domenica 20 luglio 2014

paura amica

Quando la paura ci può salvare (novità e follia nella volontà di violentare le leggi di natura)


È venuto il momento di parlare, come non mai, di omo-fobia: nel senso letterale del doveroso allarme verso un nemico veramente temibile, ormai pronto a minare le fondamenta di una intera società, per distruggerla attraverso la sovversione del suo ordine naturale.
Noi non abbiamo più di fronte l’insignificanza sociale di chi, coltivando nel privato le proprie inclinazioni sessuali, gode della tolleranza indispensabile per lo svolgimento pacifico di ogni convivenza umana. Infatti quelle caratteristiche individuali sono state assunte ad elemento propulsore di un vasto disegno di sconvolgimento del vivere comune; sono state trasformate in una nuova ideologia, cioè in quel formidabile strumento di conquista sperimentato dai totalitarismi -solo formalmente rinnegati - del novecento.
Si è data vita, in altre parole, ad una vera e propria forza d’urto che, dopo lunga e accurata lavorazione di un terreno culturale ormai esausto, può procedere ora quasi indisturbata nella propria azione demolitrice.
La novità e la follia di questo progetto stanno nella volontà di violentare le stesse leggi della natura: una violenza da imporre a tutti, come regola accettata e da rispettare.
E allora, sentire fortemente il timore che questo progetto perverso si realizzi, significa guardare lucidamente una realtà non più eludibile. Abbiamo il dovere di vedere e di temere fortemente la capacità distruttiva di questa barbarie che avanza, la peggiore di tutte quelle già subite nei secoli. Essa è sorretta dai potenti prosseneti mediatici, economici e politici, ed è lanciata contro una società svirilizzata, priva di educatori, e consegnata all’antiragione anche da chi, tradendo la propria missione, ha abbandonato la custodia del gregge.
Chiunque non abbia perduto, per stoltezza o per viltà, il senso di ciò che è vero e buono deve affrontare ora il pericolo che ci incalza e approntare ogni possibile difesa anche se ritenuta tardiva.
Noi siamo responsabili verso le nuove inermi generazioni consegnate ad ogni disfacimento morale, e verso quelle future, e non possiamo fingere di ignorare che la vita di chi ci succede dipende anche, anzi soprattutto, da quello che saremo stati capaci di lasciarle in eredità.

Patrizio Letore 

(Fonte: RISCOSSA CRISTIANA.it)

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