(articolo nato in ambiente “cattolico conservatore” comunque interessante per i nostri lettori, in originale qui: http://www.crisismagazine.com/2015/how-to-kill-vocations, ne pubblichiamo la traduzione a cura di Matteo Luini)
Il
Cardinal Raymond Burke ha recentemente messo sotto accusa, per quanto
riguarda il precipitoso declino nelle vocazioni sacerdotali, la
femminizzazione della liturgia. Che cosa sarebbe la “femminizzazione”?
Abbiamo davvero fatto questo alla liturgia? La domanda che non dovrebbe
essere stimolata dall’asserzione sarebbe: “Una liturgia effeminata fa
davvero sì che dei giovani uomini rifiutino l’idea del sacerdozio in
modo indifferente, perplesso, o con compatimento divertito?” Ad esempio,
la vista di due preti che piroettano sulle punte come panciute
ballerine ad una funzione di veglia pasquale, assieme ad un plotone di
ragazze sventolanti sciarpe, per sei minuti e più, il tutto
sull’adattamento fatto da Aaron Copland di The lord of the dance, eserciterebbe qualunque attrattiva naturale sulla stragrande maggioranza dei giovani che sanno a quale sesso appartengono?
Invece
uno spettacolo di tale genere garantirebbe quasi automaticamente che
costoro sarebbero impegnati a trattenere le risa, o a fissarsi le
ginocchia aspettando che tutto finisca, o a lanciare occhiate verso le
porte. E provate a immaginare se uno dei ragazzi commettesse l’orrendo
errore di invitare un amico non cattolico alla funzione, o qualcuno che
si sta domandando perchè dovrebbe prendere la fede sul serio.
A volte mi domando se noi cattolici vogliamo davvero
le vocazioni al sacerdozio. E’ ragionevole giudicare le persone dalle
loro azioni abituali. Se faccio qualche esperimento con le mie classi in
università, e tanti buoni studenti fuggono dal corso, potrei, se fossi
testardo, riprovare modificando un po’ la forma. Ma se ancora una volta
i buoni studenti scappano, ed io persisto in quello che non è più un
esperimento, un osservatore ragionevole potrebbe concludere che non mi interessa se se ne vanno.
Non importerebbe nulla se esprimessi in continuazione le mie supposte
intenzioni gridando: “questo corso ha bisogno di molti studenti in più, e
dei migliori!”. Certo, potrei ragionevolmente pregare quegli studenti
di iscriversi e rimanere, esattamente come potrei pregare di dare
testate al muro e di non avere mal di testa. In effetti, se le mie
azioni continuano non solo ad essere inutili, ma anche a ferire molti
altri, ed io persisto, l’osservatore ragionevole potrebbe attribuirmi
qualcosa di più di incompetenza o indifferenza. Potrebbe concludere cheio voglio davvero il risultato cattivo, e che ne sia tutto sommato contento.
La nostra diocesi, che serve 100.000 cattolici, ha zero seminaristi.
Intendo letteralmente: neanche uno. Hanno ordinato due persone negli
ultimi dieci anni, uno dei quali ha poi lasciato il sacerdozio per
sposarsi. Le chiese stanno chiudendo ovunque. Il coraggioso prete che è
il nostro pastore ha dovuto dire Messa in cinque chiese, sparse per un
raggio di venti miglia. La diocesi più lontana di Lincoln, Nebraska, con
meno di 100.000 cattolici, ha 48 seminaristi, almeno due preti in ogni
parrocchia, nessuna chiesa in chiusura e molte scuole. La domanda ovvia
è: “Perché nessuno prova a fare almeno qualcuna delle cose che fanno a
Lincoln?”
Oppure,
mettendola meglio: “Perché tutti gli altri non smettono di fare almeno
nove o dieci delle cose che a Lincoln non sono mai state fatte?”
L’invidia
professionale spiega almeno in parte la resistenza. La testardaggine ne
spiega un altro po’. Timidezza e impegni politici mondani potrebbero
entrare nell’equazione. Ma ho iniziato a domandarmi se qualcuno dei
nostri leader non sia animato da un desiderio di vedere morta una Chiesa
nella quale non credono più realmente. Quindi, basandomi su quanto ho
osservato (ed ero in una posizione eccellente) nella diocesi decadente,
ci sono qui alcune cose che dovreste fare se volete uccidere le
vocazioni sacerdotali. Le conteggerò in varie categorie:
Diluite la fede. I
combattenti vogliono qualcosa per cui combattere. Assicuratevi che non
ci sia nulla per cui combattere. Non predicate l’ intera dottrina della
Chiesa. Preoccupatevi di più di offendere un paio delle persone che
ancora vengono a Messa rispetto ad offendere Dio. Togliete il sesto
comandamento dai dieci. Intanto che ci siete, eliminate anche il secondo
il terzo ed il nono.
