Novembre, mese dedicato alle Anime purganti
Nel nostro tempo l'attenzione degli uomini, anche di troppi cristiani, è quasi del tutto rivolta "all'al di qua". Molte, infatti, sono le verità di fede che vengono taciute, accantonate o negate. Tra queste vi è quella che ci parla dell'esistenza del Purgatorio e, in generale, delle verità escatologiche che riguardano ogni uomo ("i Novissimi"). Considerazione pessimistica?
Eminenti studiosi, quali Mons. Inos Biffi, hanno ripetutamente denunciato lo stato attuale di una "teologia debole" segnata da grande confusione e torpore mentale. Per non parlare di quei teologi che si presentano "senza genealogia", anzi si vergognano profondamente di averne una. Non stupisce poi che le conseguenze siano disastrose sul piano pratico: dalla fumosità mentale cosa può seguire? Al lettore le conclusioni. Purtroppo anche molti sacerdoti e catechisti non parlano quasi mai di queste verità; coloro tra i pochi che lo fanno usano termini fin troppo sfumati (equivoci?). Proclamare la verità tutta intera non è forse il più grande atto di carità verso noi stessi e il nostro prossimo? In questa sede mi limiterò a proporre qualche breve spunto di riflessione generale sulla realtà del Purgatorio, tralasciando le altre realtà ultime.
Blessed Sacrament Church, Seattle (Rito Domenicano)
Il Purgatorio nella Sacra Scrittura
L'esistenza del Purgatorio è confermata nella Bibbia già a partire dall'Antico Testamento. Nel Secondo libro dei Maccabei si trova scritto che Giuda, generale in capo delle truppe ebree, dopo aver combattuto una sanguinosa battaglia contro Gorgia, avendo scoperto che i soldati caduti in battaglia avevano peccato di idolatria, chiamò a raccolta i superstiti e propose di fare una colletta in suffragio delle loro anime. Il raccolto della colletta fu nviato a Gerusalemme, perchè si offrissero sacrifici espiatori a tale scopo. "Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d'argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione. Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato" (2 Mac 12, 43-46). Sulla preghiera e sul sacrificio che Giuda e il suo popolo hanno offerto per ottenere il perdono dei peccati ai loro caduti, Dio esprime la sua piena approvazione; la giudica infatti "un'azione molto nobile e buona...una considerazione santa e devota".
Nei Vangeli vengono riportate affermazioni di Gesù, esplicite o formulate con parabole, che gettano una luce definitiva su quello che è il destino ultraterreno dell'uomo; alcune possono essere interpretate in armonia con il passo citato dal Secondo libro dei Maccabei. Gesù afferma chiaramente che l'anima è immortale e che sopravvive al corpo. In particolare nel Vangelo di S. Matteo il Maestro parla di due luoghi di punizione: uno dove il castigo è eterno (Inferno), "se ne andranno al supplizio eterno"; l'altro (il Purgatorio) dove il castigo finisce quando tutto il debito verso la Divina Giustizia sia pagato "fino all’ultimo centesimo". Gesù aggiunge: "Chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non potrà essere perdonato né in questo mondo, né nell’altro". Da queste parole appare chiaro che nella vita futura c’è remissione di certi peccati, che non potranno essere che veniali. Questa remissione non può aver luogo che nel Purgatorio. Altro passo importante è quello contenuto nella prima Lettera di San Paolo ai Corinzi: "Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Cristo Gesù. E se, sopra questo fondamento, si costruisce con oro, argento, pietre preziose, legno, fieno, paglia, l‘opera di ciascuno sarà ben visibile: la farà conoscere quel giorno che si manifesterà col fuoco, e il fuoco proverà la qualità dell'opera di ciascuno" (1 Cor 3, 11-13).
Il Purgatorio nel Magistero della Chiesa
Lungo i secoli la Chiesa è intervenuta varie volte per affermare l'esistenza del Purgatorio ed esortare i fedeli ancora vivi sulla terra a pregare e suffragare i defunti. Vediamo alcuni esempi.
