Quando la paura ci può salvare (novità e follia nella volontà di violentare le leggi di natura)
È venuto il momento di parlare, come
non mai, di omo-fobia: nel senso letterale del doveroso allarme verso un nemico
veramente temibile, ormai pronto a minare le fondamenta di una intera società,
per distruggerla attraverso la sovversione del suo ordine naturale.
Noi non abbiamo più
di fronte l’insignificanza sociale di chi, coltivando nel privato le proprie
inclinazioni sessuali, gode della tolleranza indispensabile per lo svolgimento
pacifico di ogni convivenza umana. Infatti quelle caratteristiche individuali
sono state assunte ad elemento propulsore di un vasto disegno di sconvolgimento
del vivere comune; sono state
trasformate in una nuova ideologia, cioè in quel formidabile strumento di
conquista sperimentato dai totalitarismi -solo formalmente rinnegati - del
novecento.
Si è data vita, in
altre parole, ad una vera e propria forza d’urto che, dopo lunga e accurata
lavorazione di un terreno culturale ormai esausto, può procedere ora quasi
indisturbata nella propria azione demolitrice.
La novità e la follia
di questo progetto stanno nella volontà di violentare le stesse leggi della
natura: una violenza da imporre a tutti, come regola accettata e da rispettare.
E allora, sentire
fortemente il timore che questo progetto perverso si realizzi, significa
guardare lucidamente una realtà non più eludibile. Abbiamo il dovere di vedere
e di temere fortemente la capacità distruttiva di questa barbarie che avanza,
la peggiore di tutte quelle già subite nei secoli. Essa è sorretta dai potenti
prosseneti mediatici, economici e politici, ed è lanciata contro una società
svirilizzata, priva di educatori, e consegnata all’antiragione anche da chi,
tradendo la propria missione, ha abbandonato la custodia del gregge.
Chiunque non abbia
perduto, per stoltezza o per viltà, il senso di ciò che è vero e buono deve
affrontare ora il pericolo che ci incalza e approntare ogni possibile difesa
anche se ritenuta tardiva.
Noi siamo
responsabili verso le nuove inermi generazioni consegnate ad ogni disfacimento
morale, e verso quelle future, e non possiamo fingere di ignorare che la vita
di chi ci succede dipende anche, anzi soprattutto, da quello che saremo stati
capaci di lasciarle in eredità.
Patrizio Letore
(Fonte: RISCOSSA CRISTIANA.it)
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