giovedì 3 novembre 2011

3 NOVEMBRE
TUTTI I SANTI
DI CUI SI CUSTODISCONO LE RELIQUIE
NELLE CHIESE DELLA DIOCESI


Dal Comune dei santi, oppure dal Comune di più martiri, con salmodia del giorno dal salterio.

SECONDA LETTURA   Dalle « Lettere » di sant'Ambrogio, vescovo (Epist. 22; PL 16,1023)
Raccogliamo le reliquie sacrosante e trasportiamole in sedi degne.
Si dissotterrano nobili reliquie da sepolcri ignobili, si mostrano alla luce i segni della vit­toria. La tomba è bagnata di sangue, appaiono le tracce del sangue versato nel martirio, reliquie inviolate ritrovate nel proprio luogo e in ordine, il capo staccato dagli omeri. Ora i vecchi ram­mentano di avere udito una volta i nomi dei martiri e di averne letto l'iscrizione sepolcrale.
La città che si appropriò di martiri apparte­nenti ad altri aveva perduto i propri. Benché questo sia dono di Dio, tuttavia non possiamo negare la grazia che il Signore Gesù ha dato al tempo del mio sacerdozio. E poiché io non ho il merito di essere martire, ho procacciato per voi questi martiri.
Le vittime trionfali entrino nel luogo dove Cristo è vittima. Ma sull'altare sia lui che ha sofferto per tutti. Sotto l'altare i martiri, che sono stati redenti dalla sua passione.
Questo luogo avevo riservato a me, poiché è giusto che il sacerdote riposi dove fu solito ce­lebrare. Ma cedo alle sacre vittime la parte de­stra: era destinato ai martiri questo luogo. Rac­cogliamo dunque le reliquie sacrosante e traspor­tiamole in sedi degne, e celebriamo tutto il giorno con fiduciosa devozione.

responsorio 2 Tm 4,7-8; Fil 3,8-10
Ho combattuto la buona battaglia, sono giun­to al traguardo, ho conservato la fede:
* ora è pronta per me la corona di giustizia, alleluia.
Tutto ho stimato una perdita, pur di conoscere Cristo e partecipare alle sue sofferenze, conforme a lui nella morte;
ora è pronta per me la corona di giustizia, alleluia.

Oppure: Dal discorso di un autore del secolo XI (Disc. 77)
I martiri sono collocati sotto l'altare, perché sopra viene offerto il corpo del Signore
I beati martiri devono essere messi per la loro fede al posto più alto e privilegiato. Vedete quale luogo meritano presso gli uomini coloro che presso Dio hanno meritato un posto sotto l'altare.
Dice infatti la Sacra Scrittura: «Vidi sotto l'altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa, e gridarono a gran voce» (Ap 6, 9). «Sotto l'altare», dice, «le anime di coloro che furono immolati».
Che cosa si può dire di più rispettoso, che cosa di più onorevole che riposare sotto quell'altare
su cui si celebra il sacrificio a Dio, sul quale si offrono le vittime, ove sacerdote è il Signore, com'è scritto: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchisedech» (Sal 109, 4)?
Giustamente dunque, i martiri sono collocati sotto all'altare, perché sopra vien posto Cristo.
Giustamente le anime dei giusti riposano sotto l'altare, perché sopra si offre il corpo del Signore.
Non a torto là viene versata per i giusti la vendetta del sangue; ed è conveniente che, quasi per una comune sorte, il sepolcro dei martiri sia là dove si celebra ogni giorno la morte del Signore, come egli stesso dice: Ogni volta che fate questo, annunziate la mia morte finché verrò (cfr. 1 Cor 11, 26). In tal modo, come essi morirono per la sua morte, così riposano nel mistero del suo sacramento.
Non senza ragione, ripeto, il tumulo dei martiri è stato collocato dove si pone il corpo del Signore ucciso, quasi accomunandoli in una medesima sorte, affinchè, legati a Cristo da un'identica passione lo fossero anche per il legame di un identico luogo.
Leggiamo che molti giusti riposano nel seno di Abramo e che non pochi godono le delizie del paradiso; nessuno tuttavia ha meritato un premio migliore di quello dei martiri, di riposare cioè
dove Cristo è vittima e sacerdote, così da ottenere la propiziazione dall'offerta della vittima, partecipando anche alla benedizione e al ministero del sacerdote.
A essi che, dopo aver ricevuto in dono la veste chiedono vendetta è detto di aspettare con pazienza, finché non sia completo il numero dei compagni. Vedete dunque che la vendetta dei
martiri è differita per noi.
Finché noi ritardiamo, il loro sangue rimane invendicato. Ma questo dipende dalla nostra inerzia, perché non viviamo religiosamente com'è giusto, non operiamo piamente, come conviene.
Se la giustizia delle nostre opere buone ci precedesse davanti a Dio, già sarebbe completo il numero dei compagni attesi.
Però non v'è dubbio che i martiri otterranno vendetta dopo il giudizio, giacché allora saranno onorati con particolari ricompense celesti.

responsorio Cfr. Ap 14,1-4
Guardai ed ecco l'Agnello ritto sul monte Sion e insieme una moltitudine di santi.
* Recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo, alleluia.
Questi sono coloro che, prendendo la loro croce, seguono l'Agnello dovunque va.
Recavano scritto sulla fronte il suo nome e il nome del Padre suo, alleluia.