1. Il Papa San Gregorio III rispondendo nel 741 a San Bonifacio, apostolo della Germania, scriveva a proposito delle offerte per le intenzioni delle Sante Messe: “La Santa Chiesa ritiene che chiunque può dare offerte per i defunti che furono cristiani, perché il sacerdote ne faccia memoria. Dal momento che tutti commettiamo peccati, è opportuno che il sacerdote faccia memoria dei cristiani morti e interceda per loro. Tuttavia questa disposizione non vale per gli empi, anche se erano cristiani...”. Questa risposta è una conferma che già fin dal 741 era antica tradizione che si celebrassero Messe in suffragio dei defunti, che si raccogliessero offerte per questo scopo, e che si crede naturalmente nel Purgatorio.
2. Nel Concilio di Firenze (1439-1445) la Chiesa Cattolica ribadì l'esistenza del Purgatorio e definì tale realtà degna di fede per i suoi fedeli:
“Se, (i fedeli) avendo fatto veramente penitenza, moriranno nella carità di Dio prima d'aver soddisfatto con frutti degni di penitenza per i peccati..., le loro anime, dopo la morte, vengono pur con pene purgatorie; e per essere liberate da queste pene, giovano loro i suffragi dei fedeli viventi, cioè il Sacrificio della Messa, le preghiere e le elemosine e le altre pratiche di pietà che si usano fare...”.
3. Il Concilio di Trento così decreta:
"Poiché la Chiesa Cattolica, istruita dallo Spirito Santo, conforme alle Sacre Scritture e all’antica tradizione, ha insegnato nei sacri concili, e recentissimamente in questo concilio ecumenico, che il purgatorio esiste e che le anime lì tenute possono essere aiutate dai suffragi dei fedeli e in modo particolarissimo col santo sacrificio dell’altare, il santo sinodo comanda ai vescovi che con diligenza facciano in modo che la sana dottrina sul purgatorio, quale è stata trasmessa dai santi padri e dai sacri concili, sia creduta, ritenuta, insegnata e predicata dappertutto". (Sessione XXV)
4. Il Catechismo di S. Pio X, alle domande 101-102, risponde:
"Il purgatorio è il patimento temporaneo della privazione di Dio, e di altre pene che tolgono dall'anima ogni resto di peccato per renderla degna di veder Dio".
"Possiamo soccorrere e anche liberare le anime dalle pene del purgatorio con i suffragi, ossia con preghiere, indulgenze, elemosine e altre opere buone, e sopra tutto con la santa Messa".
5. Nel Concilio Ecumenico Vaticano II, i Padri Conciliari, al capitolo VII della costituzione dogmatica Lumen Gentium, hanno affermato che:
a. Il Purgatorio è uno dei tre stadi ecclesiali del Corpo Mistico di Cristo.
“Fino a che, dunque, il Signore non verrà nella sua gloria (...), alcuni dei suoi discepoli saranno pellegrini sulla terra, altri, compiuta questa vita, si purificano ancora, altri infine godono della gloria contemplando chiaramente Dio uno e trino, Quale Egli è. Tutti però, sebbene in grado e modo diverso, comunichiamo nella stessa carità verso Dio e verso il prossimo e cantiamo al nostro Dio lo stesso inno di gloria”. (LG 49)
b. La realtà della "Comunione dei Santi" e della loro intercessione a favore di quanti sono ancora pellegrini sulla terra.
"Tutti infatti quelli che sono di Cristo, avendo lo Spirito Santo, formano una sola Chiesa e sono tra loro uniti in lui (cfr. Ef 4,16). L'unione quindi di quelli che sono ancora in cammino coi fratelli morti nella pace di Cristo non è minimamente spezzata; anzi, secondo la perenne fede della Chiesa, è consolidata dallo scambio dei beni spirituali". (LG 49)
"Questa veneranda fede dei nostri padri nella comunione di vita che esiste con i fratelli che sono nella gloria celeste o che dopo la morte stanno ancora purificandosi, questo sacrosanto Concilio la riceve con grande pietà e nuovamente propone i decreti dei sacri Concili Niceno II, Fiorentino e Tridentino". (LG 51)
c. La Tradizione della Chiesa di pregare per i defunti e di offrire suffragi:
"La Chiesa di coloro che camminano sulla terra, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana coltivò con grande pietà la memoria dei defunti e, poiché santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati, ha offerto per loro anche suffragi". (LG 50)
6. Papa Paolo VI nella sua Professione di Fede (o "Credo del Popolo di Dio"), scrive:
"Noi crediamo che le anime di tutti coloro che muoiono nella grazia di Cristo, sia che debbano ancora essere purificate nel purgatorio, sia che dal momento in cui lasciano il proprio corpo siano accolte da Gesù nel paradiso come Egli fece per il buon ladrone, costituiscono il popolo di Dio nell'aldilà della morte la quale sarà definitivamente sconfitta nel giorno della risurrezione quando queste anime saranno riunite ai propri corpi".
