e questa vostra volontà di partecipare a questo rito antico e bellissimo che – certamente esige per una partecipare adeguata una corrispettiva preparazione che certamente voi avrete. Io penso che perché diventi un’esperienza per i tanti che non la conoscono occorra un periodo di formazione e di preparazione. Io ho tentato di attuare il Motu Proprio in una Diocesi piccola com’è quella di San Marino-Montefeltro senza particolari reazioni. Lì dove ci sono state invece le ho raccolte in una relazione al Santo Padre esprimendo come era stato gestita la situazione, anche perché mancavano le linee attuative arrivate più di due anni dopo. Io ho ricevuto una breve lettera personale da Benedetto XVI che ha lodato il modo con cui senza tensioni la Messa antica era stata riportata nella Diocesi di San Marino-Montefeltro. Praticate la liturgia antica per voi. Per la verità della vostra Fede. Per la verità della vostra Carità. Per l’impeto della vostra missione. Come quelli che la devono praticare con la liturgia riformata per la verità della loro Fede e la loro Carità: sono due tesori che servono ad un unico popolo. E quest’unico popolo maturo si alimenta della Fede proprio se sa vivere la libertà che la Chiesa concede. La libertà liturgica che, in questo caso, la Chiesa non solo concede ma garantisce.

Non abbiate delle opinioni da difendere o da opporre agli altri. L’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio non è custode di nessun’opinione e non è propagatore di nessun’opinione. L’Arcivescovo di Ferrara-Comacchio ha una sola opinione: la verità del Signore, il Vangelo, la Tradizione della Chiesa, il Magistero del Santo Padre ed il Suo proprio sempre in collegamento con quello del Santo Padre. Questo è lo spazio entro cui Benedetto XVI l’ha concesso. Io sono stato tra i Vescovi (devo dire la verità, non moltissimi) che hanno guadagnato da tutto questo un approfondimento della propria identità in merito all’esperienza di Dio. È una grandezza, non soltanto per coloro che lo praticano, ma è una grandezza per tutta la Chiesa.

Per questo – e concludo – dovrete sempre cercare il massimo di adesioni alla vita della comunità ecclesiale. Questa pratica non vi sottrae dalla vita della comunità ecclesiale né tanto meno dalla faticosa ma altrettanto bella realizzazione della comunione. In questa nostra terra la vita ecclesiale è fortemente impegnata nella lenta ma inesorabile fatica di emergere dalle rovine materiali che sono state una grande sfida, come ho scritto, a recuperare la Fede e la Carità. Io sono calato nel clero di questa Diocesi e ho visto che ci sono tanti laici che non si sono fatti mettere in crisi dalle vicende del terremoto di un anno fa, che ha reso impraticabile centinaia di chiese. Esso li ha costretti e ci costringe ancora a vivere l’Eucarestia ancora in luoghi di fortuna o nelle sale in cui le comunità sono ospitate o celebrandola nei pochi luoghi risparmiati dal terremoto. Il terremoto ha distrutto le case e le chiese. Non ha distrutto la Fede. Su questa Fede contiamo di riprendere. Purtroppo dobbiamo sperare anche nelle istituzioni pubbliche, che fino ad ora non hanno dato grande prova di tempestività, ma la prima risorsa che abbiamo è la nostra esperienza di Fede. Siamo tutti dentro un’unica Chiesa: perciò, anche in quest’esperienza particolarissima e bellissima che vivete, dovete cercare di vivere ogni giorno di più come membra vive della Chiesa, partecipando all’unico Sangue e all’unico Corpo del Signore di modo che, crescendo in voi la Fede, la Speranza e la Carità, siate membra vive di questa Chiesa nel mondo.

