Sic transeunt desideria mundi
L’Irlanda: una sconfitta, un’altra. Altre ne seguiranno. Ma… ma io voglio rivelare alla Chiesa un piccolo segreto, nel quale ci metto tutto il mio disincanto, il cinismo e il realismo politico che ho imparato… Sai tu Chiesa perché ti odiano tanto? Perché sanno che dentro il tuo cuore custodisci le chiavi del regno. Sai tu Chiesa perché ti vogliono a tutti i costi o corrompere o abbattere? Perché sanno che senza il tuo permesso non possono mettere le mani sul tuo tesoro, le due chiavi del regno per chiudere il paradiso e aprire le porte dell’inferno affinché i demoni regnino sul mondo adorati “come Dèi”. Sai tu Chiesa perché sono resi sempre più nervosi dalle tue parole reiterate e ormai persino dai tuoi silenzi estenuanti? E infine, sai tu Chiesa qual è il segreto più grande di tutti e che li fa rabbrividire al solo pensiero che tu possa accorgetene?… Il grande segreto è questo, o Chiesa, sappilo: Roma deve resistere saldissima nel suo “Niet” a ogni prezzo ancora per un poco. Dopo avrà vinto. Perché le porte dell’inferno non avranno prevalso. Tu, Roma hai già vinto, e non lo sai…
Con nel mezzo una piccola intervista a Vittorio Messori
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di Antonio Margheriti
Mastino
Apro il giornale e la prima cosa sulla quale mi cade l’occhio sono due notizie: “Sì al referendum sul matrimonio gay in Irlanda”. Poi un altro: “Bambino ucciso e sepolto per gioco”. Giro pagina, ancora morti “per gioco”, innocenti. Segni dei tempi. È tutto un gioco, prima che la ricreazione finisca e suoni la campanella. E la resa dei conti.
Miglioria della morte
Mi racconta l’amico e collaboratore Nicola Peirce:
«E’ successa una cosa disgustosa: eravamo alla consacrazione nella messa per Santa Rita a Sant’Agostino, l’ingresso si trova nel porticato dove c’è anche l’ingresso del liceo Piccolomini, erano le 12:30 e un ragazzino, avrà avuto 16 anni, che usciva da scuola è entrato nella chiesa e fatti alcuni passi dentro ha urlato a squarciagola una bestemmia tremenda contro Dio …siamo rimasti tutti (in realtà 4 gatti) pietrificati, senza avere neanche il tempo di reagire e quello è scappato via ridendo con un gruppetto di sodali. Abbiamo seminato vento per troppi anni e ora è in arrivo l’uragano».
Lo sentiamo addosso, sulla pelle, chi conosce la storia e alla storia sa guardare con gli occhi della teologia della storia, chi conosce i dettagli del profetismo recente dove c’è una inquietante convergenza di tutte le descrizioni, chi conosce questo sa, sa che succederà: l’immane castigo divino che si abbatterà sulla terra “come fumo e fuoco dal cielo per tre giorni, di grande buio”. Sa, o almeno lo sente, ne ha precognizione: tutto coincide. La speranza è che Maria mitighi il castigo, che almeno salvi chi non ha aderito, pur peccatore, alla follia del mondo alla rovescia che come in tutti i tempi “finali” della storia umana, detti “clima da Basso Impero”, conosce un ritorno carnevalesco alle antiche divinità pagane, ai fasti baccanti e orgiastici, ai suoi culti idolatrici e perversi; dove la femminilizzazione dei costumi e l’omosessualità prendono il sopravvento, in un clima festaiolo ma dal sottofondo macabro, da “crepuscolo degli dei” viscontiano. Però, nel momento stesso in cui raggiunge l’acme il clima festaiolo, tutto crolla. E i festanti restano sotto le macerie.
L’emergere endemico dell’omosessualità che sempre s’accompagna con un ruolo dominante della donna sull’uomo, fateci caso e mente locale, in tutta la storia umana ha significato sempre, inderogabilmente una cosa: che si è giunti al capolinea, e che una civiltà sta per crollare e proprio nel momento di massima baldoria carnevalesca e di completo rovesciamento della natura; un mondo sta per finire. Ma non quello di coloro che sono finiti calpestati dalla folla festante, no: quello dei festeggianti. Quel clima euforico e perverso, altro non è l’illusione crudele che nell’agonia si chiama “miglioria della morte”: il malato sembra sorprendentemente riprendersi dall’agonia, una riviviscenza fisica e morale, gli torna la parola, è euforico, vorrebbe persino alzarsi … ma all’improvviso … crak! Stecchito. Miglioria della morte.
Ero ad un pranzo, la tv era accesa. Amici cattolici. Il tg mandava la “solita” notizia: “Centinaia di cristiani massacrati” dai musulmani. Portavo la mano alla bocca e facevo l’atto di baciare la terra, “sia ringraziata la Madonna”. Ma cosa stai dicendo?, mi chiedono. Rispondo:
«Quel sangue innocente e santo che quei cristiani versano, per volontà di Dio ricade sulle nostre teste malate e segnate dalla condanna, come le porte degli ebrei d’Egitto: lavano le nostre colpe, mitigano il castigo terrificante che sta per abbattersi sul mondo, dove nessuno di noi sa se si salverà. Ma se molti di noi si salveranno e vedranno la terra promessa, lo dobbiamo a quei cristiani d’Oriente che muoiono sotto la scure di Maometto, nel malcelato contento dei governi occidentali. Se non morissero loro, moriremmo tutti noi».