7. Il Catechismo della Chiesa Cattolica, ai numeri 1030 e 1031, afferma:
"Coloro che muoiono nella grazia e nell’amicizia di Dio, ma sono imperfettamente purificati, sebbene siano certi della loro salvezza eterna, vengono però sottoposti, dopo la loro morte, a una purificazione, al fine di ottenere la santità necessaria per entrare nella gioia del Cielo. La Chiesa chiama Purgatorio questa purificazione finale degli eletti, che è tutt’altra cosa dal castigo dei dannati".
Come aiutare le Anime Purganti?
La morte non spezza il legame con i nostri cari. La fede ci avverte che l'amore tra i vivi e i defunti è possibile, vantaggioso ed è dovere per tutti.
Possibile, perchè l'uomo è costituito non di solo corpo corruttibile ma anche di un'anima immortale. Al momento della morte l'anima lascia il corpo per comparire davanti a Dio ed essere giudicata in base alle scelte operate nella vita terrena. E' il momento della verità. È certo che le pene del Purgatorio sono così forti e intense, che nessun uomo sarà mai capace con la sua piccola mente di comprenderne l’acerbità. I paragoni e le immagini più vive non possono darcene che una sbiadita figura. San Tommaso d’Aquino, che è sempre così misurato nelle sue parole, dice che "la più piccola pena del Purgatorio sorpassa senza misura la più grande pena di questa vita". E' dottrina della Chiesa che, come nell’Inferno, così nel Purgatorio vi è una doppia pena: quella del senso e quella del danno.
a) La pena del senso consiste in tormenti sensibili prodotti da un fuoco la cui misteriosa potenza fa soffrire l’anima come se avesse il corpo. Questo è quanto insegnano generalmente i Teologi, fondati su molte testimonianze dei Santi Padri, alcuni dei quali dicono che questo fuoco è sostanzialmente uguale a quello dell’Inferno, con la sola differenza che non è eterno.
b) La pena del danno invece consiste nella temporanea separazione da Dio. Col peccato, anche veniale, l’anima si lascia trascinare o si rivolge volontariamente alle creature, e si allontana e volta le spalle a Dio, suo Creatore. Per questo, in punizione, nel Purgatorio Dio la tiene forzatamente lontana da sé, mentre lei sente più che mai potente il bisogno di unirsi a Lui, centro del suo amore e della sua felicità. Adesso su questa terra, sprofondati nel mondo sensibile, imprigionati nella materia, noi non possiamo comprendere profondamente che cosa vuol dire per un’anima, priva del corpo, essere separata da Dio. Tuttavia, riflettendoci un poco, possiamo intravedere qual che cosa. Infatti chi è Dio?... Dio è la verità, la sorgente della felicità, la perfezione infinita, il centro di attrazione di tutte le anime. In altre parole, Dio è l’Essere infinitamente perfetto, unicamente per il quale siamo stati creati, al quale l’anima nostra tende necessariamente come a suo centro. Egli soltanto può soddisfare tutte le sue brame, appagare tutto il suo essere, tutte le sue facoltà. Ebbene, finché l’anima è imprigionata nel corpo, non sente in tutta la sua forza questo bisogno di Dio, questa attrazione verso di Lui. La materia che la circonda le impedisce di conoscere perfettamente la sua bellezza, la sua bontà, il suo amore infinito, le sue perfezioni infinite. Ma appena essa sarà liberata dal corpo, abbraccerà con un solo sguardo il Bene in finito che è Dio, sentirà potentemente di essere fatta per lui, per vederlo, possederlo, goderlo, per amarlo eternamente. Quindi si sentirà attratta a Lui con una forza irresistibile, con una potenza che nessuno potrà mai moderare o estinguere. Allora l’anima si slancerà naturalmente verso questo abisso di felicità dove troverà la sua pace, la soddisfazione di tutte le sue esigenze. Ecco la pena più grande del Purgatorio: l’anima sente il bisogno potente e irresistibile di unirsi a Dio, però la colpa che la macchia, le impedisce di possederrlo, di goderlo, di partecipare alla sua felicità infinita, e la rinchiude in un carcere tormentoso dove essa dovrà soffrire immensamente tormentata dalla brama di unirsi al Bene Assoluto che ardetemente sospira. Questo è il tormento che supera ogni altro tormento e che purifica l’anima purgante. Quanto tempo dureranno queste pene? La durata della permanenza nel Purgatorio non è uguale per tutte le anime, perché dipende dalle pene da espiare.
