Bergoglio e Lutero
di Pietro Ferrari
Zenit 15 Novembre 2015 incontro di Bergoglio coi luterani:
" ‘Si apre tra gli applausi la visita di Papa Francesco nella Chiesa Evangelica e Luterana di Roma, la Christuskirche di via Sicilia. L’ultimo Pontefice ad esservi entrato era stato Benedetto XVI il 14 marzo 2010 partecipando al culto serale in tedesco; prima ancora di lui, Giovanni Paolo II vi si era recato l’11 dicembre 1983. Francesco si inserisce quindi nel solco dei suoi predecessori ..’
Registriamo e condividiamo che vi è una perfetta omogeneità e coerenza tra i ‘papi’ del postconcilio in relazione al cosiddetto ‘impegno ecumenico’, ossìa in relazione ad una sorta di work in progress di un newchurch building. J.m. Bergoglio alla gravosità polacca e all’austerità professorile teutonica, sostituisce uno stile ‘berlusconiano’, tipicamente sudamericano.
‘Al Papa vengono rivolte poi tre domande alle quali risponde rigorosamente a braccio. Il primo è un bambino di 9 anni che porge una domanda tanto semplice quanto cruciale: “Cosa ti piace di più dell’essere Papa?”. Tra le risate generali, Francesco ribatte di cuore: “Fare il parroco, fare il pastore…”.’
Immagino quanto debba apparire fastidioso a tutti gli amici perplessi, che un ‘papa’ abbia tale idea della giurisdizione papale apparentemente ricevuta. E’ come se il presidente della Corte Costituzionale dichiarasse che la cosa che gli piace di più della sua funzione è fare il Giudice di Pace.
‘In particolare, “amo tanto andare in carcere – non che mi portino in galera – ma parlare con i carcerati. Ogni volta che io entro in un carcere domando a me stesso: ‘Perché loro e io no?’. E lì sento la salvezza di Gesù Cristo, l’amore con me, perché è Lui che mi ha salvato. Io non sono meno peccatore di loro, ma il Signore mi ha preso dalla mano e questo lo sento. E quando vado in carcere sono felice”.’
Appare del tutto caritatevole essere vicino a chi sta scontando una pena detentiva, ma vi è una confusione sia tra peccato e reato (a meno che Bergoglio non debba confessare qualcosa di grave) che tra ruoli: il carcerato dovrebbe sentirsi elevato dalla carità di un Papa, ma non lo sarà se viene considerato uguale ad un ’papa’ che va quasi a constituirsi in carcere perché si considera ugualmente colpevole di pene detentive.
‘Il Papa, quindi, deve “fare il vescovo, fare il parroco, fare il pastore”, sottolinea il Santo Padre, perché “se un Papa non fa il vescovo, il pastore sarà una persona molto intelligente, molto importante, avrà molto influenza nella società, ma penso che nel suo cuore non è felice”.’
Il Papa deve fare tutto, tranne il Papa, cioè dal Governare, Insegnare, Consacrare si passa alla ricerca della felicità?
‘Più spinosa la seconda domanda da parte di una donna luterana sposata con un cattolico italiano che ha sollevato la questione della intercomunione. “Viviamo felicemente da molti anni – ha detto – ma ci duole assai vivere diversamente la fede e non partecipare insieme la cena del Signore. Cosa fare per raggiungere la comunione in questo punto?”—– “Non è facile per me risponderle soprattuto davanti ad un teologo come il card. Kasper, ho paura!”, risponde Papa Francesco scherzosamente. Anzitutto ricorda che “la cena del Signore ci sarà”, ovvero “il banchetto finale nella nuova Gerusalemme. Ma questa sarà l’ultima, intanto nel cammino mi domanda … e non so come rispondere … È il fine del cammino o il viatico per camminare insieme? Lascio la domanda ai teologi … È vero che in un certo senso condividere è dire che non ci sono differenze tra noi, che andiamo la stessa dottrina – parola difficile da capire – ma io mi domando ma non abbiamo lo stesso Battesimo? E se lo abbiamo dobbiamo camminare insieme ..’
Appare chiaro che ad un Giudice di Pace che cerca la sua felicità, sia oltremodo inopportuno chiedere di pronunciarsi su una questione di cui dovrebbe occuparsi la Cassazione a Sezioni Unite o la Corte Costituzionale. Anzi, anche un Giudice di Pace dovrebbe già sapere quali siano gli orientamenti consolidati delle Magistrature supreme.
‘… Quando voi pregate insieme quel Battesimo cresce e viene forte; quando voi insegnate ai vostri figli chi è Gesù, fate lo stesso. In lingua luterana e cattolica ma è lo stesso”… E per quanto riguarda la comunione? Il Papa risponde alla domanda con un’altra domanda: “Cosa posso fare con mio marito perché la cena la Signore mi accompagni nella mia strada? È un problema a cui ognuno deve rispondere”. “Mi diceva un pastore amico: ma non crediamo che il Signore è presente lì? Voi credete che il Signore è presente? Qual è la differenza? Le spiegazioni, le interpretazioni? La vita è più grande di tutto questo. Sempre fate riferimento al Battesimo. Una fede, un Battesimo, un Signore, diceva San Paolo, e di là prendete le conseguenze…”.’
Sminuire fino all’estremo i problemi e le divergenze dottrinali tra luterani e cattolici, è un atto di semi apostasìa che dovrebbe essere sanzionato duramente dall’episcopato. Davvero ci si chiede fino a quando noi avremo ancora intenzione di ‘pettinare le bambole’ invece di porre delle severe ed esiziali monizioni ai liquidatori del cattolicesimo.
‘Quindi anche nel Giorno del Giudizio, ci sarà un’ultima scelta di Cristo. E ci saranno delle domande – spiega il Pontefice – non domande come “sei andato a Messa?” o “hai fatto una buona catechesi?”, bensì domande sui poveri, “perché la povertà è al centro del Vangelo”. Quindi domande come: “Tu la tua vita l’hai usata per te o per servire? L’hai usata “per difenderti dagli altri coi muri o per accogliere con amore?”.’
Il precetto della Chiesa di seguire la Messa di Domenica è stato implicitamente abrogato e forse, o non è mai stato davvero un precetto ma addirittura una pratica a-cattolica?
‘….tra cori e applausi emozionati, si congeda con la consueta richiesta: “Per favore, non dimenticate di pregare per me!” ‘.
Nel pantheon del preghierismo globale, non importa chi, cosa, come e perché: basta pregare. Bhè cerchiamo di farlo anche noi chiedendoci fino a quando saremo castigati.
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