giovedì 22 settembre 2011

Nemo Pontifex in patria.

Il viaggio di B-XVI tra contestazioni al Bundestag, luterani e riforme


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E’ soltanto sulla carta che Benedetto XVI gioca in casa. Già domani a Berlino, infatti, prima tappa del suo primo viaggio di stato in Germania – nel 2005 partecipò alla Giornata mondiale dei giovani a Colonia mentre nel 2006 fece un pellegrinaggio spirituale nei luoghi bavaresi dell’infanzia – Papa Ratzinger è atteso da un Parlamento in subbuglio. Cento deputati dell’Spd, della Linke e dei Verdi non ascolteranno il suo primo discorso e parteciperanno invece a una manifestazione antipapale organizzata da associazioni vicine agli ambienti gay-lesbo e transgender, dove protesteranno per “l’atteggiamento ottuso della chiesa in merito ai profilattici, l’aborto e la discriminazione degli omosessuali”.
Benedetto XVI proverà a non farsi schiacciare nell’immagine di chiesa cattolica “cittadella assediata” che già il grande teologo domenicano francese Yves Congar preconizzò dopo la chiusura dei lavori conciliari.
Piuttosto, parafrasando quel “Wo Gott ist, da ist Zukunft”– “Dove c’è Dio, là c’è futuro” scelto come motto del viaggio, ricorderà a tutti, non soltanto ai cristiani, che “Dio e la religione non sono nemici e avversari dell’uomo e della società”.
L’Europa della scienza e delle tecnologie, l’Europa della civilizzazione e della cultura, insomma – questo dovrebbe essere il centro del suo primo storico discorso nel Parlamento tedesco – deve essere anche l’Europa aperta alla trascendenza e a Dio. “Forse mi chiederete: ‘Ma Dio, esiste? E se esiste, si occupa veramente di noi? Possiamo noi arrivare fino a lui?’”, ha detto il Papa due giorni fa in un intervento registrato per la trasmissione “Wort zum Sonntag” della televisione pubblica tedesca Ard. Nella risposta a questa domanda c’è tutto il senso del viaggio in Germania: “Dio non possiamo toccarlo come un utensile o prenderlo in mano come un qualsiasi oggetto”, e perciò “dobbiamo di nuovo sviluppare la capacità di percezione di Dio, capacità che esiste in noi”. Un anno fa, in Inghilterra, un discorso analogo pronunciato alla Westminster Hall convinse le autorità inglesi e, in parte, i manifestanti antipapali in piazza. La sfida di domani è di riuscire nella medesima impresa.
In piazza con i parlamentari ci sarà anche un folto gruppo di cattolici dissidenti che, guidati da due sacerdoti dichiaratamente omosessuali, Norbert Reicherts e Christoph Schmidt, parteciperanno a una messa nella chiesa protestante di San Tommaso a Kreuzberg, il quartiere multietnico di Berlino.
Qui, assieme al gruppo Priesterinitiative (Iniziativa dei sacerdoti), presenteranno un manifesto firmato da diversi teologi del paese nel quale si chiedono riforme di fondo della chiesa cattolica, dall’abolizione del celibato sacerdotale all’ordinazione femminile, dalla possibilità che credenti laici predichino e dicano la messa alla riammissione all’eucaristia di divorziati risposati. Le richieste di riforma hanno spaccato la chiesa tedesca. Alcuni vescovi le hanno valorizzate guadagnando pesanti critiche dal Vaticano.
Ai dissidenti ha risposto nelle scorse ore il cardinale prefetto del clero Mauro Piacenza che, sull’agenzia Zenit, rispondendo punto su punto alle richieste di riforma, ha ricordato che il programma della chiesa “non può essere influenzato dal voler galleggiare a ogni costo, dal volerci sentire applauditi dall’opinione pubblica”.
Sulle pagine della Frankfurter Allgemeine Zeitung, invece, è stato il cardinale tedesco Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio comitato di scienze storiche, a chiedere ai politici: “A che titolo prendete posizione su una questione prettamente interna della chiesa, che non riguarda né la vostra funzione istituzionale, né voi personalmente?”.
Dopo Berlino Ratzinger andrà a Erfurt, nell’ex Ddr, e Friburgo, sorta di enclave cattolica, dove avrà incontri importanti con i rappresentanti della chiesa evangelica tedesca e delle chiese ortodosse, e con gli esponenti musulmani.
A Erfurt, capitale della Turingia dove studiò Martin Lutero, ci sarà l’appuntamento ecumenico per eccellenza presso l’ex convento degli agostiniani. Secondo monsignor Florian Schuller, rettore dell’Accademia cattolica della Baviera, Ratzinger vede nei cristiani della tradizione riformatrice una risorsa per la cattolicità: “Da almeno 500 anni qui abbiamo avuto i cattolici da una parte e i protestanti dall’altra. Questa situazione spinge i cattolici a ripensare di continuo la loro prassi personale ed ecclesiale, confrontandola con quella dei protestanti. E’ un paragone inevitabile, ma anche fertile. Direi che siamo un po’ più critici degli altri, ma non per questo meno fedeli”. Dopo la visita al Santuario mariano di Etzelsbach, luogo che ricorda le persecuzioni comuniste contro i cristiani, a Friburgo il Papa incontrerà anche l’ex cancelliere tedesco Helmut Kohl.

Pubblicato sul Foglio mercoledì 21 settembre 2011

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