Vantaggioso, per loro, se non sono ancora in Paradiso, e per noi pellegrini sulla terra in mezzo ai pericoli della vita. I defunti non dannati sicuramente pregano per noi e noi possiamo pregare per loro. L'articolo della "Comunione dei Santi" non è altro che un interscambio di ricchezze spirituali tra la terra, il Cielo e il Purgatorio.
Doveroso, perchè queste anime hanno bisogno del nostro aiuto giacchè non possono pregare per sé stesse. Il tempo per acquistare "meriti", infatti, termina con questa vita terrena. Non a caso è opera di misericordia spirituale pregare Dio per vivi e i morti. Per quale motivo Dio permette che le nostre preghiere e azioni buone vadano a benefizio delle povere anime purganti? Per la loro e sua gioia. Amandole infinitamente, desidera che godano al più presto la gioia della contemplazione beatifica, per la quale sono state create. Possiamo suffragare queste anime in vari modi attraverso: la Santa Messa; la preghiera, il sacrificio e l'elemosina; le indulgenze.
1. La Santa Messa. E' da considerarsi il miglior suffragio per le anime del Purgatorio. Già San Tommaso, tre secoli prima del Concilio di Trento, aveva indicato nella Messa il miglior mezzo per liberare le anime sofferenti. Ad ogni sacerdote, infatti, la Chiesa affida il compito di offrire a Dio il Santo Sacrificio. Partecipa dei frutti della Messa tutta la Chiesa, ma, in particolare, il sacerdote, i presenti e coloro per i quali viene applicata (vivi o defunti).
Al Papa San Gregorio Magno si deve l'introduzione di una particolare pia pratica: le "Sante Messe Gregoriane": trenta Messe celebrate senza interruzione a suffragio di un defunto. La loro origine si trova in ciò che narra il Santo Papa nel suo IV libro dei Dialoghi.
Morto nel suo monastero un monaco di nome Giusto, apparve poco dopo ad un confratello a cui dichiarò che non poteva essere liberato dal Purgatorio se nn fosse stata celebrata per lui la Santa Messa per trenta giorni consecutivi. Avvertito di ciò, San Gregorio, ordinò che venisse accolta tale richiesta. L'esito favorevole fu confermato da un asuccessivfa apparizione del monaco Giusto.
Anche se abbiamo fatto celebrare le "Messe Gregoriane" per qualche defunto, è bene continuare la preghiera in suffragio.