Vi seguo con affetto. Vi incoraggio nel vostro cammino. Vi chiedo quella sana umiltà che Papa Francesco, prima di chiederla alla sua Chiesa, testimonia ogni giorno con la sua presenza e col suo modo d’essere. Non abbiate altra preoccupazione se non quella di vivere nel profondo quel che la Chiesa ha concesso per il bene vostro e di tutta la Chiesa. Siate certi che non vi mancherà mai né la mia accoglienza né il mio sostegno. La mia correzione, se fosse necessario, come per ogni comunità qualora questo mio compito si dovesse esprimere, ma suppongo che non avverrà mai! Proseguite con questa S. Messa che non ho voluto interrompere. Intendo perciò sottolineare che non ho potuto partecipare in toto alla pregevole iniziativa solo perché mi attendevano e ancora mi aspettano gli impegni diocesani legati alla solennità odierna.

Ora, perché il vostro cammino sia chiaro e sicuro abbracciate la verità, dono del Signore che lo Spirito Santo fa a tutta la Chiesa e che il Vescovo custodisce, protegge e comunica. Pregate ora per me, per questa non lieve fatica che mi sento sulle spalle e che verso la fine della mia vita ho inteso assumermi come ubbidienza al Vicario di Cristo, che mi ha chiesto con un’insistenza che ha tolto ogni possibilità di resistenza.
Auguri a tutti!

lunedì 27 maggio 2013

Eucaristia

CORPUS DOMINI


Orémus.
Deus, qui nobis, sub Sacraménto mirábili, passiónis tuæ memóriam reliquísti: tríbue, quæsumus; ita nos Córporis et Sánguinis tui sacra mystéria venerári, ut redemptiónis tuæ fructum in nobis júgiter sentiámus: Qui vivis et regnas cum Deo Patre in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sæcula sæculórum. R. Amen.


Tempore Paschali Oratio:
Spíritum nobis, Dómine, tuæ caritátis infúnde: ut quos Sacraméntis paschálibus satiásti, tua fácias pietáte concórdes. Per Dóminum nostrum Jesum Christum Fílium tuum, qui tecum vivit et regnat in unitáte ejúsdem Spíritus, etc. R. Amen.



CORPUS DOMINI A BRINDISI
con Mons R. TALUCCI





CORPUS DOMINI A VENEZIA



O SACRUM convivium,
in quo Christus sumitur:
recolitur memoria passionis eius;
mens impletur gratia
et futurae gloriae
nobis pignus datur.









Il RE MANUEL DI PORTOGALLO
sorregge il Baldacchino del CORPUS DOMINI









famigliofilia

Parigi campo di battaglia per la famiglia


 
 
Un paio d'ore fa Parigi si presentava così, come vedete nella foto in basso
. Grandissimo afflusso alla Manifestazione per abrogare la legge sui matrimoni omo e sull'adozione conseguente.  La prefettura della capitale francese continua a dire che sono 150 mila, ma nessuno ci può minimamente credere. Pare invece più verosimile che siano oltre un milione in tutta la città. Omofobia di popolo o semplice "famigliofilia" di buon senso? a ciascuno il giudizio.
 

 





Testo preso da: Cantuale Antonianum http://www.cantualeantonianum.com/#ixzz2UUfPetUF
http://www.cantualeantonianum.com

domenica 26 maggio 2013

LUXURIA

Per ricevere la S. Comunione.
Principi generali

 "Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna."1 Corinzi 11,26
Nota trasmessa dal cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, al cardinale Theodore E. McCarrick, arcivescovo di Washington, e all’arcivescovo Wilton Gregory, presidente della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, giugno 2004

[...]
4. A parte il giudizio di ciascuno sulla propria dignità a presentarsi a ricevere la Santa Eucaristia, il ministro della Santa Comunione può trovarsi nella situazione in cui deve rifiutare di distribuire la Santa Comunione a qualcuno, come nei casi di scomunica dichiarata, di interdetto dichiarato, o di persistenza ostinata in un peccato grave manifesto (cfr. can. 915).

