lunedì 27 febbraio 2012

San Gabriele dell' Addolorata

 
27 FEBBRAIO
SAN GABRIELE DELL’ ADDOLORATA


seconda lettura
Dalle «Lettere» di san Gabriele dell'Addolorata, reli­gios (Scritti di s. Gabriele. Ed. Eco, 1963 pp. 284. 289.296-298)
Se Maria è per me, chi può essere contro di me?
Vi raccomando una ferma e stabile devozione ai dolori di Maria santissima Addolorata: fatene fre­quente memoria e compatitela nelle sue pene; allora questa Madre di amore, che mai si fa vincere in corte­sia, vi saprà a sua volta compatire.
Sfogate con lei il vostro cuore, a lei raccontate le vostre miserie, i vostri bisogni; a lei raccomandate la vostra famiglia, il grande affare dell'anima, e me an­cora che mi trovo in grande bisogno. A lei rivolgete spesso questa orazione: Ti prego ardentemente, mia Signora, o santa Maria, prendi quest'affare nelle tue mani, esternando a lei la vostra o altrui causa che de­ve salvare. Oh! se ci fidassimo un po' più di questa no­stra tenera Madre, che si protesta nella Scrittura di amare chi l'ama: « Io amo i miei amanti » (Pr 8, 17); e ci va ripetendo con Isaia: « Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se una donna lo di­menticasse, io non ti dimenticherò mai » (Is 49, 15).
Ah! che troppo le costiamo e sa ben ella tra quali spa­simi e dolori ci partorì sul Calvario, che arrivò piutto­sto a scegliere che il suo caro Figliolo morisse svena­to, confitto con tre chiodi sulla croce, anziché vedere dannate in eterno le anime nostre.
Oh, se ciò pensassimo qualche volta tra noi, ame­remmo forse un poco più questa cara nostra tenera Madre, ci fideremmo un po' più di lei e non temerem­mo tanto l'inferno, che anzi quando ci venisse a tentare con i suoi terrori e minacce, ci ricorderemmo un po' più di lei, ripetendo: Se Maria è per me, chi può es­sere contro di me? Non Dio, perché essa come figlia diletta lo placa; non Cristo giudice, perché essa come madre lo piega a perdonarci; non i peccati, perché questi di fronte alla sua misericordia sono quasi un nulla; non l'inferno, perché Satana trema, quando di­co « Ave Maria »; non finalmente gli stessi uomini, perché essa è chiamata dallo Spirito Santo come un esercito messo in buona ordinanza (cf. Ct 6, 3).
Oh! quanto sarebbero più tranquilli i nostri sonni, più lieti i nostri giorni, un paradiso insomma il nostro vivere, se totalmente ci abbandonassimo nelle sue ma­ni e le dicessimo: Nelle tue mani, o Signora, affido la mia causa. Se avremo Maria con noi, avremo tutto; se ci mancherà essa, ci mancherà tutto. Se ci proteggerà Maria, saremo salvi; se essa ci abbandonerà, saremo dannati: non lo dico io questo, lo dicono i Santi.

responsorio
Veniamo dietro a te, o Vergine Maria, seguendo il profumo della tua santità; * imitando te non devierò, pregandoti non dispererò, se tu mi sostieni non cadrò, se mi proteggi non avrò paura.
Con la tua guida non mi affaticherò, con te propi­zia arriverò fino a te.
Imitando te non devierò, pregandoti non dispere­rò,
se tu mi sostieni non cadrò, se mi proteggi non avrò paura.

orazione   O Dio, che con mirabile disegno di amore hai chia­mato san Gabriele dell'Addolorata a vivere il mistero della Croce insieme con Maria, la madre di Gesù, gui­da il nostro spirito verso il tuo Figlio crocifisso per­ché partecipando alla sua passione e morte conse­guiamo la gloria della risurrezione. Per il nostro Si­gnore.

oppure:    O Signore, che hai insegnato a san Gabriele dell’Addolorata a meditare assiduamente i dolori della tua dolcissima Madre, e per mezzo di lei lo hai elevato alle vette più alte della santità, concedi a noi, per la sua intercessione e il suo esempio, di vivere tanto uniti alla tua Madre addolorata da goderne sempre la materna protezione. Tu sei Dio,

oppure: O Dio, che hai intimamente impresso nell’animo di san Gabriele dell’Addolorata le pene di Cristo tuo Figlio e i dolori della Vergine Madre, fa’ che, vivendo come lui con l’animo rivolto al mistero della nostra salvezza, possiamo avanzare gioiosi e spediti sulla via della perfezione. Per il nostro

(MESS. Pio V)         Deus, qui beatum Gabrielem dulcissimæ Matris tuæ dolores assidue recolere docuisti, ac per illiam sanctitatis et miraculorum gloria sublimasti: da nobis, ejus intercessione et exemplo; ita Genitricis tuæ consociari fletibus, ut materna ejusdem protectione salvemur: Qui vivis.

Lodi mattutine
Inno
Salve, recéptus càndida
sede Angelorum, Gàbriel,
cuius perénnem glóriam
et mira gentes éfferunt.

Salve, dolórum pàrticeps
et gaudiórum Virginis:
virtùte per quam fùlseras,
per hanc coróna cingeris.

Nostris secùndam càsibus
caeli precéris Arbitram:
prò fràtribus te sùpplice,
nil Virgo Mater àbnuet.

Pravis reférta erróribus
instat scatébra ab inferis:
hanc, te rogante, extérminet
Maria victrix haéresis.

Septa iuvénta fràudibus
a te iuvàmen éxpetit;
qui vi supèrna, saeculo
vieto, triùmphum cóncinis.

Aegris medélam córdibus
infige Christi vulnera;
Matrisque luctu tèmpera
vesàna mundi gàudia.

Iesu, tibi sit glòria,
divina proles Virginis,
qui per Mariam sérvulo
tot contulisti mùnera. Amen.

Vespri
INNO
Gólgothae cives, vigiles, canàmus
inclitas laudes, quibus in supèrni
glòria regni Gàbriel, Maria;
munere fulget.

Maestre qui Matris stùdio coléndae,
prima dum floret iuvenilis aetas,
saeculi blandas sùperat, tenaci
róbore, fraudes.

Ipsa matérnis óculis labéntem
firmat, altèrno réfovens, amóre;
ut Deo, rebus vàcuus cadùcis,
haereat uni.

Sub crucis Christi pia Mater umbra,
sérvulo praebens documenta morum,
édocet secum Gèniti cruéntam
piàngere mortem.

Me virtùtum decus ac dolóres
cónsequi tanta; sàtagit Magistrae:
ngelis compar, sociisque vitae
forma regéndas.

O nimis felix Gàbriel! micànti
visa conspéctu, legit ipsa Mater
càndidum florem, superisque sertis
iungit in aevum.

Cerne caelésti iùvenes ab arce,
qui dolos certant superare mundi:
te duce, invictos super astra cunctos
Virgo corónet!

Laus, honor Patri, Genitaéque Proli,
cui datum nomen super omne nomen,
et Paracléto decus atque virtus
omne per aevum. Amen.

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