2. La preghiera. Come si è visto, Dio gradisce la preghiera per i defunti, così come quella che possiamo fare per noi stessi o per altre persone viventi. E' chiaro che deve esere fatta con fede, amore e perseveranza. La Preghiera è come una rugiada fresca che parte dalla nostra anima, sale verso il Cielo e, come pioggia salutare, ricade sulle anime purganti.Il Padre Rossignoli, nella sua opera sul Purgatorio, racconta che un Religioso aveva l’abitudine di recitare un Requiem aeternam ogni qualvolta che passava innanzi ad un cimitero. Un giorno, distratto da gravi pensieri, dimenticò la preghiera. Ebbe, allora, l’impressione di vedere i morti uscire dalle loro tombe e seguirlo cantando il versetto del Salmo 128: “E non dissero quelli che passavano: la benedizione del Signore sia sopra di voi “. A queste parole il Religioso, confuso e mortificato, rispose con le altre parole del Salmo: “Vi benediciamo nel nome del Signore“, ed allora ebbe l’impressione che i morti, suffragati da quella invocazione, ritornassero nelle loro tombe. Se una piccola invocazione fu di suffragio a quelle anime, una preghiera costante e perseverante, non le solleva solo per un momento, ma le arricchisce, abbreviando il tempo della loro purificazione. L’anima, pregando in grazia di Dio, diventa intermediaria tra l’anima purgante e Dio, e Dio per l’amore che nutre verso di loro, accetta la sua preghiera come una riparazione offerta per le responsabilità dell’anima purgante, come un pagamento anche parziale dei suoi debiti. Tra le preghiere spiccano: l'Ufficio dei Defunti; la recita del Salmo 129 ("De profundis");, la pia meditazione della Passione di Cristo ("Via Crucis"); le preghiere alle Sante Piaghe e al Preziosissimo Sangue di Cristo; il Santo Rosario; la Corona dei cento Requiem; le preghiere agli Angeli e a San Giuseppe, etc.
* * *
Il sacrificio. Se il Signore sollecita le nostre preghiere, ancor più gradisce l'offerta dei nostri sacrifici. Mentre la preghiera può essere facile e piacevole per l'anima, il sacrificio implica una certa fatica. "Come una pagliuzza d'oro è superiore in prezzo ad una verga di piombo - dice S. Bonaventura - così una piccola penitenza volontariamente compiuta in questo mondo, è, agli occhi di Dio, preferibile ad una grande penitenza imposta dagli altri".
L'elemosina. "L'acqua spegne un fuoco acceso l'elemosina espia i peccati" (Sir 3, 29); "Sconta i tuoi peccati con l'elemosina e le tue iniquità con atti di misericordia verso gli afflitti" (Dn 4, 24); "L'elemosina libera dalla morte e salva dall'andare tra le tenebre" (Tb 4, 10). Il primo beneficiario del'elemosina è chi la fa, perchè riduce o forse annulla il suo debito con Dio e il carico di dolore che dovrebe sopportare nell'altra vita prima di entrare in Paradiso. Ne traggono vantaggio anche le anime purganti se l'atto di carità è per loro offerto.
3. Le indulgenze. La Chiesa ha ricevuto dal suo Signore, tra gli altri compiti, anche quello di amministrare i meriti che Gesù Cristo ha guadagnato per noi con la Passione e morte. Sappiamo che la Confessione toglie la colpa, ma non toglie del tutto il debito che abbiamo contratto con Dio a causa dei nostri peccati. Vediamo un esempio:
Una mamma dice al suo bimbo: "Non andare a giocare nel cortile perchè c'è troppo fango e ti sporcheresti". Il bambino incurante disubbedisce e si avverano le previsioni della mamma: il vestito si sporca! La disobbedienza provoca:
a. un incrinamento del rapporto tra la mamma e il bambino;
b. inoltre il vestito è da lavare.
Anche se il bimbo chiede e ottiene il perdono della mamma, rimane il vestito macchiato. Il perdono della mamma elimina uno solo dei guasti causati dal figlio, rasserenando il rapporto. A lavarlo dovrebbe provedere il figlio, ma, poichè non sa farlo, provvede lei a sostitursi e con sacrificio lava il vestito.