Tremate tremate le streghe son tornate!
È un vero caso di lapsus freudiano: dove tanto stai concentrato a dissimulare la verità, che alla fine ti scappa di dirla non volendo. O almeno spero: perché a me è sembrata la sfacciataggine di chi ormai si sente tanto potente e intoccabile da non avere più resistenze di sorta. Parlo di quella strega della Hillary Clinton, che è la versione crudele di Obama. Ebbene, papalepapale, in pubblico, Crudelia Demon che vuol diventare presidentessa, l’ha detta tutta, tradendo le intenzioni che già denunciavamo appartenere ai signori del mondo, quelli che hanno scritto l’agenda liberal-radicale. E fa venire i brividi:
«I codici culturali profondamente radicati, le credenze religiose e le fobie strutturali devono essere modificate. I governi devono utilizzare i loro strumenti e le risorse coercitive per ridefinire i dogmi religiosi tradizionali».
Avete capito dove si vuol andare a parare? Ma con chi ce l’ha? I musulmani? Niente affatto, non metterebbero mai le mani in quel vespaio. Parla della Chiesa di Roma, che in America, insieme a qualche pentecostale, è rimasta l’unica resistenza contro la deriva e il predominio totale del Pensiero Unico.
Guerra alle parole
La rivoluzione è la distruzione di un ordine presente e la decostruzione delle fondamenta storiche e culturali sul quale un mondo intero si reggeva, per costruire il suo “nuovo” ordine basato sull’odio verso qualcosa, che in un primo momento si chiama “amore” per gli sventurati, per poi farsi desiderio di “felicità” per tutti impartita ex lege e guai a chi si sente triste, e più tardi, infatti, si dirà solamente “terrore”.
Aveva ragione Kafka: la rivoluzione evapora presto, resta solo il limo di una nuova burocrazia. Ma è stato troppo ottimista: non ebbe la fortuna di sorbirsi a pieno il comunismo sovietico.
Le rivoluzioni si manifestano in primo luogo e invariabilmente come una dovere di “mutare le parole”, una guerra alle parole che secondo “lo spirito del tempo” e la nuova “sensibilità” che ispira, risulterebbero “scorrette”: vengono prima bandite, poi abolite, quindi proibite – anche se sono il nome proprio delle cose – sostituendole con nuove, “politicamente corrette”.
Quando iniziano a verificarsi certe cose, e cioè la semantofobia, è la spia d’allarme che deve far rizzare i capelli: un mondo sta per essere distrutto, un nuovo ordine rivoluzionario con una violenza implicita che presto si farà esplicita sta per essere instaurato, il quale poi sarà rimpiazzato da un regime che evaporato lo spirito rivoluzionario si farà burocrazia brutale dalla quale neppure i rivoluzionari della prima ora si salveranno. Prima del grande crollo generale che precipiterà tutti quanti “nella morte avvinti”.
Infine la Rivoluzione uccide i suoi stessi figli
Pur rimanendo nella mentalità successiva le scorie radioattive dell’epoca rivoluzionaria come bacilli capaci di sfidare dormienti le glaciazioni e i secoli in attesa del calore che un giorno li risveglierà, la nuova epoca che segue, chiusa la breve parentesi rivoluzionaria, non potrà che essere un recupero del passato, una restaurazione parziale di quello che era prima, semplicemente aggiornato.
Emblematico il caso della Russia, per dirne una, dove oggi assistiamo allo zarismo repubblicano di Putin, nuovo zar elettorale di tutte le Russie, in una pace clamorosa tra spada e croce sancita a furor di popolo e plebisciti: nell’ex Unione Sovietica questo, cioè il paese che fu “ateo” per legge, dove fu proclamata la morte di Dio e del Cristianesimo.
La Russia è il paese di domani. L’Occidente sta morendo, il vecchio ordine sta rendendo l’ultimo respiro, siamo ancora ai sogni di gloria e all’utopia, dove si propongono apparenti e “ragionevoli riforme” su argomenti apparentemente scollegati tra loro e inoffensivi, ma che altro non sono che la miccia che farà saltare uno dietro l’altro i fuochi d’artificio, sino al colpo scuro, è la rivoluzione che ancora non osa dire il suo nome, che si traveste da “riforma compassionevole”, la fase 1 della rivoluzione ; ma sta prendendo progressivamente piede la fase 2, la rivoluzione che presto svelerà apertamente il suo nome e scatenerà la sua violenza ancora appena mascherata dietro il legalismo autoritario, e gettata la maschera del legalismo la infliggerà anche fisicamente in nome non più della “legge” ma di se stessa ai non allineati; a questa seguirà la fase 3, la morte e trasfigurazione della rivoluzione in una nuova burocrazia totalizzante la cui violenza nevrastenica non risparmierà nemmeno i rivoluzionari della prima ora, altrimenti nota come “terrore”; infine, la fase 4… fino alla “restaurazione” parziale dell’ordine precedente la rivoluzione, sotto le cui scure periscono i “terroristi” rivoluzionari.
