sabato 28 maggio 2016

corpus Domini: il Sacramento d'amore,

noi cattolici...

Noi cattolici, fedeli adoratori del Sacramento d'amore, "con quale gaudio", esclama l'eloquente p. Faber, "dobbiamo contemplare quella splendente e immensa nube di gloria che la Chiesa in questa occasione fa salire verso Dio! Sì, sembrerebbe che il mondo sia ancora nel suo stato di fervore e d'innocenza primitiva! Guardate quelle gloriose processioni che, con i loro stendardi scintillanti al sole, si snodano attraverso le strade ornate di fiori dei villaggi cristiani, sotto le volte venerabili delle antiche basiliche e lungo i cortili dei seminari, asili della pietà. In quel concorso di folle, il colore del volto e la diversità delle lingue non sono che rinnovate prove dell'unità di quella fede che tutti sono lieti di professare con la voce del magnifico rituale di Roma. Su quanti altari di forma diversa, tutti ornati dei fiori più soavi e risplendenti di luce, tra nuvole d'incenso, al suono dei sacri cantici e davanti a una moltitudine prostrata e raccolta, il Santissimo Sacramento viene sollevato per ricevere le adorazioni dei fedeli, e abbassato per benedirli! E quanti atti ineffabili di fede e d'amore, di trionfo e di riparazione non ci rappresenta ognuna di queste cose! Il mondo intero e l'aria della primavera sono ripieni di canti di letizia. I giardini sono spogli dei loro più bei fiori, che mani devote gettano sul cammino del Dio che passa velato nel Sacramento. Le campane fanno risuonare lontano i loro giocondi concerti. Il Papa sul suo trono e la giovinetta nel suo villaggio, le religiose di clausura e gli eremiti solitari, i vescovi, i dignitari e i predicatori, gli imperatori, i re e i principi, tutti sono oggi ripieni del pensiero del Santissimo Sacramento. Le città sono illuminate, le abitazioni degli uomini sono animate dai trasporti della gioia. È tale la letizia universale che gli uomini vi si abbandonano senza sapere perché, e rinasce su tutti i cuori dove regna la tristezza, sui poveri, su tutti quelli che rimpiangono la libertà, la famiglia o la patria. Tutti questi milioni di anime che appartengono alla regale famiglia e al linguaggio spirituale di san Pietro sono oggi più o meno prese dal Santissimo Sacramento, sì che tutta la Chiesa militante trasalisce d'una gioia e d'una emozione simile al fremito dei flutti del mare agitato. Il peccato sembra dimenticato; le lacrime stesse sembrano piuttosto strappate dall'eccesso della felicità che dalla penitenza. È un'ebbrezza simile a quella che trasporta l'anima che fa il suo ingresso in cielo; o meglio si direbbe che la terra stessa passa nel cielo, come potrebbe accadere appunto per la gioia di cui l'inonda il Santissimo Sacramento" (Il Santissimo Sacramento, I, p. 4).

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