5. Riguardo al peccato grave dell’aborto o dell’eutanasia, quando la formale cooperazione di una persona diventa manifesta (da intendersi, nel caso di un politico cattolico, il suo far sistematica campagna e il votare per leggi permissive sull’aborto e l’eutanasia), il suo pastore dovrebbe incontrarlo, istruirlo sull’insegnamento della Chiesa, informarlo che non si deve presentare per la Santa Comunione fino a che non avrà posto termine all’oggettiva situazione di peccato, e avvertirlo che altrimenti gli sarà negata l’Eucaristia.6. Qualora “queste misure preventive non avessero avuto il loro effetto o non fossero state possibili”, e la persona in questione, con persistenza ostinata, si presentasse comunque a ricevere la Santa Eucaristia, “il ministro della Santa Comunione deve rifiutare di distribuirla” (cfr. la dichiarazione del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, “Santa comunione e cattolici divorziati e risposati civilmente”, 2000, nn. 3-4).




LUXURIA

venerdì 24 maggio 2013

SAN CANIO

25 MAGGIO
SAN CANIO vescovo e martire
Patrono della città e della diocesi di Acerenza




ANTIFONA D'INGRESSO
«Cercherò le pecore del mio gregge» dice il Signore, «e farò sorgere un pastore
che le conduca al pascolo; io, il Signore, sarò il loro Dio». Cit Ez 34,11.23-24

COLLETTA     O Dio, che nel vescovo san Canio, giunto a noi dalle lontane terre africane, hai dato alla Chiesa un pastore mirabile santità di vita, concedi a noi, che lo veneriamo protettore, di ardere davanti a te per la fiamma di carità e di splendere davanti agli uomini per la luce delle opere buone. Per il nostro Signore

PRIMA LETTURA  Avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi 2,1-12
Fratelli, voi sapete bene che la nostra venuta in mezzo a voi non è stata vana. Ma abbiamo avuto nel nostro Dio il coraggio dì annunziarvi il vangelo dì Dio in mezzo a molte lotte. E il nostro appello non è stato mosso da volontà di inganno, né da torbidi motivi, né abbiamo usato frode alcuna; ma come Dio ci ha trovati degni di affidarci il vangelo così lo predichiamo, non cercando di piacere agli uomini, ma a Dio, che prova i nostri cuori. Mai infatti abbiamo pronunciato parole di adulazione, come sapete, né avuto pensieri di cupidigia: Dio ne è testimone. E neppure abbiamo cercato la gloria umana, né da voi né da altri, pur potendo far valere la nostra autorità di apostoli di Cristo. Invece siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature.
Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.
Voi ricordate infatti, fratelli, la nostra fatica e il nostro travaglio: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno vi abbiamo annunziato il vangelo di Dio. Voi siete testimoni, e Dio stesso è testimone, come è stato santo, giusto, irreprensibile il nostro comportamento verso di voi credenti; e sapete anche che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, incoraggiandovi e scongiurandovi a comportarvi in maniera degna di quel Dio che vi chiama al suo regno e alla sua gloria. Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Dal Salmo 77
Rit. Ricordati di noi, Signore,  per amore del tuo popolo.

Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato,
lo diremo alla generazione futura;
le lodi del Signore, la sua potenza
e le meraviglie che egli ha compiuto.

Anch'essi sorgeranno a raccontarlo ai loro figli,
perché ripongano in Dio la loro fiducia
e non dimentichino le opere di Dio,
ma osservino i suoi comandi.
  
CANTO AL VANGELO Gv 10, 14
Alleluia, alleluia. Io sono il buon pastore, dice il Signore;
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. Alleluia.

VANGELO // buon pastore offre la vita per le pecore.
+ Dal vangelo secondo Giovanni 10, 11-16
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore». Parola del Signore.

SULLE OFFERTE Accetta, o Padre, i doni che portiamo al tuo altare nella festa del santo vescovo Canio, nostro patrono, e trasformaci in una lode vivente della tua gloria. Per Cristo nostro Signore.