Il piede di porco della rivoluzione: i gay
Non prendiamoci in giro, soprattutto non s’illudano i gay: sono soltanto il piede di porco che serve in questo momento ai nuovi rivoluzionari liberal-radicali per sfondare la porta di tutte le chiese e di tutte le nazioni – perché questa come tutte le rivoluzioni vuol essere internazionale e qualcosa di più stavolta: mondiale, intendendo per “mondo” l’Occidente più l’appendice psicolabile dei bastioni occidentali, l’America Latina.
Una volta sfondata la porta, a cosa serve più il piede di porco, i gay? Saranno un impiccio, i gay, e dovranno allinearsi pure loro, e la Rivoluzione, che è smemorata e non è riconoscente, conosce però il carico eversivo che con sé porta il sesso “libero”: farà cadere su di loro la mannaia dell’interdizione, perderanno non solo il “matrionio” e i “nuovi diritti”, ma pure quelli vecchi, e con essi la licenza sessuale. Ogni rivoluzione parte eticista e liberal-radicale e diventa moralista e reazionaria.
Scusate: non successe così anche in Urss? Non fu Lenin a inaugurare il nuovo corso “radicale” con l’approvazione della sodomia, il divorzio, il “libero sesso”? E come finì quella storia? Con il moralismo più bieco reso più minaccioso dallo spionismo, dalla delazione che aveva un centralino in ogni condominio. La rivoluzione russa partì omofila e sessuomane e morì omofoba e bigotta … in Siberia sovente, dove accompagnò gli afflitti dal “vizio borghese”, la sodomia, almeno quelli che non contavano una mazza (pare che lo stesso Breznev talora lo praticasse); o nell’anonimato di qualche cella delle prigioni “del popolo”, ossia del Kgb, in un silenzio assordante, sanguinoso e mortale. Sic transeunt desideria mundi.
Ma interrompiamo il discorso pur affascinante con un intermezzo, dedicato alla cronaca. Poi riprenderemo, con un mio scambio di vedute con Vittorio Messori, poche ore fa.
Zeitgeist
Cosa sia stato il referendum per “decidere il nome” e solo quello dei già decisi nel parlamento irlandese sedicenti “matrimoni” gay, lo ha ben spiegato Massimo Introvigne (qui): un bluff, che ha fatto cadere l’ultima foglia di fico sull’istituto parlamentare, dopo averlo fatto cadere sulla democrazia elettiva, ormai svuotata dalla febbre del sovranazionalismo, delle burocrazie grigie e autoreferenziali che trovano in se stesse la fonte del loro potere e della sua legittimazione sine populo, ossia sulla “sovranità popolare” che quasi ovunque in Occidente è rimasta un guscio vuoto, tanto più che opposizioni e maggioranze governano insieme e pensano le stesse cose. Scrive il sociologo torinese:
«Ma il messaggio stava passando in Irlanda, come dovrebbe passare in Italia: attenzione, se al referendum vince il “sì” al matrimonio omosessuale – in Italia possiamo dire “se passa la legge Cirinnà” – arriveranno anche le adozioni e l’utero in affitto. E, siccome la maggioranza degli elettori in Irlanda era contraria alle adozioni, ogni persona convinta della verità di questa tesi diventava un votante per il “no”. Il governo irlandese – ed entrambi i principali partiti politici del Paese – erano tanto favorevoli al “matrimonio” omosessuale da espellere dalle proprie fila i contrari. Hanno pertanto trovato un metodo semplicissimo per garantirsi la vittoria al referendum: con la forza dei numeri in parlamento hanno introdotto l’adozione omosessuale prima del referendum. A tempo di record il governo ha introdotto nel gennaio 2015 una legge che consente alle coppie omosessuali – sposate o non sposate non importa, e all’epoca il “matrimonio” ovviamente non c’era ancora – il pieno diritto a ogni tipo di adozione, l’ha fatta approvare alla Camera in febbraio e al Senato in marzo. È diventata legge il 6 aprile 2015. Ecco dunque smontato il principale argomento della campagna contro il “sì” al “matrimonio” omosessuale: “volete votare no perché siete contrari alle adozioni? Ma le adozioni ci sono già, e continueranno a esserci comunque vada il referendum”.
Questo era il primo dato. Ma ce n’è un altro: quello della Chiesa irlandese, che un po’ consapevole di quello che Introvigne dice sopra, ha del tutto rinunciato a combattere. E poteva essere persino plausibile, non fosse che hanno fatto lo sforzo opposto: non più di tre vescovi, in quel paese malato moralmente e non da mò… da sempre a mio avviso, soltanto tre hanno tentato di annunciare battaglia, ma sono stati subito bruscamente zittiti dalla conferenza episcopale.