La mamma è la Chiesa; il bambino è ogni cristiano peccatore; la disobbedienza rappresenta i nostri peccati; la rottura del rapporto tra la mamma e il bimbo indica la perdita dello stato di grazia; il vestito sporco è il debito che dobbiamo pagare; il perdono della mamma al figlio è ciò che produce in noi il sacramento della Confessione: ci riporta nele braccia del Signore; e infine che la mamma lavi il vestito sporco sta a indicare la purificazione che la Chiesa, nostra madre, ottiene con le indulgenze per i suoi figli vivi o defunti.In questa vita il debito lo si può pagare attraverso la preghiera, elemosina, sacrifici, mentre quel che resta viene pagato in Purgatorio. Le indulgenze, a seconda che siano parziali o plenarie, liberano in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati. Esse ossono essere applicate a modo di suffragio anche ai defunti. Per ottenerle dobbiamo seguire le pratiche di pietà che la Chiesa ci indica. Ovviamente tali pratiche devono innestarsi su un sincero spirito di conversione e pentimento. Perchè quindi non recare sollievo alle anime penanti? E perchè non pagare molto con poco in questa vita?
Non va dimenticato che la Chiesa, nella sua misericordia e per volontà del Signore, offre la possibilità ai morenti sinceramente pentiti, di ottenere l'indulgenza plenaria dei loro peccati. E' grave dovere di carità procurare a chi sta morendo i Santi Sacramenti (Confessione, Unzione degli infermi, S. Comunione) e chiedere al sacerdote che impartisca la Benedizione Papale affinchè il morente possa ottenere l'indulgenza plenaria o almeno parziale e accedere quindi, immediatamente o al più presto, alla gloria del Paradiso.
Testimonianze
"Una volta venni citata al giudizio di Dio. Stetti davanti al Signore faccia a faccia. Gesù era tale e quale è durante la Passione. Dopo un momento scomparvero le 7 Piaghe e ne rimasero solo cinque: alle mani, ai piedi ed al costato. Vidi immediatamente tutto lo stato della mia anima, cosi come la vede Iddio. Vidi chiaramente tutto quello che a Dio non piace. Non sapevo che bisogna rendere conto al Signore anche di ombre tanto piccole. Che momento! Chi potrà descriverlo? Trovassi di fronte altre volte Santo! Gesù mi domandò: «Chi sei?». Risposi: «Io sono una tua serva, Signore». «Devi scontare un giorno di fuoco nel purgatorio». Avrei voluto gettarmi immediatamente fra le fiamme del purgatorio, ma Gesù mi trattenne e disse: «Che cosa preferisci: soffrire adesso per un giorno oppure per un breve tempo sulla terra?». Risposi: «Gesù, voglio soffrire in purgatorio e voglio soffrire sulla terra sia pure i più grandi tormenti fino alla fine del mondo». Gesù disse: «E sufficiente una cosa sola. Scenderai in terra e soffrirai molto, ma non per molto tempo ed eseguirai la Mia volontà ed i Miei desideri ed un Mio servo fedele ti aiuterà ad eseguirla. Ora posa il capo sul Mio petto, sul Mio Cuore ed attingivi forza e vigore per tutte le sofferenze, dato che altrove non troverai sollievo, né aiuto, né conforto. Sappi che avrai molto, molto da soffrire, ma questo non ti spaventi. Io sono con te». Poco dopo mi ammalai. I disturbi fisici furono una scuola di pazienza per me. Solo Gesù sa quanti sforzi di volontà dovetti fare per adempiere i miei doveri. Gesù quando intende purificare un'anima, usa gli strumenti che vuole. La mia anima si sente completamente abbandonata dalle creature. Talvolta l'intenzione più retta viene interpretata male dalle suore. Questa è una sofferenza molto dolorosa, ma il Signore la permette e biso-gna accettarla, perché questo ci fa assomigliare maggiormente a Gesù. Una cosa non sono riuscita a comprendere per molto tempo, cioè che Gesù mi ordinava di dire tutto ai superiori, mentre i superiori non credevano alle mie parole e mi commiseravano come fossi stata una povera illusa o una vittima della mia fantasticheria. Per questo motivo, temendo di essere un'illusa, decisi di evitare interiormente Dio, dato che avevo paura delle illusioni. Ma la grazia di Dio m'inseguiva ad ogni passo e quando meno me l'aspettavo, Iddio mi rivolgeva la parola". (Santa Faustina Kowalska)