PREFAZIO Il vescovo modello del suo popolo
A     E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza, *
lodarti e ringraziarti sempre per i tuoi benefici, *
Dio onnipotente ed eterno. **
B     Tu hai condotto in modo mirabile
il santo vescovo Canio
alla sequela del tuo Figlio,
e ne hai fatto un modello di vita evangelica
e di carità apostolica,
perché, nell'assidua predicazione
e nel generoso esercizio
delle opere di misericordia,
facesse risplendere sul volto rinnovato della tua Chiesa
l'immagine del Cristo suo sposo. **
a     Per questo segno della tua benevolenza, *
uniti agli angeli e ai santi, *
cantiamo a una sola voce *
l'inno della tua lode: ** Santo, Santo, Santo, …

ANTIFONA ALLA COMUNIONE           Il Figlio dell'uomo è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita per tutti gli uomini. Mt 20,28

DOPO LA COMUNIONE       Il pane eucaristico che abbiamo ricevuto fortifichi e rinnovi la tua famiglia, Signore, perché custodisca sempre il dono della fede e cammini fiduciosa sulla via segnata dai suoi pastori. Per Cristo nostro Signore.

MADONNA AUSILIATRICE

24 MAGGIO
MARIA HILF


ANTIFONA D’INGRESSO Lc 1,30-32
L’Angelo disse a Maria: «Hai trovato grazia presso Dio,
Ecco, concepirai e darai alla luce un Figlio e sarà chiamato figlio dell’Altissimo ».

Oppure:  Gdt  13, 25b  La tua lode non cadrà dalla bocca degli uomini
che ricorderanno la potenza di Dio per sempre (TP alleluia).

Colletta     O Dio, che hai costituito la Vergine Maria madre e aiuto del popolo cristiano, concedi, per sua intercessione, che la tua Chiesa trovi la forza per vincere con pazienza e amore le sue interne ed esterne difficoltà e sappia svelare al mondo il mistero di Cristo. Egli è Dio,

Oppure:        Concedi a noi, o Dio, per le preghiere e i meriti della beata Vergine Maria, Madre Ausiliatrice, l’intima conoscenza del Signore, che per noi si è fatto uomo, affinchè sempre più lo amiamo e lo seguiamo. Egli è Dio, e vive e regna con Te,…

PRIMA LETTURA  Nel cielo apparve un segno grandioso.
Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni Apostolo                      11,19; 12,1-6
Si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l’arca dell’alleanza. Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. E apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diadèmi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva: « Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo ». Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE Gdt 13,18-20
Rit.  Benedetta sei tu, Maria, fra tutte le donne.


Benedetta sei tu, figlia,
davanti al Dio Altissimo
più di tutte le donne,
e benedetto il Signore Dio,
che ha creato il cielo e la terra.

Il coraggio che ti ha sostenuta
non cadrà dal cuore degli uomini:
essi ricorderanno per sempre
la potenza del Signore.

Il Signore dà esito felice alla tua opera
a tua perenne esaltazione.
Con prontezza tu hai esposto la vita
per sollevare il tuo popolo
dall’umiliazione e dall’abbattimento.



Fuori del tempo pasquale Dal libro del Siràcide   24,1-2.5-7.12-16.26-30
La sapienza loda se stessa, si vanta in mezzo al suo popolo. « Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo e ho ricoperto come nube la terra. Ho posto la mia dimora lassù, il mio trono era su una colonna di nubi. Allora il creatore dell’universo mi diede un ordine, il mio, creatore mi fece piantare la tenda e mi disse: fissa la tenda in Giacobbe e prendi in eredità Israele. Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò; per tutta l’eternità non verrò meno. Ho officiato nella tenda santa davanti a lui, e così mi sono stabilita in Sion. Nella città amata mi ha fatto abitare; in Gerusalemme è il mio potere. Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso, nella porzione del Signore, sua eredità. Il ricordo di me è più dolce del miele, il possedermi è più dolce del favo di miele. Quanti si nutrono di me avranno ancora fame e quanti bevono di me, avranno ancora sete. Chi mi obbedisce non si vergognerà, chi compie le mie opere non peccherà. Parola di Dio.