Non basta: i pezzi grossi dell’episcopato, a cominciare dall’arcivescovo di Dublino (qui), il primate, hanno detto – ma guarda un po’ che novità – che bisogna “dialogare coi gggiovani”. Ovverossia, ha spiegato dopo, occorre “prendere atto” della realtà. O per meglio dire, in soldoni: “adeguarsi allo spirito dei tempi” (ma lo aveva già anticipato in questo pensiero “originale” quell’altro smidollato del cardinale di Vienna, che lo disse papalepapale nel Duomo di Milano qualche mese fa) spirito dei tempi, dicevo: il famigerato Zeitgeist hegeliano, miscelato poi dall’illusione marxistica del determinismo storico: la storia passata rappresentata come un regno oscuro e il perpetuarsi di un errore dal quale l’uomo ha cercato di affrancarsi, e, al contempo, vista come perpetuo inarrestabile progresso che si nutre del continuo superamento e dell’archiviazione dei dati passati in quanto “retrivi”. Una marcia verso le magnifiche sorti e progressive (già sentito, vero?) per arrivare infine non si sa dove: l’ultima volta fu a Occidente Hitler, a Oriente Stalin. Lo spirito del tempo è lo spirito del mondo. Ma lo “spirito del mondo”, dirà mi pare Gomez Davila, «altro non è che Lucifero».
Scrive un noto scrittore e giornalista irlandese, agnostico, John Waters (qui), radiato da tutti i giornali come “antidemocratico” (vi rendete conto di quanto poco conti ormai la logica?) e persino rinnegato dalla moglie quale “depresso che non sa d’esserlo”, come un pazzo dunque, per il solo fatto di essere anticonformista, ossia per non essersi piegato riverente e silente dinanzi allo Zeitgeist, e proprio per questo degno d’essere creduto avendo accettato di pagare con la sua pelle la libertà d’espressione, accettando il marchio d’infamia. Così lo racconta Il Foglio:
E’ stato piuttosto esplicito, durante la campagna, nel denunciare la timidezza della chiesa cattolica, ma mentre lo spoglio delle schede sancisce la vittoria del “sì” non cerca attenuanti, dice che la chiesa è “fucking useless”, fottutamente inutile, “e citami pure, mi raccomando”. “I vescovi sono dei codardi, non hanno fatto praticamente nulla per fermare questa barbarie, e i due o tre che hanno fatto qualcosa sono stati pugnalati alle spalle dai loro superiori. Settimane fa ho implorato il nunzio in Irlanda di chiedere alla Santa Sede di prendere posizione, e non è successo nulla”. Certo, ammette Waters, la chiesa irlandese ha pagato un prezzo enorme per il dramma degli abusi del clero, attorno al quale è stata montata una campagna denigratoria dei media che va molto oltre quel capitolo oscuro, “ma questa non può essere una giustificazione per rimanere in silenzio”. “I media irlandesi – conclude Waters – sono violentemente ostili alla chiesa, vogliono distruggere tutto quello in cui crede, ma lo stesso i preti e vescovi vogliono blandirli, cercano di piacere loro, e hanno paura di dire la verità”.
Mi ricordo, me lo hanno raccontato perché non ero nato, che negli anni ’60 prendevano in giro compativano e un po’ brutalizzavano i militanti cattolici, perché rifiutavano, almeno prima del ’68, di piegarsi allo Zeitgeist di quel tempo marchiato dall’ottimismo cieco verso l’inarrestabilità del “progresso tecnologico” che ogni conflitto e bisogno avrebbe risolto (facendo, va da sé, evaporare Dio) e il cui antesignano era, ma guardate un po’!, l’Urss. Già, perché lo Zeitgeist di quel tempo era proprio il marxismo sovietico, poco prima che s’incapricciassero, gli intellettuali a la page, di quello cubano e poi di quello cinese finché il Muro di Berlino crollatogli sul muso non gli fece passare il capriccio.
Due chiacchiere con Vittorio Messori
Per carità, non voglio perdere ore preziose tolte al sonno, ai miei pensieri peripatetici andando per Roma, né ai miei solitari studi che si faranno saggi, né ai cazzeggi su fb, né alla poesia che cerco nelle cose per raccontare storie, non le voglio perdere queste ore nell’analizzare la situazione di quel rognone estratto dal corpaccione flaccido dall’Inghilterra puritana e corrotta – come per ogni paese protestante che si rispetti – che è l’Irlanda. Sarebbe più esatto dire il fegato cirroso dell’Inghilterra, ne avesse ancora uno sia pure conservato sott’alcol. Ma qualcosa va detta.
Saputo dell’esito referendario in Irlanda, mando una mail a Vittorio Messori. E gli dico, linkandogli l’articolo John Waters:
IO:
In questo articolo c’è tutto, c’è anche quell’idea che fu sua, reiteratamente ripetuta e sempre presa sottogamba, dell’implicita debolezza delle cristianità, dei cattolicesimi “imperiali” e “patriottici”, che si sono vigorosamente tenuti in piedi aggrappati all’idea di nazionalità, di una certa idea di nazione, dove il nazionalismo si confondeva con la fede.
