V Pellegrinaggio Internazionale Summorum Pontificum. L'omelia di Mons. Sample
"Moralmente e spiritualmente, siamo tutti della diocesi di Portland"
(don Claude Barthe nel messaggio di conclusione di sumpont2016)
Mentre giungiamo al termine di questo splendido pellegrinaggio, durante
il quale abbiamo celebrato il motu proprio di Benedetto XVI che ha
condotto ad una maggiore disponibilità della celebrazione della Santa
Messa nell’usus antiquior, lo facciamo anche oggi nella grande Festa di
Cristo Re. Siamo tutti molto grati a Papa Benedetto per la sua amorevole
cura nei confronti di chi ama questa antica forma del Rito Romano e
preghiamo affinché la sua diffusione abbia un effetto profondo e
duraturo sul culto divino celebrato in entrambe le forme.
Celebrando la Festa di Cristo Re, la Santa Madre Chiesa ci ricorda la
centralità del mistero di Cristo nelle nostre vite quanto nel nostro
culto. Esaltiamo il Nostro Divino Salvatore come il centro di tutta la
storia umana e come Colui che ci rivela il vero significato e lo scopo
delle nostre vite. È proprio questo il mistero che celebriamo nel Santo
Sacrificio della Messa. Rileggiamo ciò che San Paolo ci insegna sulla
pienezza di tutto quello che Dio vuole rivelarci nel Suo Figlio Gesù
Cristo Nostro Signore e Re.
Gesù Cristo è l’immagine di Dio invisibile. Nel
mistero dell’Incarnazione, Iddio Si è pienamente rivelato a noi nel
Verbo Incarnato, Suo Figlio Unigenito. Cristo è la manifestazione
visibile della misericordia divina nei confronti di noi poveri
peccatori. È appropriato ricordarlo in occasione di quest’Anno Giubilare
della Misericordia. In Cristo vediamo la misericordia incarnata. Egli è
presente in ogni Messa, specialmente nell’offerta del Santo Sacrificio e
nella Sua presenza Eucaristica in Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
Gesù è il primogenito di ogni creatura, presente alla creazione
dell’intero universo. Con una splendida trilogia di espressioni San
Paolo ci ricorda che tutte le cose sono state create nel Verbo
Incarnato, che Egli è precedente a tutte le creature nella Sua eternità e
che tutte le cose sono tenute insieme in Lui. Cristo è al centro della
volontà creativa di Dio Padre.
Cristo è il Capo del Corpo, che è la Chiesa. La Chiesa è il Corpo
mistico di Cristo, la Sua duratura presenza nel mondo creato. Attraverso
la Chiesa Cristo continua la Sua presenza redentiva nel mondo. Siamo
tutti membri individuali di quel Corpo, come ancora ci ricorda San
Paolo; e Cristo Re è il Capo del Suo Corpo mistico, sempre presente tra
noi nella Sua Parola, nei sacramenti e nell’assemblea dei fedeli. Cristo
non potrà mai essere separato dalla Sua Chiesa anche se alcuni ci
proveranno. Noi non possiamo avere Cristo senza la Chiesa, poiché Egli è
eternamente ed intimamente unito ad Essa. Noi, come Corpo mistico di
Cristo, siamo inseparabilmente uniti al nostro Capo, Cristo Signore.
Come tale la Chiesa è il Sacramento universale della salvezza del mondo.
Cristo è il primo anche tra i morti. Ci ha preceduti e tramite la Sua
Morte e Resurrezione ha reso possibile la nostra stessa resurrezione dai
morti. Dov’è andato Lui noi speriamo un giorno di seguirLo. La Sua
Morte è il nostro riscatto dalla morte, la Sua Resurrezione la nostra
ascesa a vita nuova.
È il primo e tutta la pienezza abita in lui. Nella Sua Divinità unita
per sempre all’umana natura formata nel grembo della Sua Vergine Madre
nulla manca. Gesù è la pienezza di ciò che ogni cuore umano desidera.
Quello che di buono cerchiamo in questa vita è solo un pallido e
sbiadito riflesso della pienezza di bellezza, bontà, gioia e perfezione
che risiede in Cristo. Ogni ricerca virtuosa dell’uomo è in fine ricerca
di Cristo.
Questo è il Cristo che onoriamo come Re Universale. Ma Nostro Signore ci
ricorda che il Suo Regno non è di questo mondo. I discepoli non lo
compresero pienamente se non dopo la Resurrezione e la discesa dello
Spirito Santo nel giorno di Pentecoste. Noi non dobbiamo mai scordarlo.
Non viviamo per la completezza e la realizzazione in questo mondo, ma ci
sforziamo di renderlo sempre migliore e simile al Regno di Dio. Siamo
solo pellegrini di passaggio in questa vita terrena sulla strada verso
il Regno di Dio, il Regno dei Cieli. Tutta la nostra vita è preparazione
alla pienezza del Regno di Dio.
