venerdì 22 giugno 2012

sacre stigmate

I suoi chiodi e le sue ferite gridano a gran voce che Dio è veramente in Gesù Cristo e che egli ha riconciliato il mondo con sé.

pubblicata da Enzo Gallo



Dove realmente la nostra debolezza può trovare un riposo fermo e sicuro se non nelle piaghe del Signore? Io dimoro là con tanta più confidenza quanto egli è più potente nel salvarmi. Il mondo freme, il corpo mi opprime, il diavolo mi tende tranelli e tuttavia io non cado perché ho stabilito la mia dimora sulla ferma roccia. Ho molto e grandemente peccato, la mia coscienza è turbata ma senza speranza non resterà confusa perché mi ricorderò delle piaghe del mio Signore. Perché ”Egli è stato piagato per le nostre iniquità” (Is.53,5). Che cosa vi è di tanto mortale da non essere guarito dalla morte di Cristo? Se dunque io penso ad un rimedio così potente ed efficace nessuna malattia, per maligna che sia, mi potrà atterrire.

Quanto a me, ciò che non trovo in me, lo prendo con confidenza dalle viscera del Signore, perché esse sono tutte piene di misericordia né mancano nel suo corpo aperture da dove essa possa traboccare. Hanno trapassato le sue mani e i suoi piedi e hanno trapassato il costato con la lancia e da queste fenditure io posso suggere il miele della pietra e gustare l’olio della durissima selce (cfr. Deut.32,13), ossia gustare e vedere quanto è soave il Signore. Egli considerava pensieri di pace e io lo ignoravo. Perché chi conosce i disegni del Signore o chi ha avuto mai parte a questi consigli? Ma questi chiodi da cui è stato trafitto sono divenuti per me come delle chiavi che mi hanno aperto il tesoro dei suoi segreti e mi hanno fatto vedere la volontà del Signore. Perché non lo potrei vedere attraverso le sue piaghe? I suoi chiodi e le sue ferite gridano a gran voce che Dio è veramente in Gesù Cristo e che egli ha riconciliato il mondo con sé.

Il ferro della lancia ha trapassato il suo animo e toccato il suo cuore affinchè sapesse compatire le mie infermità. Il segreto del suo cuore si rivela attraverso le ferite del suo corpo, è reso visibile il grande mistero della sua Bontà infinita, si aprono le viscera della misericordia del nostro Dio in virtù della quale ci ha visitato un sole che sorge (Lc. 1,78). Perché le sue viscera si rivelano attraverso le piaghe? Perchè dove, o Signore,  tu puoi far risplendere gli eccessi della tua Bontà, della tua Mitezza e della tua Misericordia se non nelle tue ferite? Nessuno infatti può dare prova più grande della sua misericordia di chi dà la sua vita per coloro che sono soggetti alla morte e condannati. La misericordia del Signore è dunque materia dei miei meriti. Non sono del tutto privo di merito finchè Egli non lo sarà di miserazioni. E se le misericordie del Signore sono dall’eternità e per l’eterneità, io canterò eternamente le misericordie del Signore (Ps.102,27;Ps.138,1).

[VENERDI' NELL'OTTAVA DELLA FESTA DEL SACRO CUORE DI GESU']
S.BERNARDO DI CHIARAVALLE, 
Sermo 61 in Cantica Canticorum, nn.3-5
Breviario Romano, Mattutino, Letture del II Notturno

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