E inoltre, aggiungo io, il cattolicesimo irlandese altro non è stato che una strenua opposizione al dominio politico inglese e dunque anglicano, all’anglicanesimo non perché non romano ma perché inglese, resistenza dunque allo straniero barbaro e invasore che assumeva le sembianze stesse del Male. Venuto meno questo conflitto, è venuto meno anche il cattolicesimo irlandese. Ma soprattutto: gli irlandesi, beoni e sessuomani cronici (basti pensare ai Kennedy), mai furono veramente cattolici, sempre rimasero dei calvinisti, e questo fu l’andazzo nei suoi istituti religiosi ed educativi, la peggiore specie di puritani: doppi, bigotti, spietati. Ossessionati dalla stessa idea dei loro vizi endemici, il sesso e l’alcol in primis.
Per il resto, il silenzio totale della chiesa irlandese durante i referendum, la dice lunga a cosa servono le campagne mediatiche sui preti “pedofili”: a condannarli alla morte sociale, a distruggerne le difese immunitarie, la capacità di reazioni, intimiditi dal complesso della vergogna. Che per giunta, nel caso irlandese, è del tutto giustificato, o quasi tutto.
MESSORI:
Sin da tempi non sospetti ho sempre guardato, e scritto, con diffidenza dei “Paesi cattolicissmi “: Spagna, Polonia, Irlanda, Québec canadese. Ci metta magari anche il Lussemburgo, primo al mondo ad avere un premier che ha sposato un altro maschietto. Il fatto è che conosco la storia e so come è andata.
Per stare all’Irlanda: quando giunsero i primi missionari (i benedettini mandati da Roma da Gregorio) non ci fu neanche bisogno di predicare, meno che mai di convincere il popolo. Il sistema sociopolitico era basato su un mosaico granitico di clan dove il Capo era onnipotente. Bastò convincere a battezzarsi quello che stava a capo della piramide e tutti gli altri seguirono a cascata. La gente non fu mai interpellata e poco o niente catechizzata, nei secoli: bapteme pour tous…
Prenda i polacchi : cattolicissimi? Certo, perché stretti tra Prussia luterana e Russia ortodossa. La religione ci entrava così poco che i più fedeli, sempre, a Napoleone furono proprio i volontari della legione polacca, pronti spesso e volentieri al saccheggio delle chiese e all’espulsione dei religiosi in tutta Europa. Il tutto in nome della promessa del Bonaparte di concedere, chissà quando, l’indipendenza alla Polonia.
Non parliamo poi della Spagna, per carità non di patria ma di Chiesa: ne avrei da dirne, a cominciare dalla leggenda della Reconquista, una sòla come dite voi a Roma pari solo a quella della nostra Resistenza.
IO:
Sto scrivendo un veloce articolo per il mio sito (ormai mi disturba interrompere il lavoro saggistico per dedicarmi agli articoli, il quotidiano al posto della storia… perché la vittoria cattolica la si vede solo “nella” storia, al presente è sempre una sconfitta), sto scrivendo, dicevo, un articolo sull’Irlanda, ha altro da dichiarare?
MESSORI:
A pensarci bene … ci metta questo, visto che mi cita il puritanesimo e le ossessioni sessuomani degli irlandesi e dei calvinisti in genere. I tèutoni alla Kasper, e alla Lutero, non hanno capito che la formula che ha permesso la durata e la grandezza della Chiesa – e che le ha permesso di diventare davvero cattolica – così suona: Saldi, anzi irremovibili, sui princìpi; tolleranti, comprensivi per l’uomo concreto. Proclamare sempre e comunque l’ideale ma non dimenticare mai le ferite che ci rendono infermi e spesso incapaci di seguire la Virtù. Solo la contraddizione è umana, la coerenza sempre e comunque è disumana e utopica.
IO:
Come sembra pensare il papa.
MESSORI:
In realtà non so se pensi questo, forse no. E stupisce che non l’abbia capito l’italo-sudamericano, per giunta gesuita, cioè formato al compromesso, all’inciucio, all’accomodamento. Ma probabilmente lo ha ben capito però … almeno in certi discorsi, preferisce aggregarsi all’ondata egemone ossessionata dall’eticismo, della quale però si è già impossessato il Pensiero Unico con tutte le ipocrisie del caso …
IO:
Quindi il papa cerca funghi in un bosco dove già sono passati tutti i santoni del Pensiero Unico Dominante, non cavalca l’onda, semplicemente s’aggrega…
MESSORI:
Siamo comunque a dei paradossi. Nel sito di Repubblica, accanto agli esaltanti, per loro, risultati irlandesi, c’è l’omelia domenicale di Scalfari tutta tesa a dimostrare che oggi non c’è al mondo un uomo cui guardare con maggiore fiducia e da imitare per tutti come il papa. Un panegirico imbarazzante. Forse perché papa Bergoglio sembra dargli ragione dicendo “buon pranzo” e “buongiorno”? Non del tutto, il problema è più complesso, direbbe un vecchio sessantottino.
IO:
Ma stiamo vivendo una rivoluzione, e il primo nemico della rivoluzione è la Chiesa: si può attaccarla oppure farsela amica.