Questo Regno, ora imperfettamente presente nella Sua Chiesa, è anche
Regno di Verità. È Nostro Signore a dirci che il motivo per il quale
Egli è nato ed è entrato in questo mondo è la testimonianza della
Verità. Tutti coloro che vi appartengono ascoltano e rispondo a questa
voce. Questa Verità rivelata da Cristo è la Verità su Dio, su noi stessi
creati a Sua immagine e somiglianza e sulla salvezza eterna vinta per
noi con la Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. Questa è la vita
eterna che riconosciamo e viviamo nella Verità.
Il mondo in cui viviamo sembra divenire ogni giorno più secolarizzato e
materialista. Non riconosce più una verità che sia eterna e che
coinvolga tutti. Papa Benedetto ha coniato la celebre espressione
“dittatura del relativismo”: vivere senza l’eterna Verità di Dio è
vivere senza Cristo, nell’oscurità, nell’ignoranza, nel dubbio e nella
paura. Cristo è venuto a rendere testimonianza alla Verità e a liberarci
dalle tenebre del peccato e della morte e illuminarci con la Buona
Novella della Sua misericordia e del Suo amore. Le prima parole del Suo
ministero pubblico sono “Il Regno di Dio è vicino. Convertitevi e
credete al Vangelo!”
Siamo trasferiti in questo Regno del Diletto Figlio di Dio partecipando
alla redenzione che Egli ha vinto per noi attraverso il Suo Sangue,
facendoci ricevere la remissione dei peccati. Come San Paolo ci dice,
Cristo ha riconciliato tutte le cose in Sé attraverso il Sangue della
Sua Croce. Noi per primi riceviamo la grazia di questa redenzione nel
giorno del nostro battesimo, lavati dal peccato originale e santificati
dalla grazia di Dio.
Questo mistero della nostra redenzione è anche rinnovato ogni volta che
partecipiamo all’offerta del Santo Sacrificio della Messa. Cristo, che
ha offerto Sé stesso come Sacerdote e Vittima sull’altare della Croce,
si offre ora in modo sacramentale e incruento attraverso il ministero
del sacerdote sugli altari delle nostre chiese tutte le volte che viene
celebrata la Santa Messa.
Cristo Re governa trionfante sulla morte anche quando pende sulla Croce
per la nostra salvezza. Il Suo mistero pasquale, resoci presente nel
Sacrificio Eucaristico del Suo Corpo e Sangue, è la fonte della nostra
continua santificazione mentre rendiamo Gloria a Dio nel nostro culto.
Questa realtà è poderosamente resa presente in ogni Messa, sia nella
forma Ordinaria che in quella Straordinaria del Rito Romano. Ma la Messa
tradizionale palesa in modo particolarmente chiaro ed eloquente questa
realtà con segni, simboli e parole.
Le preghiere della Forma Straordinaria, i gesti rituali e in modo
particolare l’orientamento liturgico del sacerdote all’altare fanno
risaltare la natura sacrificale della Messa. Questo è senza dubbio il
culto che sacerdote e fedeli offrono a Dio Onnipotente per la Sua Gloria
e per la santificazione delle loro anime.
Papa Benedetto ha riconosciuto che la Forma Ordinaria del Rito Romano,
almeno come viene celebrata in molti luoghi, ha perso parte della
chiarezza e dello splendore. Ha insegnato che non potrà mai esserci una
rottura con la Tradizione, ma che l’autentica riforma liturgica deve
essere realizzata in chiara continuità con le precedenti tradizioni e
forme della Sacra Liturgia. Questo è il motivo per cui ha emanato il
motu proprio Summorum Pontificum, precisamente per riconciliare la
Chiesa col suo passato.
La speranza di Papa Benedetto era che le due forme del Rito Romano
possano e debbano arricchirsi mutualmente così che sia nuovamente
possibile un rinnovamento autentico della celebrazione della Santa
Messa, denominato riforma della riforma della Sacra Liturgia.
Lo scopo di tale riforma non può essere che di rendere maggiormente
visibile la sovranità di Cristo Re mentre Egli Si offre per la nostra
salvezza in un mistero che si perpetua in ogni Messa. Possa la Messa
Antica fiorire nella Chiesa così che molti possano beneficiare di questa
forma del Rito Romano per la maggior Gloria di Cristo Re Nostro
Signore. A Lui ogni gloria, lode e onore nei secoli dei secoli! Amen!
Omelia
di S.E.R. Mons. Alexander K. Sample, Arcivescovo di Portland, per la
Festa di Cristo Re, in occasione del V Pellegrinaggio Populus Summorum
Pontificum.
Roma, 30 ottobre 2016, Chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini
fonte: Paix Liturgique
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