mercoledì 4 febbraio 2015

piangano i Sacerdoti

Tra il Vestibolo e l'Altare piangano i Sacerdoti, ministri del Signore GIOELE 2:17 


«La gente che torna dalla Messa parla, ride. Crede di non aver visto nulla di straordinario. Non s'è accorta di nulla, perché non s'è presa l'incomodo di vedere. Si direbbe che abbia assistito a qualche cosa di molto semplice e naturale. Ma ciò ch'è avvenuto, avvenisse pure una volta, basterebbe a rapire in estasi un mondo innamorato. La gente torna dal Golgota e parla della pioggia e del bel tempo. Questa indifferenza le impedisce di diventar folle.
Sono stati venticinque minuti in una chiesa (alla Messa) senza capire ciò che avveniva. Hanno visto entrare. un prete con indosso la pianeta e non hanno sospettato neppure per un attimo che quel prete fosse il Cristo della Scrittura. Qualcuno è rimasto seduto. C'è chi resta in piedi durante l'Elevazione. Ed io non riesco a capire quale delle due cose sia più prodigiosa: o l'Elevazione o il contegno di coloro che vi assistono.
Fosse almeno l'Elevazione solo un simbolo della Verità! Ma è la Verità stessa, presentata sotto un aspetto proporzionato alla umana debolezza. Gli Ebrei non potevano sostenere lo splendore della faccia di Mosè; e Mosè non era che un uomo!
Mosè temeva di morire per aver visto la faccia del suo Creatore; ma non aveva visto che un Angelo. Che c'è di nascosto sotto le specie del Pane e del Vino? Più d'un Angelo e più di Mosè. Uno dei caratteri, dunque, più stupefacenti della Messa è che non uccide le persone che vi assistono».
Julien Green



Gesù amaci, dalla tua Eucarestia
effondi sopra di me la fiamma del tuo Amore.
   Fa' che non ci abituiamo
alle meraviglie della tua Eucaristia.
   Fa' che ogni giorno
restiamo abbacinati
davanti al mistero della tua Passione e Morte.
   Fa' che non discendiamo dall'altare
se non con il cuore in subbuglio,
con il cuore amareggiato
alla vista dell'Amore Crocifisso.
   Fa' che non discendiamo dall'Altare
se non barcollando
per aver preso parte
al più tremendo e al più santo
avvenimento della Storia.
   Non abbandonarci
alla nostra Umanità, o Gesù,
in quel momento
non siamo che peccatori.

p. Mario Borzaga
6 novembre 1958


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