MESSORI:
Quanto a questo, beh, ci vorrebbero libri. E alcuni li ho già scritti… Tenga presente che, nella storia, una sola rivoluzione ha avuto successo duraturo e crescente: quella sessuale. Che è anche questa. È chiaro: le altre fanno appello alle virtù, la rivoluzione sessuale al desiderio che diventa presto vizio. Per questo non poteva non vincere e passerà di trionfo in trionfo.
Termina lo scambio di vedute con Messori che mi dà delle “curiosità” sulla croce celtica degli irlandesi, che alla fine dopo tante ipotesi le più mistiche ed esoteriche, altro non risulta essere che una sintesi degli strumenti di navigazione che quel popolo di pescatori adoperava avventurandosi in mare. Tanto rumor per nulla…
Abbattere il Bastione
Io so, io so come andrà a finire: so ma non voglio immaginare, epperò conosco troppo bene la storia e le sue costanti per non immaginare già. Io so. Ma soprattutto so chi è il vero nemico di tutti quanti, del quale non si osa ancora apertamente svelare il nome. Io so. Io so il nome del Bastione diroccato contro cui infine all’unisono tutti punteranno i cannoni per abbatterlo una volta per tutte, pur dipinto da tutti costoro come ormai socialmente irrilevante – e a guardare cattolici e gerarchia è così: irrilevante. Eppure tutti si stanno schierando misteriosamente contro a cannoni spiegati. Non è più questione di “se”, ma di “quando”. Quando si darà la parola d’ordine fatale: “fuoco!”. Come sarà? Ma intanto sappiamo cosa è: è una sfida a Dio per cancellarlo, una guerra totale alla sua incarnazione, Cristo e il cristianesimo per farne strazio, e alla sua sposa mistica, la Cattolica, per distruggerla. Sì, è lei il Bastione. Lei il nemico finale del quale ancora non si osa svelare il nome. È lei il “nemico pubblico n°1” dell’Occidente.
Basta dare un’occhiata a qualsiasi manifestazione per i “nuovi diritti”, ossia per le priorità dell’agenda liberal-radicale, anche un qualsiasi gay-pride: anche se si svolge in un paese protestante, le invettive dei manifestanti, i cartelloni sono tutti rivolti con livore contro la Cattolica, contro i papi. Fateci caso e osservate: tutti i guru di queste genti, fossero anche star dello spettacolo, non fanno altro che esibire le immagini più sante e venerabili per i cattolici per profanarle e cospargerle di sacrilegi, sovente di liquami viscerali. Per far dispetto a chi?
La pietra angolare si fa pietra d’inciampo
Ma qualcosa resiste dinanzi alla marcia trionfale del Pensiero Unico Dominante che non tollera dissensi, e questo è inaccettabile per l’establishment radicale che vuole regnare incontrastato sul mondo tant’è che ad uno a uno sta eliminando ogni corpo intermedio: vuole governare oscuro e grigio sul corpo delle persone, sui pensieri, le opinioni, il sesso, il cervello, il cuore, la pancia: d i r e t t a m e n t e! E’ per definizione, secondo i tecnicissimi manuali di scienza politica, un nascente “totalitarismo”, non dispotismo, badate: TOTALITARISMO. Ossia annullare l’uomo così com’è e crearne uno tutto nuovo, l’uomo nuovo, ideologico, roboticamente funzionale ai piani della casta, della lobby, del pensiero dominate, del Grande Despota Senza Volto e Nome che va stagliandosi con la sua ombra grigia sull’Occidente, moderno Moloch. Ma c’è un “piccolo inconveniente” che gli sta facendo perdere tempo… un intralcio lungo il cammino dell’unanimismo!
Quella pietra angolare nel Bastione, che è la sua dottrina non ufficialmente smentita, è quella la pietra d’inciampo per i signori del mondo: costoro sanno che finché non sarà cavata via, bloccherà la loro definitiva vittoria, faranno capitomboli, perché un potere che vuol essere universale e regnare incontrastato sul mondo deve avere dalla sua parte tutte le opinioni, ogni consenso e nessun dissenso.
Cedute in Occidente l’una dietro l’altra tutte le dighe, a cominciare dalla denominazioni protestanti dissolte nell’acido della religione civile e ridotte a claque della secolarizzazione se non a sue avanguardie, c’è ancora però lungo il cammino trionfale che porta il Pensiero Unico verso l’Olimpo del ritorno agli antichi dèi pagani, quella sola pietra lì e non lo possono tollerare, onde il livore che schiuma bava velenosa: la dottrina cattolica. Che denuncia la loro orrenda contraddizione. Che sta lì incuneata nella terra a ricordargli di quanto sono vani e votati al disastro e poi al fallimento le rivolte dell’uomo contro Dio: la storia lo dice. La verità scomoda, va rimossa, come pietra d’inciampo.
