domenica 16 giugno 2013

CATTOLICI ADULTI

Ma i cattolici italiani sono realmente CATTOLICI?

http://donfigliuzzi.blogspot.it/2013/06/ma-i-cattolici-italiani-sono-realmente.html?spref=fb

 

   Il mondo cattolico italiano vive una crisi di identità. 

   Lo denuncia il cardinale Camillo Ruini, che è stato presidente della Cei dal 91 al 2007. «Sembrano di un altro pianeta - lamenta aprendo a Roma la Giornata dell'Evangelium Vitae - i comportamenti di molti politici che si dichiarano cattolici, ma che sono a favore di legislazioni che contemplano aborto e eutanasia». 
   Da stigmatizzare, però, scandisce Ruini, anche «il comportamento di quegli elettori che si comportano quasi indifferentemente nelle loro scelte», e non tengono conto delle posizioni che i loro candidati assumono in tale ambito decisivo per la testimonianza dei credenti.

   «È un problema grave - sottolinea il cardinale - lo scarso senso di appartenenza ecclesiale». Si tratta di un atteggiamento frutto di una «laicità male intesa», cioè «interpretata come autonomo giudizio morale quando siamo in sede politica e legislativa».

   «La traduzione legislativa dei valori morali passa per gli elettori, ma - ammonisce il cardinale - se sono consapevoli dei contenuti antropologici della nostra fede, non possono prescindere da questi. Se lo fanno, commettono una grave mancanza».

   Per lo storico «braccio destro» di Papa Wojtyla sulle vicende italiane, occorre superare quella sorta di schizofrenia che impedisce a troppi cattolici di proclamare con chiarezza che «la legalizzazione dell'aborto e dell'eutanasia non è mai lecita», e l'obiezione di coscienza verso queste leggi «è un diritto fondamentale».

   Nascondere queste posizioni o sminuirle porta conseguenze molto rilevanti. «Se noi cattolici - avverte Ruini - non cresciamo in questa consapevolezza, saremmo condannati a una crescente irrilevanza e insignificanza, che penalizzerebbe ogni nostra capacità di evangelizzazione. Non solo in ambito politico, ma in ogni dimensione della proposta cristiana».

   Quella contenuta nella «Evangelium Vitae», osserva il cardinale, è «una dottrina molto forte e molto chiara» sui temi della vita, che dà indicazioni nette anche nel campo della legislazione in tale materia. 
   Per Giovanni Paolo II, infatti, i valori morali sono «essenziali e nativi» e in quanto costitutivi della dignità della persona non possono essere «né creati, né cambiati e tantomeno distrutti o soppressi» da nessuno Stato. 
   Il comandamento «non uccidere» ha un «valore assoluto», e l'uccisione di un innocente «è sempre gravemente immorale», ricorda Ruini citando l'enciclica, in cui Giovanni Paolo II conferma che l'eutanasia, «come azione e omissione, è una grave violazione della legge divina».

Nessun commento:

Posta un commento