situazione esplosiva in Vaticano
(Giulio Ginnetti)
Due bombe sono scoppiate a breve distanza in Vaticano. La prima è stata l’editoriale di Eugenio Scalfari su La Repubblica del 1 novembre. Nel corso di una telefonata ricevuta il 28 ottobre, Papa Francesco, riferendosi alla diversità di posizioni dei Padri Sinodali sul tema dei divorziati risposati avrebbe detto, tra l’altro: «Il diverso parere dei vescovi fa parte della modernità della Chiesa e delle diverse società nelle quali opera, ma l’intento è comune e per quanto riguarda l’ammissione dei divorziati ai Sacramenti conferma che quel principio è stato accettato dal Sinodo. Questo è il risultato di fondo, le valutazioni di fatto sono affidate ai confessori ma alla fine di percorsi più veloci o più lenti tutti i divorziati che lo chiedono saranno ammessi».
L’affermazione, che Scalfari virgoletta, per sottolineare che essa corrisponde esattamente alle parole del Papa, attribuirebbe ai divorziati risposati il diritto di accedere sempre alla Sacra Eucarestia, non solo va ben al di là delle conclusioni del Sinodo, ma soprattutto contraddice frontalmente la disciplina e la morale cattolica. Interpellato dal corrispondente del National Catholic Register, Edward Pentin, padre Lombardi, ha ribadito l’inaffidabilità di Scalfari, giudicando perciò inutile una smentita ufficiale. Ma se, per l’ennesima volta, Scalfari ha deformato le sue parole ci si chiede perché il Papa continui a telefonargli e perché non smentisca in maniera chiara ed esplicita quanto gli viene attribuito. Le parole citate da Scalfari corrispondono o no al pensiero del Papa? Questo è il punto che pone drammatici interrogativi ai cattolici.
La seconda bomba è stata l’arresto dei due titolari della commissione istituita da papa Francesco per riorganizzare le amministrazioni vaticane (ora disciolta): monsignor Angel Vallejo Balda e la sua collaboratrice Francesca Immacolata Chaouqui. Un comunicato diffuso il 2 novembre dalla sala stampa vaticana, collega il loro arresto da parte della polizia della Città del Vaticano a due libri usciti in questi giorni che pubblicherebbero carte da loro sottratte con «grave tradimento della fiducia accordata dal papa».
I mass-media hanno sempre accusato i prelati fedeli alla Tradizione di essere i “corvi” che tramano alle spalle di Papa Francesco, ma in questo caso i colpevoli del “tradimento” sono due personaggi scelti dallo stesso papa Bergoglio e da lui confermati nell’incarico, malgrado il giornalista Sandro Magister, fin dal 22 luglio 2013, quattro giorni dopo la loro nomina, avesse lanciato un serio allarme sulla loro inaffidabilità. Peraltro, altri discussi personaggi nominati da papa Francesco, come mons. Battista Ricca, restano ancora ai loro posti. È questa la “pulizia morale”. (Giulio Ginnetti)
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