La Grande Scimmia di sempre
Non gli interessa che ci sia una chiesa e un papa, ci stiano pure, non ne sono turbati oltremodo: purché svuotati delle cose vitali, come un esotico e raro uccello eviscerato e impagliato nei musei naturalistici; non gli importa questo. Gli interessa il fatto clamoroso che questi papi, questa Chiesa, Roma all’interno preservino la purezza del Verbo, attraverso il Depositum: dottrina e magistero. E non lo mollino versandone il contenuto nelle fogne: finché qualcuno si rifiuta di riconoscere come errore o almeno come verità superata una Verità che si vuole assoluta ed eterna, le verità relative con le quali si vogliono rimpiazzarla non potranno mai avere tutto per sé il trofeo.
Ma Roma resiste come un Bastione diroccato, resiste da secoli misteriosamente, insieme ai più poveri figli della Chiesa e ai cattolici dell’ultima ora, i convertiti: i cattolici africani, qualche asiatico, gli orientali, resiste persino all’Islam a costo di versare il suo sangue. Lo zoccolo duro che manda in bestia il Pensiero Unico è questo. Resiste. È il solitario, residuale dissenso – non della “Chiesa”, ché la “chiesa” in gran parte è omologata: di una frazione di essa, lo zoccolo duro appunto – che li separa dall’intronizzazione al posto del Dio detronizzato.
“Dio detronizzato”: bip-bip-bip, allarme allarme! Se c’è fumo c’è fuoco: capite? Capite ora che dietro tutto questo c’è Lui e solo Lui: l’Antico Avversario che vuol farsi Dio e non potendo conquistare i cieli vuole la terra per essere adorato nel disprezzo del vero Dio? E’ la Grande Scimmia di sempre, e tutto quel che fa è rivoltato, scimmiesco appunto, imitazione deforme di ciò che è stato creato da Dio: cos’è, ad esempio, il “matrimonio” gay se non l’imitazione scimmiesca e sacrilega del matrimonio tra “uomo e donna” sacramento di Dio?
Il “nemico del popolo”: la Chiesa
Ogni rivoluzione deve detronizzare e decapitare qualcuno, il capro espiatorio per poi giungere, quando si sentiranno abbastanza forti, al vero “nemico della rivoluzione” e “del popolo”: che è sempre uno: il Dio di Cristo, nella sua incarnazione terrena, la Chiesa di Roma. Pietro.
Fateci caso: le rivoluzioni partono “parlando d’altro” ma poi invariabilmente arrivano a quello che era il loro segreto e vero fine: sradicare il Cattolicesimo.
La prima rivoluzione fu quella Luterana, e quale fu il suo scopo?
La seconda fu quella Francese e dove andò a parare sino a Napoleone che rapisce persino due papi?
La terza fu quella comunista e contro chi si scagliò infine essendo che già nelle sue premesse si parlava di “religione come oppio dei popoli”?
Poi la quarta, quella sessuale, l’ultima, iniziata nel ’68 e che stiamo vivendo nel suo parossismo prossimo a diventare estremo: partita dalla demolizione della figura cristiana di donna esaltandone il modello opposto, sino al gesto emblematico della recisone del cordone ombelicale che nega nella radice la natura stessa della donna contrapponendo madre e figlio dopo che col divorzio si erano contrapposti uomo e donna, si è giunti infine al regolamento di conti che avevano in pectore sin dal primo momento: quel che resta della Chiesa Cattolica contro tutti quanti, Chiesa contro “popolo”, cattolicesimo contro “diritto”.
E non hanno, stavolta che sanno essere la battaglia campale e finale della quadruplice rivoluzione mirata alla scristianizzazione totale che dura da 500 anni il 2017, non hanno alcuna intenzione di perdere. E non risparmieranno di usare tutte le armi a loro disposizione: a Sud ci stanno riempendo di musulmani in nome dell’ “accoglienza” alla quale attivamente e senza discernimento collabora la Chiesa in disarmo; a Nord calano la scure del legalismo disegnato a loro immagine e somiglianza. Una incudine dentro la quale, secondo i loro propositi, a breve, Roma dovrebbe restare schiacciata. E capitolare.
Intanto se a Sud vibra la mannaia di Maometto, a Nord tintinnano le manette. Tra poco l’unico crimine internazionale sarà l’aderire pubblicamente al cattolicesimo, e questo va bene al Pensiero Unico Dominante, e al suo bestione da soma e braccio armato, l’Islam. L’Occidente non sopravvaluta affatto la sua capacità di dissolvere nell’acido della secolarizzazione i giovani islamici che emigrano in Occidente: sa fin troppo bene che l’islamismo altro non è che un altro legalismo non una fede, e i principi dei legalismi agnostici sono gli occidentali: sanno quali tasti toccare per neutralizzarlo alla bisogna. Uno: corromperlo con i suoi vizi, e nessuno è più ricettivo dei vizi occidentali degli islamici.
FIAT !
Finché la Chiesa di Roma non smentirà in via ufficiale, attraverso i supremi vertici i suoi assiomi sulla morale, i suoi “dogmi” per dirla alla Clinton, non potranno montare quell’ultimo gradino che li separa dal più grande e assoluto dei poteri che supera ormai le antiche contrapposizioni partitiche sicché tutti, destra centro e sinistra, ci stanno dentro: manca solo lo zoccolo duro della Cattolica. Ecco perché con ogni mezzo blandiscono papa Francesco: sperano che da lui arrivi la “parolina” liquidatoria che agognano. E dipendesse da Bergoglio, verrebbe anche magari – del resto sta venendo da tutti i suoi grandi elettori – ma ahiloro, dietro Bergoglio ci sono Gesù e Maria.
