10 MAGGIO
SAN DAMIANO DE VEUSTER, sacerdote
ANTIFONA D’ INGRESSO Farò sorgere al mio servizio un sacerdote fedele,
che agirà secondo i desideri del mio cuore. 1 Sam 2. 35
COLLETTA Padre di misericordia che in San Damiano ci hai dato una sublime testimonianza di carità verso i più poveri ed abbandonati, concedi che anche noi, per sua intercessione, siamo spinti, per amore del Cuore del tuo Figlio, ad essere servitori dei fratelli più poveri ed emarginati. Per il nostro Signore …
PRIMA LETTURA Dalla Lettera di san Paolo apostolo ai Romani 5,1-8 .
Fratelli, giustificati dunque per la fede, noi siamo in pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo; per suo mezzo abbiamo anche ottenuto, mediante la fede, di accedere a questa grazia nella quale ci troviamo e ci vantiamo nella speranza della gloria di Dio. E non soltanto questo: noi ci vantiamo anche nelle tribolazioni, ben sapendo che la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato. Infatti, mentre noi eravamo ancora peccatori, Cristo morì per gli empi nel tempo stabilito. Ora, a stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi. Parola di Dio.
Alleluia, alleluia. Io sono il buon pastore, che da la vita per le pecore. Gv 10,11 Alleluia, alleluia.
VANGELO
+ Dal Vangelo secondo Giovanni 13, 1-5; 12-17 .
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto. Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato infatti l'esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica. Parola del Signore.
ORAZIONE SULLE OFFERTE Ricevi, Signore, i doni del tuo popolo e concedici di fare memoria delle meraviglie che l’ amore del tuo Figlio realizzò verso di noi, e di imitarle, ad esempio dei tuoi santi, nell’ amore verso di te e verso il prossimo. Per Cristo nostro Signore.
PREFAZIO È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, lodarti e ringraziarti sempre, Dio onnipotente ed eterno, per Cristo nostro Signore. Tu doni alla tua Chiesa la gioia di celebrare la memoria di san Damiano. Con i suoi esempi la rafforzi, con i suoi insegnamenti l'ammaestri, con la sua intercessione la proteggi. Per questo dono della tua benevolenza, uniti agli angeli e ai santi, con voce unanime, cantiamo l'inno della tua lode: Santo, Santo, Santo, …
ANTIFONA DI COMUNIONE Nessuno ha un amore più grande di questo:
dare la vita per i propri amici. (Gv 15, 13)
ORAZIONE DOPO LA COMUNIONE Ti ringraziamo Dio misericordioso per il Pane di Vita che ci hai donato nel tuo Figlio Gesù Cristo. Attraverso di Esso donaci la grazia per conoscerti e la forza per annunciare il tuo amore co tutta la nostra vita ad esempio del tuo servo Damiano. Per Cristo nostro Signore.
UFFICIO DELLE LETTURE
SECONDA LETTURA
De las cartas del B. Damián de Veuster (Copia Publ. Proc. Mechlinien.)
"He aceptado esta enfermedad como mi cruz especial"
Escribe en Agosto de 1873 a su Superior General: La Divina Providencia , que tiene siempre compasión de los más pobres e indefensos, se ha dignado poner su mirada sobre vuestro indigno servidor para que me ocupe de un famoso hospital de leprosos que nuestro gobierno se ha visto obligado a instalar para preservar del contagio a todo el archipiélago. Por ello, y como sacerdote encargado de una parroquia excepcional de 800 leprosos, de los cuales la mitad más o menos son católicos, me permito dirigiros estas lineas.
(...) Heme aquí, pues, en medio de mis queridos leprosos: Son verdaderamente horribles a la vista, es verdad, pero tienen una alma que ha sido rescatada al precio de la Sangre adorable de nuestro Divino Salvador. También El en su Divina Caridad consoló a los leprosos. Si yo no puedo curarlos como El, al menos puedo consolarles, y a través del santo ministerio, que en su bondad El me ha confiado, espero que muchos de ellos, purificados de la lepra del alma, se presentarán delante de su tribunal y podrán entrar en la comunidad de los bienaventurados.
Mi capilla, demasiado grande en las primeras semanas después de mi llegada, resulta ahora demasiado pequeña. Durante tres semanas he tenido que colocar fuera, en las ventanas, a un grande número de antiguos buenos cristianos, cediendo ellos su puesto unas veces a los nuevos, otras a los apóstatas que vuelven, y otras a los catecúmenos que no faltan.
Además de los domingos, hay un buen número de ellos que viene regularmente a la Eucaristía y al Rosario de la tarde durante la semana. Muchos comulgan todos los domingos. Además de los consuelos que el corazón del sacerdote encuentra en la iglesia, hay mucho bien que hacer durante las visitas a domicilio, yendo de una cabaña a otra, casi todas habitadas por pobres desafortunados que no pueden ni siquiera moverse por tener a menudo los pies y manos comidos por esta horrible enfermedad, condenados además a respirar un aire infectado. Normalmente escuchan con atención la palabra de salvación que se distribuye a cada uno según sus disposiciones.
El 25 de Noviembre de 1873, escribe a su hermano, Padre Pánfilo: Aunque yo no sea todavía leproso, sin embargo me hago leproso con los leprosos; por eso cuando predico suelo decir: "Nosotros los leprosos". Quisiera ganármelos a todos en Cristo, como hizo San Pablo.
El 9 de Noviembre de 1887, escribe también a su hermano: Como sabéis hace ya mucho tiempo que la Divina Providencia me ha elegido para ser víctima de nuestra repugnante enfermedad. Espero ser eternamente agradecido a Dios por este favor. Me parece que esta enfermedad acortará y hará más cercano el camino que me llevará a nuestra querida patria. Con esta esperanza he aceptado esta enfermedad como mi cruz especial; trataré de llevarla como Simón El Cireneo, siguiendo las huellas de nuestro Divino Salvador. Os ruego me ayudéis con vuestras oraciones, para obtener la fuerza de la perseverancia hasta que llegue a la cima del Calvario.
RESPONSORIO. cf. Jn. 15,13 15,16
Nadie tiene un amor más grande que el que da la vida por sus amigos.
* Dar la vida por sus amigos, es fruto de un verdadero amor.
Yo soy quien os he elegido y os he destinado para que vayáis
y deis fruto y vuestro fruto dure.
Dar la vida por sus amigos, es fruto de un verdadero amor.
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