Colui che gli Angeli riguardano con tremore né osano guardare liberamente per il rifulgente splendore noi facciamo nostro cibo

pubblicata da Enzo Gallo il 27 6 2011
 
  
 [Facciamo pure così in ciò che spetta ai misteri (eucaristici), senza guardare soltanto ciò che abbiamo dinanzi a noi, ma tenendo presenti le sue parole. Perché la sua parola è infallibile ed i nostri sensi sono fallibili. La sua parola non è mai venuta meno mentre i sensi il piú delle volte si ingannano]. Poiché il Verbo ci dice: “Questo è il mio corpo” noi prestiamo il nostro assenso, crediamo e vediamo con gli occhi dello spirito. Infatti nulla di sensibile ci trasmise Cristo, ma bensì, per mezzo di cose sensibili, non ci diede altro che  cose spirituali. Così nel battesimo, per mezzo di una cosa sensibile, ci si dà il dono dell’acqua, ma sono spirituali la rinascita e il rinnovamento ivi prodotti.  e cosa sensibile, ci viene conferito un dono, invero intelligibile, che si compie: la generazione spirituale. Se tu fossi essere incorporeo il Signore ti avrebbe dato soltanto doni semplici e incorporei ma poiché l’anima è compaginata col corpo, ti offre – per mezzo di cose sensibili- altre spirituali. Quanti ora dicono: Vorrei vedere il suo aspetto, la sua figura, le sue vesti, i suoi calzari! Ecco ora tu Lo vedi, Lo tocchi, Lo mangi. Ma pure tu brami di vederne i vestiti, ma Egli stesso invece ti si offre non solo perché tu lo veda, ma perché tu lo possa toccare e mangiare e accoglierlo dentro di te.

Nessuno quindi acceda a questo sacramento con senso di fastidio, con tiepidezza, ma tutti si accostino pieni di ardore, di fervore e ben desti. Perché se i Giudei mangiavano in fretta l’agnello pasquale, stando in piedi, con i calzari ai piedi e con il bastone fra le mani, molto di più per te è necessario essere solerte. Infatti, se quelli erano in partenza per la Palestina e perciò avevano aspetto di pellegrini, tu sei destinato a migrare verso il cielo. Perciò in ogni cosa è necessario vigilare, infatti non piccola pena è minacciata a chi si comunica indegnamente. Pensa come ti riempi di sdegno contro Giuda e contro quelli che crocifissero Gesù, considera bene queste cosa perché anche tu non sia reo del corpo e del sangue di Cristo. Quelli uccisero il suo santissimo corpo, tu invece, dopo tanti benefici, lo ricevi con l’anima macchiata. Poiché Egli non si accontentò di farsi uomo, di farsi schiaffeggiare e assoggettarsi alla morte di croce, ma si unisce anche e si intrattiene con noi, e non soltanto per mezzo della fede, ma realmente, ci fa suo proprio corpo.

Quanto dunque dovrà essere più puro di  chi partecipa di un tal sacrifizio? Di quale raggio solare non deve essere più splendida la mano, che divide questa carne, la bocca che è saziata dal fuoco spirituale, la lingua che rosseggia di questo venerando sangue? Considera quale onore tanto elevato ti viene reso e a quale mensa prendi parte. Colui che gli Angeli riguardano con tremore, né osano guardare liberamente per il rifulgente splendore noi facciamo nostro cibo, con Lui ci uniamo e diveniamo un solo corpo e carne di Cristo. Chi può narrare i portenti del Signore e predicare tutte le sue lodi? (Ps.105,2). Quale pastore ha dato mai il sangue per nutrimento delle sue pecore? E cosa dico, pastore? Vi sono molte madri che dopo i dolori del parto affidano i loro figli ad altre nutrici. Non così ha patito Gesù ma Egli stesso ci nutre con il suo sangue e si unisce a noi interamente. [Osservalo bene: è nato dalla nostra stessa sostanza. Ma ciò non appartiene a tutti, dirai. Invece sì, certamente a tutti. Perché se è venuto a prendere su di sé la nostra natura, è evidente che è venuto per tutti. E se per tutti, anche per ognuno di noi.]

II DOMENICA DI PENTECOSTE [nell'Ottava del Corpus Domini]
SAN GIOVANNI CRISOSTOMO, 
Homilia 60 ad populum antiochenum In Matth., 82, 4-6 
Breviario Romano, Mattutino, Letture del II Notturno