domenica 15 maggio 2016

DIACONATO ALLE DONNE

IL DIACONATO ALLE DONNE? C’È CHI PARLA DI «RIPRISTINO», MA COME SI PUÒ RIPRISTINARE CIÒ CHE NON È MAI ESISTITO?

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tra tripudi di giornaliste cattoliche “impegnate” e teologhe femministe che gridano già “vittoria!”, le televisioni stanno parlando ed i giornali titolando che «Papa Francesco ha aperto al diaconato alle donne». Molto avrei da dire sulle giornaliste cattoliche “impegnate” e sulle teologhe femministe che stimo assai peggiori delle sette piaghe d’Egitto e che già stanno parlano e scrivendo del «ripristino» del diaconato femminile», che a loro dire «esisteva nei primi secoli di vita della Chiesa», mentre in verità nulla di ciò è mai esistito.
 
Autore Ariel S. Levi di Gualdo
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donne prete
rasserenatevi, cari fedeli cattolici, nella nostra Santa Chiesa non saremo messi bene, ma nessuno ha intenzione di mutarla in una succursale del Carnevale di Rio de Janeiro
 Il Sommo Pontefice, in una delle sue espressioni a braccio, è tornato a sollevare l’ennesimo vespaio, dinanzi al quale viene da chiedersi: nel lanciare certe battute che in pochi minuti fanno poi in giro del mondo riempendo le pagine dei giornali, il nostro Augusto Pontefice, può non rendersi pienamente conto di ciò che dice, o forse se ne rende invece conto? La risposta a siffatto quesito è racchiusa nella sua coscienza, che solo Dio può leggere.
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Il Sommo Pontefice ha l’abitudine – a mio parere fuorviante – di lasciarsi intervistare dai giornalisti e di consentire che le persone pongano a lui delle domande a bruciapelo in contesti pubblici; e spesso sono domande incentrate su temi di straordinaria delicatezza ai quali non si può rispondere con una battuta più o meno telegrafica. Né si può rispondere in modo improvvisato e vago, perché nessuno di noi è onnisciente; e le discipline filosofiche, teologiche, storiche, giuridiche, sono talmente complesse e articolate che neppure il Vicario di Cristo in terra può conoscere di ogni singola scienza tutto quanto il sapere.
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2. vescova
Preghiera: «Signore, i tuoi Sacerdoti ti ringraziano per il dono incommensurabile della castità» (Ave, Pater et Gloria …)

Ma vediamo anzitutto cos’è realmente accaduto: durante l’incontro col Sommo Pontefice dell’Unione delle Superiore Maggiori «le consacrate hanno presentato la questione dell’apertura alle donne del diaconato permanente, con riferimento alla Chiesa primitiva. Francesco ha ricordato che l’antico ruolo delle diaconesse non risulta tuttora molto chiaro e si è detto disponibile a interessare della questione una Commissione di studio» [vedere testo su Radio Vaticana, QUI].
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Il Santo Padre non ha dato una risposta, ha replicato dicendosi «disponibile a interessare della questione una Commissione di studio». Ma nel giro di poche ore, tra tripudi di giornaliste cattoliche “impegnate” e teologhe femministe che gridano già “vittoria!”, le televisioni stanno parlando ed i giornali titolando che «Papa Francesco ha aperto al diaconato alle donne». Molto avrei da dire sulle giornaliste cattoliche “impegnate” e sulle teologhe femministe che stimo assai peggiori delle sette piaghe d’Egitto e che già stanno parlando e scrivendo del «ripristino» del diaconato femminile», che a loro dire «esisteva nei primi secoli di vita della Chiesa», mentre in verità nulla di ciò è mai esistito.

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1. vescova
Preghiera:
«Signore, i tuoi Sacerdoti ti ringraziano per il dono incommensurabile della castità» (Ave, Pater et Gloria …)

Sono molto lieto che il Sommo Pontefice, rispondendo, si sia in un certo senso messo al riparo affermando: «l’antico ruolo delle diaconesse non risulta tuttora molto chiaro». Altrettanto lieto sono del fatto che abbia pensato di far sì che anche a ciò sia data risposta, come già in passato fu data alle istanze sul sacerdozio alle donne; e la risposta ricordiamo che fu la seguente: 
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«Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli, dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l’ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa» [2] 
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3. vescova
Preghiera: «Signore, i tuoi Sacerdoti ti ringraziano per il dono incommensurabile della castità» (Ave, Pater et Gloria …)

La risposta fu «no» con carattere definitivo. Colgo l’occasione per spiegare cosa s’intende in teologia dogmatica con definitorio e definitivo. Il modo definitorio si esprime attraverso il dogma e implica l’infallibilità. Il modo definitivo si esprime quando il Sommo Pontefice procede a «confermare i fratelli nella fede» [cf. Lc 22,32]. In ambo i casi, sia esprimendosi attraverso il magistero definitivo sia attraverso il magistero definitorio, egli si esprime infallibilmente [3]. 
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Non avendo io né fili diretti col Sommo Pontefice né coi suoi stretti collaboratori, visto che egli intende incaricare una commissione di studio, desidero mettere ad essa a disposizione fin da adesso uno studio già fatto su questo tema, che è appunto lo studio mio. Questo studio lo pubblicai nel febbraio 2010 per confutare una affermazione peregrina del Cardinale Carlo Maria Martini, il quale si auspicava, proprio come oggi si auspicano le giornaliste cattoliche “impegnate” e le teologhe femministe che stimo assai peggiori delle sette piaghe d’Egitto, il «ripristino» di ciò che nella Chiesa sia di Oriente sia di Occidente non è mai esistito: il diaconato femminile. Cosa che spiego in questo studio già riproposto nel dicembre del 2014 sulle colonne di Theologica dell’Isola di Patmos. 
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come sempre invitiamo ad andare alle fonti e a non basarsi mai sul “sentito dire” e sulle male interpretazioni dei giornali, quindi a leggere il testo ufficiale nel quale è riportato per intero il colloquio del Santo Padre con le religiose
 
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NOTE
[1] Costituzione dogmatica Lumen gentium n. 25 e Nota dottrinale illustrativa della formula conclusiva della professione di fede del 18 maggio 1998, n. 8.
[2] Ordinatio sacerdotalis del 22 maggio 1994
[3] Ad tuendam fidem, 18 maggio 1998.

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