Equiparate
la “carità” cristiana con il rendere a Cesare ciò che è di Cesare, di
Dio, il vostro, dei vostri bambini, e della vostra comunità. Affermate
che tutti coloro che non si chiamano Hitler vadano in paradiso, perchè
qualche minuscolo pezzettino di cordialità naturale è sufficiente per
far piacere all’Onnipotente. Disse Gesù: “Siate buoni, così come il
vostro zio Ronnie era buono”, il vostro zio Ronnie divorziato che viveva
con la sua fidanzata, ma che era buono coi cani e coi bambini non suoi
da mantenere. Abbassate lo standard per cui anche un moralmente
handicappato potrebbe superarlo, e allo stesso tempo fate sembrare che
l’acrobazia dell’handicappato, e non la grazia di Dio, lo porti in
cielo. Non suggerite mai che la fede sia una questione di vita o morte
eterna.
Trasformate i Sacramenti in momenti merenda. Sbarazzatevi
di ogni balaustra rimanente all’altare. Fate sì che tutti prendano l’
Ostia nelle mani, come un biscotto della fortuna. Dite alla gente di
stare in piedi dopo. Fate sì che sia il più possibile difficile per le
persone accedere al sacramento della Confessione. Trattatelo come se
fosse insignificante. Se qualcuno insiste, strabuzzate gli occhi e fate
sì che il penitente sappia quanto vi sta seccando con la sua richiesta.
Non prendete sul serio i suoi peccati: in effetti, date al penitente
l’impressione di poter continuare a peccare impunemente. In questo modo
sarà più facile che un alce passeggi lungo Main Street piuttosto che una
singola anima peccatrice vi venga a cercare, o che una nutrita fila si
formi al confessionale. E già che ci siete fate sparire i confessionali,
e trasformateli in ripostigli per scope, mocio e calce.
Spogliate gli altari. Ci
sono delle statue nella vostra Chiesa? Copritele con intonaco o
portatele via. C’è un vecchio altare grande nella parte posteriore della
Chiesa? Fatelo a pezzi e usatelo come combustibile. Ancora meglio,
abbattete due o tre chiese e costruitene una nuova con la forma di una
palestra. Se mettete delle Stazioni della Via crucis sulle pareti,
fatele così piccole ed ambigue che nessuno possa capire cosa sono da più
di mezzo metro di distanza. Mettete la sedia del prete al centro,
vicino al muro posteriore. Sbarazzatevi di ogni forma di arte
genuinamente popolare, o di ogni traccia della grande eredità artistica
della Chiesa. Cantate invece delle canzoncine, tristi brutte
canzoncine.
Chiudete le scuole. Datele
da gestire al governo, come hanno fatto in Canada. Assumete laicisti
per insegnarvici, o ancora meglio, cattolici che odiano la Chiesa. Se
avete un liceo tutto maschile, trasformatelo in una scuola mista. Se
avete un campionato di basket per i ragazzi e non avete i soldi per uno
femminile, chiudetelo. Fate insegnare il catechismo a laici di dubbia
moralità e pietà. Fate lo stesso per le lezioni di religione a scuola.
Inoltre fate in modo che le lezioni di inglese o storia siano uguali a
quelle che si trovano in tutti gli altri posti. Trasformate l’educazione
cattolica in educazione pubblica con un po’ di acqua santa (come mi
disse una persona quando combatteva la battaglia per ripristinare il
cattolicesimo nelle scuole cattoliche).
Siate effeminati. Sbarazzatevi
di ogni singolo inno che abbia a che fare con la militanza cristiana.
Castrate gli altri. O ancora meglio, scegliete inni che mostrino Gesù
come una sorta di tenero fidanzato protettivo, col quale stare in
compagnia sul divano adesso e in paradiso poi. Lasciate che la musica
sia diretta da donne, specialmente di quelle che amano farsi vedere e
sentire mentre suonano. Mettete il cantore davanti, in modo che oscuri
il prete e Cristo. Fate danzare stupidamente le ragazze lungo i
corridoi; se potete fatelo fare a cinque o sei ragazze, in compagnia di
un ragazzino che è stato messo lì da sua madre, e che starà lì in piedi
digrignando i denti ed incavolandosi. Mettete tutti gli strumenti
musicali tranne l’organo: fate sì che il suonatore di pianoforte
solletichi i tasti come se fosse assunto in un piano bar, in modo che
mentre i comunicanti ritornano al loro posto possano far scivolare 5
dollari nel cappello, vicino al calice di champagne. Usate il più
possibile le ragazze come chierichetti e scoraggiate i ragazzi dal
partecipare, né date loro qualcosa di importante da fare. Usate il più
possibile lettrici donne. In effetti, una volta che la messa è
diventata troppo blanda per le ragazze stesse, usate le anziane signore
come accolite, cosicché si diano da fare attorno all’altare come se
stessero stendendo la tovaglia e mettendo le posate per una festa.
Non suggerite mai che la Chiesa abbia bisogno di uomini per qualcosa. Fate
diventare “l’uomo” un’oscenità. Non suggerite mai che il padre e la
madre hanno due ruoli complementari in famiglia. Non suggerite mai che
Gesù avesse in mente qualcosa di importante quando scelse dodici uomini
come suoi fratelli. Suggerite invece che per essere un buon cristiano,
un uomo deve smettere di essere uomo. Recuperate la stupida nozione
femminista per cui le donne sono state oppresse per duemila anni.
A
questo punto pregate per le vocazioni, dopo aver fatto del vostro
assoluto meglio per assicurarvi che non ce ne sarà mai neanche una.
Anthony Esolen
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