"Il 22 luglio 1918 feci questo sogno riguardante le povere anime. Mi sembrò di andare a trovare una donna molto ammalata; questa mi disse che dalla sua stanza dovevo attraversare altre sei e poi fermarmi a lungo nella settima. Feci come mi disse: attraversai sei stanze e quando giunsi alla settima, mi trovai davanti ad una porta di vetro attraverso la quale vidi che al di là c'erano molte persone. Mi prese una forte angoscia e pensai: Certamente queste sono delle povere anime. Tuttavia, senza esitare aprii la porta e gridai: Mio Gesù, misericordia per tutte voi! e tutte mi ringraziarono con molta riconoscenza. Fra tutte quelle persone, una ragazza molto giovane cominciò a parlare con me. Sul suo capo e sulle sue guance c'era una luminosità viva e chiara, cosa che non notai sulle altre che, al contrario, avevano un aspetto molto sofferente. Questa ragazza piena di luce mi disse che da viva era appartenuta alla nobiltà e che stava ancora espiando i suoi peccati, particolarmente quelli della lingua e della vanità (era orgogliosa della sua bellezza). Poi prese la mia mano destra e la tenne davanti alla sua bocca per farmi sentire quale calore doveva sopportare per quei peccati: dai suoi denti usciva un tale calore che, nel sogno, credetti mi si fossero bruciate anche le ossa della mano. Ebbi paura e per questo continuai a recitare delle giaculatorie. Le chiesi quindi se con preghiere del tipo Gesù mio, misericordia potevo portar loro un po' di sollievo. Mi rispose che nel medesimo istante nel quale da parte di un cuore pentito venivano recitate delle giaculatorie per loro, esse provavano un grande conforto e sollievo. Allora pregai a lungo in quel modo e tutte quelle anime si misero a piangere, tranne quella luminosa. Poi questa mi prese per mano, mi condusse alla finestra e disse: Vedi, qui fuori c'è il mondo e il mondo, cieco, non pensa quanto duramente dovrà essere tutto espiato. Guardando fuori vidi tanta gente che passava. L'anima tutta luminosa si mise a sedere vicino a un tavolino; le altre, invece, non si mossero dal loro posto. Vedendola triste le chiesi di dirmi se c'era ancora qualcosa che non andava bene per lei, così avrei pregato con più diligenza. Le dissi anche: Se preferisci scrivere, allora scrivi ciò che ti manca e le porsi un foglio con una matita. Lei cominciò a scrivere; sulla prima riga c'era scritto: Ho bisogno di una Messa; purtroppo non riuscii a leggere il resto e neppure il suo nome. Tutto però era scritto molto bene, con una calligrafia molto bella". (Beata Anna Schaffer)
"Per i vostri defunti, per dimostrare ad essi il vostro amore, non offrite solo viole, ma soprattutto preghiere; non curate soltanto la pompa funebre, ma suffragateli con elemosine, indulgenze, ed opere di carità; non preoccupatevi solo per la costruzione di tombe sontuose, ma specialmente per la celebrazione del santo Sacrificio della Messa. Le manifestazioni esterne sono un sollievo per voi, le opere spirituali sono un suffragio per essi, da essi tanto atteso e desiderato". (San Giovanni Crisostomo)
"Prega sempre la Santissima Vergine per le anime del Purgatorio. La Madonna attende la tua preghiera per portarla al trono di Dio e liberare subito le anime per cui tu preghi". (San Leonardo da Porto Maurizio)
"Non credo che dopo la felicità dei Santi che godono nella gloria, vi sia una gioia simile a quella delle anime purganti. È certo che queste anime conciliano due cose in apparenza irriducibili: godono di una gioia somma e nello stesso tempo soffrono innumerevoli tormenti senza che le due cose così opposte si escludano e distruggano a vicenda". (Santa Caterina da Genova)
"Non ho mai chiesto grazie alle anime del Purgatorio senza essere esaudita. Anzi, quelle che non ho potuto ottenere dagli spiriti celesti le ho ottenute per intercessione delle anime del Purgatorio". (Santa Teresa D’Avila)
"La mia vocazione religiosa e sacerdotale è una grazia immensa che attribuisco alla mia quotidiana preghiera per le anime del Purgatorio, che ancor bambino imparai da mia madre". (Beato Angelo D‘Acri)
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