giovedì 11 luglio 2013

Essere cattolico?


Essere cattolico – cosa significa?


Non avendo ottenuto che gli uomini mettano in pratica quello che insegna, la Chiesa di oggi si è rassegnata a insegnare quello che mettono in pratica. La Chiesa un tempo assolveva i peccatori, oggi assolve i  peccati. (N. GòmezDavila)

S. Tommaso diceva che basta non credere in una sola delle verità cattoliche per non essere cattolici. La vita e la fede cattolica poggiano su due assi portanti: la dottrina e la moraleInfatti per amare Gesù Cristo devi conoscerlo; lo conosci ordinariamente attraverso quello che ti viene insegnato, cioè attraverso la dottrina. Questo comporta un modello di vita conseguente: la morale.
Tolti di mezzo questi due aspetti, il giovane che si volesse avvicinare alle fede ha di fronte un’unica alternativa: l’approccio soggettivistico e sentimentale ai nostri giorni tanto diffuso. Oggi sempre più spesso, la base della religione non è più considerata un corpo di verità rivelate tramite un ben preciso avvenimento storico, ma l’esperienza umana trascritta in mutevoli categorie intellettuali. La fede non è più fondata sul vero, ma sul vissuto, non sulla cognizione, ma sul sentimento. Si è in pratica stabilito che il Vangelo deve essere vissuto prima che appreso. Questo modo di vivere la fede contraddice l’insegnamento della Chiesa sin dai primordi, secondo il quale i Vangeli annunciano non già la fede, ma i fatti creduti; gli evangelisti non dicono mai di predicare quello che credono, bensì quello che hanno visto ed udito. Quindi sottolineiamo il passaggio fondamentale, la Chiesa Cattolica è quella particolare comunione di esseri umani che sono uniti in società da tre cose:
la Fede, i Sacramenti e la Gerarchia. A tutte e tre la vita è data da Dio stesso. Questa Chiesa è talmente una che nessuna parte può staccarsi senza cessare di essere cattolica (Gv. 15, 4-6). Per esempio, quella Fede che è l’elemento primario del credente cattolico non può essere considerata in maniera frammentaria, ma deve essere assunta o tutta intera o niente. Non basta dirsi cristiani, il credere deve avere una forma. La forma cattolica è il modo in cui la sostanza della fede cristiana viene assunta integralmente. Questo perché è per l’autorità di Dio, che ha rivelato gli articoli della fede cattolica, che io credo in essi; tale che se non credo in uno solo di questi dogmi che la Santa Chiesa mi propone a credere, non faccio altro che rigettare l’autorità divina, così che anche continuando a credere in tutti gli altri dogmi il mio credo non poggerà più sull’autorità di Dio, ma sulla mia personale scelta. S. Agostino rivolgendosi idealmente agli eretici di ogni tempo diceva: “ in molto sei con me, in poco non lo sei, ma per quel poco che non lo sei, quel tanto che lo sei non ti è di alcuna utilità”.
La fede serve a prendere  radicalmente sul serio la storia e a tendere verso l’eternità.Ad amare la vita presente e a non temere la morte, porta obbligata per accedere alla vita senza tramonto. La fede serve ad onorare tutti, perché tutti sono figli di Dio e fratelli in Cristo, a demitizzare tutti a partire da noi stessi. La fede serve a riconoscersi servi di tutti , ed al contempo liberi da tutti. Serve a conservare il “sentimento tragico della vita”  ed al contempo coltivare un bonario umorismo e una sana autoironia. Serve ad unire nella stessa persona l’uomo di preghiera e l’uomo d’azione, l’uomo rigoroso ed inflessibile sui principi ed allo stesso tempo pronto all’indulgenza verso tutti, perché conscio che la distanza incolmabile tra la realtà e gli ideali fa parte della condizione umana.Serve a nutrire l’umiltà più radicale e allo stesso tempo la consapevolezza di essere unico e voluto da Dio. La fede, ancora, serve ad apprezzare l’intelligenza dei dotti e a venerare la fede semplice  degli umili. Serve infine a far posto nella propria vita al Venerdì di passione e alla Domenica di Pasqua!    (V.  Messori)
Non si coglie appieno l’unicità della nostra religione senza prendere atto della legge dell’Et-Et, la cosiddetta unione dei contrari, la fusione di termini apparentemente inconciliabili, vera essenza della cattolicità. Si provi a pensare: secondo un cattolico Dio è uno e trino, Cristo è vero Dio e vero  uomo, Maria vergine e madre, la Rivelazione ma anche la Ragione, la Sacra scrittura ma anche la Tradizione, la preghiera solitaria ma anche l’assemblea liturgica e le processioni, l’uomo d’azione ed il contemplativo, l’uomo chiamato alla santità, e allo stesso tempo così bisognoso di redenzione e perdono.Non a caso l’eretico , secondo l’etimologia originaria non è colui che sbaglia, ma è colui che sceglie, l’aut-aut, o questo o quello, da contrapporsi al cattolico cioè colui che procede secondo il tutto: Katha-olon,da cui la parola cattolico. (CCC 830, 831, 835)
Palmiro CLERICI

Minicatechesi per l’Anno della Fede

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