Sì, l’Avvento è un periodo di penitenza
Ringraziando per la traduzione il nostro caro amico Giovanni.
Sembra che con l'inizio di ogni nuovo anno liturgico venga
pubblicato almeno un articolo tra le pagine cattoliche del web, per “spiegare”
che l'Avvento non è un tempo penitenziale. Viene generalmente citato il Codice
di Diritto Canonico, dal momento che l'Avvento non è incluso nella lista
"ufficiale" dei giorni o dei periodi penitenziali, insieme con
l'Ordinamento Generale del Messale Romano, che lo descrive come un periodo di “devota
e gioiosa attesa”, senza alcuna menzione di penitenza.
La realtà della questione è più complessa. Le tradizioni della
Chiesa non sono ampiamente determinate da o riassunte in qualsiasi Codice di Diritto
Canonico, né in alcun Messale o altro libro liturgico. È vero che l'Avvento non
è una stagione di digiuno, e non è stato così in Occidente per un tempo molto
lungo. D'altra parte, il digiuno di Quaresima, il segno più antico e universale
della natura penitenziale di quel periodo, è stato ridotto a un risibile
residuo di due giorni, e i molti riferimenti al "digiuno" sono stati
rimossi o modificati in “astinenza” nelle preghiere e negli inni della liturgia
quaresimale.
Storicamente, l'Avvento e la Quaresima hanno molto in comune
liturgicamente, e in realtà questo non è cambiato molto nel rito
post-conciliare. I colori liturgici della stagione, viola e rosa, rimangono gli
stessi (di seguito maggiori informazioni su questo tema). Da tempi molto
antichi, i paramenti che simboleggiano la gioia di un giorno di festa, la dalmatica
e la tonacella, sono stati sostituiti in entrambe le stagioni da pianete
conserte, che vennero poi (inspiegabilmente) abolite tout court, non solo per l’Avvento (nelle chiese che non le usavano,
il diacono e suddiacono servivano in camice, il primo con una stola). Nel nuovo
rito, la dalmatica può essere tralasciata “per motivi di necessità, o a causa di
un minor grado di solennità” (GIRM 338 [Istruzioni Generali del Messale Romano]).
Dal momento che nessuna indicazione viene data su ciò che costituisce “un grado
minore di solennità”, chiunque è perfettamente libero di considerare le
domeniche di Avvento come meno solenni rispetto ai festeggiamenti del periodo
natalizio, e non indossare le dalmatiche (la vaghezza di questa rubrica ha,
purtroppo ma inevitabilmente, portato in molti luoghi all'abuso per cui i diaconi non indossano mai
una dalmatica, ma camice e stola secondo la disposizione penitenziale, anche nelle
più grandi solennità).
Nella Messa in tempo di Avvento, il Gloria in excelsis si omette di domenica in entrambe le forme del
rito romano. Nei giorni feriali di Avvento, l'Alleluja è tradizionalmente omessa prima del Vangelo; questo è
facoltativo nel Novus Ordo, vale a
dire, un modo perfettamente lecito di continuare ad osservare la tradizione
storica della Chiesa. Tradizionalmente, Avvento e
Quaresima comportavano sia la rimozione dei fiori dall'altare, sia il silenziamento dell'organo. Nella liturgia post-conciliare, questo è stato leggermente modificato; fiori e organo sono proibiti durante la Quaresima (non solo scoraggiati), ma possono essere utilizzati in Avvento “con quella moderazione che si addice alla natura di questa stagione” (GIRM 305 e 313). Anche in questo caso, la vaghezza delle rubriche lascia perfettamente liberi di decidere che è meglio tralasciarli del tutto.
Quaresima comportavano sia la rimozione dei fiori dall'altare, sia il silenziamento dell'organo. Nella liturgia post-conciliare, questo è stato leggermente modificato; fiori e organo sono proibiti durante la Quaresima (non solo scoraggiati), ma possono essere utilizzati in Avvento “con quella moderazione che si addice alla natura di questa stagione” (GIRM 305 e 313). Anche in questo caso, la vaghezza delle rubriche lascia perfettamente liberi di decidere che è meglio tralasciarli del tutto.
Le eccezioni alla regola tradizionale di fiori e la musica
d'organo sono le domeniche Gaudete e Laetare, in cui essi potevano essere
utilizzati come durante le altre domeniche e feste, con la caratteristica dei
paramenti di colore rosaceo, che sono stati pensati come attenuazione del viola
penitenziale. Il mantenimento della domenica Gaudete in mezzo dell'Avvento è il segno più evidente che il
carattere penitenziale della stagione sopravvive.
E se non fosse, dovrebbe esserlo!
A parte tutto questo, quando arriverà il momento di riformare la
riforma (come certamente avverrà, anche se non conosciamo né il giorno né l'ora),
si dovrà ammettere che “l’aspettativa devota e gioiosa” è stata un fallimento, e
deve pertanto essere eliminata come tale. Non sembra aver raggiunto proprio nulla
come mezzo per frenare l'orgia di consumismo che attraversa il tempo di Natale
in gran parte del mondo. Lo spettacolo dello shopping del "Black Friday", il giorno dopo il
Ringraziamento, è fortunatamente limitato agli Stati Uniti (dove, però, i
cattolici sono la maggior singola denominazione cristiana, con un margine
enorme…). Il ripristino di alcuni tipi di digiuno e di penitenza in Avvento, già
praticati da molti a livello privato, potrebbe dare una potente testimonianza
cattolica alla "ragione per la stagione.
Mentre i video del “Black
Friday” sono spesso una cosa molto triste da vedere, personalmente ho
sempre trovato ancora più triste notare come molti alberi di Natale sono portati
sul marciapiede con il cestino dei rifiuti già alla sera del 26. Questo è uno
dei tanti segni comuni che, invece di essere vissuta come una stagione di
attesa, gioiosa o in altro modo, l'Avvento è diventato in molti luoghi una
versione a ritroso delle ottave di Natale e dell'Epifania. Pastoralmente, la
Chiesa dovrebbe incoraggiare i fedeli a testimoniare l'importanza della nascita
di Cristo, mantenendo tutta la stagione di Natale, con le feste molto antiche e
importanti che lo seguono, come quella grande festa prolungata che
tradizionalmente era; ristabilire un carattere formalmente penitenziale per
l'Avvento potrebbe certamente aiutarci a farlo, come la Quaresima lo fa per la
Pasqua.
Pubblicato venerdì 9 dicembre 2016, Gregory DiPippo.
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