Gli serve una parolina soltanto da parte di Roma: “Fiat!”. Come per dire “avete vinto voi: sbagliavamo noi!”. Stanno portandosi dietro l’uno dietro l’altro i vescovi del mondo, ma i vescovi sono solo colonnelli alla periferia dell’ex impero cattolico: gli servono i comandanti in capo. È una guerra di logoramento per arrivare al centro della battaglia: Roma. Irrilevante, dicono. È vero. Irrilevante per l’opinione pubblica, certo, per i poteri forti, assolutamente! Ma nel suo scrigno conserva una misteriosa forza, una parola chiave capace di spalancare le ultime porte proibite laddove ci sono i liones, superati i quali c’è l’una e l’altra chiave del regno.
Lucifero, perché è di lui che stiamo parlando, offre alla Chiesa come offrì a Gesù nel deserto la gloria del mondo, in cambio di un atto di adorazione, di un “fiat”. Ma Gesù scelse la croce. È l’unica strada per la Chiesa.
Il GRANDE SEGRETO
Ma io voglio rivelare alla Chiesa un piccolo segreto, nel quale ci metto tutto il mio disincanto, il cinismo e il realismo politico che ho imparato (ma guardate un po’!) proprio alla scuola radicale, durante la mia lunga militanza a sinistra, le rivelo questo segreto sperando che qualcuno ne faccia tesoro.
Sai tu Chiesa perché ti odiano tanto? Perché sanno che dentro il tuo cuore custodisci le chiavi del regno.
Sai tu Chiesa perché ti vogliono a tutti i costi o corrompere o abbattere? Perché sanno che senza il tuo permesso non possono mettere le mani sul tuo tesoro, le due chiavi del regno per chiudere il paradiso e aprire le porte dell’inferno affinché i demoni regnino sul mondo adorati “come Dèi”.
Sai tu Chiesa perché sono resi sempre più nervosi dalle tue parole reiterate e ormai persino dai tuoi silenzi estenuanti? Perché sanno inconsciamente che il tempo stringe prima che il mondo si stanchi e solo tu puoi pronunciare la famosa “parolina” magica, poiché in definitiva a Pietro è stata data facoltà di legare e sciogliere, ma anche perché con la resistenza di una particola soltanto del tuo santo corpo sei testimonianza vivente delle parole terribili che fanno tremare i demoni, “non prevalebunt” e se Pietro non fa l’atto di “adorazione” che Cristo stesso rifiutò, tutto presto per loro sarà perduto; certo, ci sarà un calvario, crocifissione, ma sarà solo la rabbia e la vendetta trasversale per il presagio di resurrezione inscritto in ogni globulo rosso versato dai cristiani, non un sadismo di vincitori.
E infine, sai tu Chiesa qual è il segreto più grande di tutti e che li fa rabbrividire al solo pensiero che tu possa accorgetene? È resistere, resistere, resistere, contro tutto e tutti. Perché, paradossalmente e misteriosamente, sei a un passo soltanto dalla vittoria proprio nel momento in cui sembra che si sfiori il fondo dell’abisso: la vittoria dei tuoi nemici, del Pensiero Unico Dominante, sta tutta lì, nell’ottenere un “fiat” da te, un solo atto di adorazione, una parolina basta, prima che sia troppo tardi per loro. Il riconoscimento. Questo vogliono. Senza il tuo riconoscimento non avranno pace, perché persino nella loro coscienza è inscritta la nozione di bene che si manifesta trasfigurata e deformata sotto sembianze di odio anticattolico, di persecuzione, perché solo così possono ancora convincersi che sei tu a sbagliare, che non è male ma “bene” quel che hanno in testa. E’ un meccanismo ossessivo-aggressivo di rimozione il loro: nemmeno loro, che hanno ceduto a Satana, signore del mondo, sono del tutto perduti. Satana si sta giocando il tutto per tutto, persino i suoi stessi volenterosi operai e carnefici.
Il grande segreto è questo, o Chiesa, sappilo: Roma deve resistere saldissima nel suo “Niet” a ogni prezzo ancora per un poco. Dopo, avrà vinto. Perché le porte dell’inferno non avranno prevalso. Tu, Roma, hai già vinto, e non lo sai…
Ma quanto costa la vittoria, o Dio che sposti sempre gli ostacoli e ci fai nomadi e perseguitati, traditori e martiri, apostato e confessori della tua Verità, Giuda e Pietro e Giovanni!
Il cuore mi dice nell’Anno 2017: centenario di Fatima, 500° dell’inizio dell’ininterrotta rivoluzione come rivolta contro Dio e la sua Chiesa che da Lutero è giunta oggi sino a Obama, dopo essere passata per Robespierre e Napoleone, Marx e Hitler.
http://www.papalepapale.com/develop/sic-transeunt-desideria-mundi/
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