 SALMO RESPONSORIALE Sal 112
 Rit. Il Signore ha guardato l’umile sua serva.


Lodate, servi del Signore, lodate il nome del Signore.
Sia benedetto il nome
del Signore, ora e sempre.

Dal sorgere del sole al suo tramonto
sia lodato il nome del Signore.
Su tutti i popoli eccelso è il Signore,
più alta dei cieli è la sua gloria.

Chi è pari al Signore nostro Dio
che siede nell’alto e si china a guardare
nei cieli e sulla terra

Solleva l’indigente dalla polvere,
dall’immondizia rialza il povero,
per farlo sedere tra i principi,
tra i principi del suo popolo.

SECONDA LETTURA Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati 4,4-7
Fratelli, quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione a figli. E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! Quindi non sei più schiavo, ma figlio; e se figlio, sei anche erede per volontà di Dio. Parola di Dio.

Alleluia, alleluia. Beata sei tu, o Vergine Maria, perché hai creduto:
                               si è adempiuta in te la parola del Signore. Lc 1,45   Alleluia.

VANGELO + Dal vangelo secondo Luca 1,39-55
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta, Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: « Benedetta tu fra le donne, e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore ». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati,  ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre ». Parola del Signore.

Oppure: Alleluia, alleluia. Beata Madre e immacolata Vergine, intercedi per noi, ora e sempre, presso il Signore Dio nostro. Alleluia.

Oppure: + Dal vangelo secondo Giovanni 2,1-11
In quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino ». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora ». La madre dice ai servi: « Fate quello che vi dirà ». Vi erano là sei giare dì pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: « Riempite d’acqua le giare »; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola ». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: « Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un pò brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono ». Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Parola del Signore.

ORAZIONE SULLE OFFERTE      Accetta, o Padre, i doni che ti offriamo e irradia nei nostri cuori la luce dello Spirito Santo, perchè sull’esempio di Maria Vergine sappiamo ricevere e custodire sempre le Tue parole. Per Cristo nostro Signore.

Oppure: Guarda con bontà, Signore, le preghiere e le offerte dei tuoi fedeli nella festività di Maria madre di Dio; siano gradite a te, e portino a noi il tuo aiuto paterno. Per Cristo

PREFAZIO E’ veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza
rendere grazie sempre e in ogni luogo a Te,
Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno.
   Tu hai voluto dare la beatissima Vergine Maria,
Madre del tuo Figlio,
quale Madre anche di tutto l’ordine sacerdotale,
affinchè quanti ci hai radunati
in un solo corpo da ogni regione,
corroborati dalla sua materna protezione,
serviamo alla tua divina maestà in ogni luogo del mondo,
confermiamo i nostri fratelli nel tuo amore,
e diffondiamo con tutte le nostre forze
il tuo santo nome tra tutti i popoli.
   E noi, uniti agli Angeli e agli Arcangeli,  
e all’innumerevole schiera dei Santi,
cantiamo con voce incessante
l’inno della tua gloria:  Santo, Santo, Santo, ...

ANT. ALLA COM. Gv 19, 26 27       Gesù allora, vedendo la madre, e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre”. Alleluia.

Oppure:  Degno di lode è il tuo Dio, che in te ha fatto cose grandi (TP alleluia). Dt  10, 21

ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE      Ti rendiamo grazie, o Dio, di averci resi partecipi del corpo e sangue del tuo Figlio, e ti preghiamo affinchè corroborati da questo mistero, e confortati dal materno aiuto della beata Vergine Maria, ci comportiamo in maniera degna della vocazione che abbiamo ricevuto. Per Cristo nostro Signore.

Oppure:     Signore Gesù, dal corpo della vergine Maria hai ricevuto una vera natura umana: per il suo aiuto concedi a noi, fortificati dal tuo pane eucaristico, di abbandonare ciò che è vecchio per rivestirci di te, in novità di vita. Tu che vivi e regni…