La commozione di Monsignor Melillo: conosco i miei limiti, ma cammineremo insieme nel nome del Signore
"Carissimi Fratelli e Sorelle della Chiesa di Dio chè è in Ariano Irpino - Lacedonia, quando Sua Eccellenza il Nunzio Monsignor Bernardini mi ha comunicato la volontà di nominarmi vostro vescovo, un turbine di emozioni mi ha avvolto. Mi sono risuonate nella mente queste parole: Sempre mi torna la tua grazia dono improvviso, e la vita ad ora ad ora maraviglia di te, Signore ... (Umberto Marvardi). In me ho ripetuto: Affida al Signore la tua via, ed egli compirà la sua opera e con fiducia ho guardato al fiat di Maria: era il 13 maggio. Sono grato al Signore Gesù, volto della misericordia del Padre, che mi manda a voi come pastore e guida" - è con queste parole che l'attuale Vescovo di Ariano - Lacedonia, Don Sergio Melillo, porge i suoi ringraziamenti per il nuovo importante incarico pastorale.
Dice Monsignor Melillo: "Posso assicurarvi che quodianamente siete presenti nella mia preghiera in attesa di incontrarci.
Saluto con grata stima il mio predecessore Monsignor Giovanni D'Alise che ha servito con afflato paterno la nostra Chiesa nel cammino dell'evangelizzazione.
Desidero ricordare i vescovi e i sacerdoti la cui memoria è in benedizione, con particolare affetto mons. Pasquale Venezia che coltivò la mia vocazione e mi accolse nel Seminario di Avellino.
Ringrazio Monsignor Antonio Blundo che con fiducia nel Signore ha guidato la Diocesi. Grazie di cuore per il bene profuso alla nostra Chiesa.
Saluto con grata stima il mio predecessore Monsignor Giovanni D'Alise che ha servito con afflato paterno la nostra Chiesa nel cammino dell'evangelizzazione.
Desidero ricordare i vescovi e i sacerdoti la cui memoria è in benedizione, con particolare affetto mons. Pasquale Venezia che coltivò la mia vocazione e mi accolse nel Seminario di Avellino.
Ringrazio Monsignor Antonio Blundo che con fiducia nel Signore ha guidato la Diocesi. Grazie di cuore per il bene profuso alla nostra Chiesa.
Rivolgo un saluto fraterno ai sacerdoti, ai diaconi, ai prossimi ordinandi, ai religiosi, alle religiose, ai seminaristi, ai fedeli dei movimenti, delle aggregazioni laicali e delle confraternite; alle famiglie, agli anziani, ai giovani, ai poveri, ai sofferenti, ai carcerati.
Il mio pensiero va ai missionari originari della Diocesi tra i quali padre Giovanni Zevola e don Massimiliano Palinuro. Vi porto nel cuore.
Il mio pensiero va ai missionari originari della Diocesi tra i quali padre Giovanni Zevola e don Massimiliano Palinuro. Vi porto nel cuore.
Sono consapevole dei miei limiti: "Signore tu mi conosci fino in fondo, tutto il mio presente, il mio passato e il mio futuro stanno davanti a Te come una cosa sola" (Beato J.H. Newman). Vi chiedo, fin d'ora, di sostenermi con la preghiera e di accogliermi con amicizia.
La nostra Diocesi nel cuore della terra di mezzo - l'Irpinia - è territorio segnato da difficoltà per le nuove generazioni, senza lavoro e preoccupate per il loro futuro, ma è un luogo accogliente che va salvaguardato, un paesaggio con un ampio skyline che allarga il cuore, un colpo d'occhio unico che rimanda a Dio dove davvero sovviene l'Eterno.
Ricerchiamo insieme il bene della nostra gente che è volitiva e con potenzialità inespresse.
In spirito di collaborazione porgo un deferente saluto e rivolgo un accorato appello alle istituzioni civili e militari per perseguire insieme il bene comune in questa fase delicata della vita sociale. Noi adulti siamo figli di una generazione dove, fin dall'infanzia, veniva instillata fiducia nel futuro e a "rincorrere i sogni": non spegniamo questa speranza nel cuore dei giovani.
In spirito di collaborazione porgo un deferente saluto e rivolgo un accorato appello alle istituzioni civili e militari per perseguire insieme il bene comune in questa fase delicata della vita sociale. Noi adulti siamo figli di una generazione dove, fin dall'infanzia, veniva instillata fiducia nel futuro e a "rincorrere i sogni": non spegniamo questa speranza nel cuore dei giovani.
Carissimi, camminiamo nel nome del Signore, illuminati dalla Grazia e con la gioia del Vangelo nel cuore.
Apostoli in un mondo nuovo dove l'orizzonte della vita è come "sfuocato" e tutto è condotto e imprigionato nel presente. Eppure nella società "liquida" emerge la sete di Dio e il desiderio di incontrare Gesù di Nazareth.
La Chiesa non è un "organismo mondano", non una ONG... Guidata dallo Spirito Santo, il Paraclito, dona Cristo, il Risorto. Noi, Popolo di Dio - pastori e fedeli - dobbiamo far risplendere il volto misericordioso del Padre.
Apostoli in un mondo nuovo dove l'orizzonte della vita è come "sfuocato" e tutto è condotto e imprigionato nel presente. Eppure nella società "liquida" emerge la sete di Dio e il desiderio di incontrare Gesù di Nazareth.
La Chiesa non è un "organismo mondano", non una ONG... Guidata dallo Spirito Santo, il Paraclito, dona Cristo, il Risorto. Noi, Popolo di Dio - pastori e fedeli - dobbiamo far risplendere il volto misericordioso del Padre.
Sentitemi vicino amici sacerdoti, nelle vostre intense giornate colme di dialogo con Dio e ascolto della gente, fatte a volte di solitudine e stanchezza: la porta del mio cuore e della "mia" casa è sempre aperta!
Infine, rivolgo un saluto cordiale agli Eccellentissimi Vescovi della Campania, al Presidente della Conferenza Episcopale il Cardinale Crescenzio Sepe e al Metropolita Monsignor Andrea Mugione.
Infine, rivolgo un saluto cordiale agli Eccellentissimi Vescovi della Campania, al Presidente della Conferenza Episcopale il Cardinale Crescenzio Sepe e al Metropolita Monsignor Andrea Mugione.
Al mio vescovo Francesco, con il quale ho condiviso la gioia di servire la Chiesa di Avellino, un affettuoso e filiale pensiero. Lo ringrazio per la sua bella testimonianza e il suo esempio di umile dedizione al Vangelo.
Porto nel cuore i presbiteri, i diaconi, i religiosi, le religiose, i seminaristi e i fedeli della amata Chiesa di Avellino, Madre che mi ha generato alle fede. Saluto con affetto riconoscente i fedeli della mia parrocchia del Duomo e gli amici Scout dell'Agesci "Zona Hirpinia".
Affido il mio ministero episcopale, tutto me stesso e ciascuno di voi, alla bontà Misericordiosa del nostro Dio.
La Vergine Maria di Valleluogo, che oggi veneriamo, e il nostro patrono S. Ottone ci benedicano e ci custodiscano".
http://www.ilciriaco.it/avellino/item/8894-la-commozione-di-monsignor-melillo-conosco-i-miei-limiti,-ma-camminiamo-insieme-nel-nome-del-signore.html
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