RELIQUIE DEL B. GIOVANNI XXIII


Oppure:
Dall'Esortazione Ap. «Rallegratevi nel Signore» di Paolo VI, papa (IV, brani scelti; aas 67, 1975,304-309)
I Santi sperimentano e manifestano la gioia cristiana
La gioiosa speranza, attinta alle sorgenti stesse della parola di Dio, è, dopo venti secoli, una fonte di gioia che non ha cessato di zampillare nella Chiesa e specialmente nel cuore dei Santi. La loro esperienza spirituale, secondo la diversità dei carismi e delle vocazioni particolari, illumina il mistero della gioia cristiana.
Dopo la Vergine Maria, la piena di grazia, la Madre del Salvatore, che, eminentemente associata al sacrificio del Servo innocente, era anche aperta senza alcun limite alla gioia della risurrezione, noi incontriamo l'espressione della gioia più pura e più ardente là dove la croce di Gesù viene abbracciata con l'amore più fedele: presso i martiri, ai quali lo Spirito Santo ispira, al culmine stesso della prova, un'attesa appassionata della venuta dello Sposo. In realtà la forza della Chiesa, la certezza della sua vittoria, la sua allegrezza quando celebra il combatti-mento dei martiri, provengono dal fatto che essa contempla in loro la fecondità gloriosa della croce.
«Nella casa del Padre - peraltro - vi sono molti posti» (Gv 14, 2) e, per coloro cui lo Spirito Santo consuma il cuore, vi sono diverse maniere di morire a se stessi e di accedere alla gioia santa della risurrezione. L'effusione del sangue non è l'unica via. Ma la lotta per il Regno include necessariamente il passaggio attraverso una passione d'amore: ne hanno parlato egregiamente i maestri di spirito, le cui esperienze interiori, pur nella diversità delle tradizioni mistiche, attestano un medesimo itinerario dell'anima «per crucem ad lucem» e «da questo mondo al Padre» (Gv 13, 1) nel soffio vivificante dello Spirito. E ciascuno di questi maestri di spirito ci ha lasciato un messaggio sulla gioia.
Nella vita dei figli della Chiesa, questa partecipazione alla gioia di Cristo Signore non si può dissociare dalla celebrazione del mistero eucaristico, in cui essi sono nutriti e dissetati dal suo Corpo e dal suo Sangue. Di fatto, in tal modo sostenuti come viandanti sulla strada dell'eternità, essi già ricevono sacramentalmente le primizie della gioia escatologica.
Collocata in una prospettiva simile, la gioia ampia e profonda che fin da quaggiù si diffonde nel cuore dei veri fedeli, non può che apparire «diffusiva di sé», proprio come la vita e l'amore, di cui essa è un sintomo felice.
Essa da al cuore un'apertura cattolica sul mondo degli uomini, mentre gli fa sentire, come una ferita, la nostalgia dei beni eterni.
Essa è in serena tensione tra l'istante della fatica terrena e la pace della dimora eterna, conforme alla legge di gravità propria dello Spirito (come dice Ireneo): «se dunque, già fin d'ora, noi "gridiamo: «Abbà, Padre!»" (Rm 8, 15) perché abbiamo ricevuto questi pegni (dello spirito di figli), che cosa sarà mai, quando risuscitati noi lo vedremo «faccia a faccia?» (1 Cor 13, 12)».
Quando tutte le membra, a ondate riversantesi, faranno sgorgare un inno di esultanza, glorificando colui che le avrà risuscitate dai morti e gratificate dell'eterna vita? Di fatto, se semplici pegni che avvolgono in se stessi l'uomo da tutte le parti lo fanno esclamare: «Abbà, Padre!», che cosa non farà mai la grazia completa dello Spirito, quando sarà data definitiva-mente da Dio agli uomini? Essa ci renderà simili a lui e compirà la volontà del Padre, perché renderà l'uomo a immagine e somiglianzà di Dio. Fin da quaggiù, i Santi ci danno un pregustamento di questa somiglianza.

responsorio Cfr. 1 Cor 12, 27; Rm 11, 24.17; Ap 22, 14.2
Questi Santi, corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte, * sono stati innestati su un olivo buono, diventando cosi partecipi della sua radice e della sua linfa.
Avranno parte all'albero della vita, che produce i suoi frutti e le cui foglie servono a guarire le nazioni.
Sono stati innestati su un olivo buono, divenendo così partecipi della sua radice e della sua linfa.

Oppure: Dall'Epistola di S. Paolino a Severo
(Ep. 24, 10-11; CSEL 29, 210-212)
Se rimaniamo nell'amore di Cristo, evitiamo l'aridità dello Spirito
Io credo che tu, Severo, abbia già sperimentato quanto sia faticoso e assiduo e quotidiano il nostro impegno nella lotta contro il nemico e quanto gra­vi le sue insidie, quale sia la forza dei vizi e la debo­lezza della virtù, quanto facile la ricaduta nel male, quanto pigro lo sforzo verso Dio. Ora in me si manifesta la lotta di una legge diversa, che prima mi era sconosciuta. Ora sento l'impeto di una forza contraria, che quasi usandomi violenza cerca di tra­scinarmi prigioniero sotto il dominio del peccato. Mi rendo conto perché il beato Apostolo sia tor­mentato piuttosto per la mia infelicità e, rattristato per la mia sofferenza, gridi: "O me infelice! Chi mi li­bererà da questo corpo di morte?" Ma egli con il suo insegnamento mi dà gioia e coraggio, mostrandomi la salvezza finale purché in me ci sia la volontà per meritare di raggiungere la perfezione mediante la grazia divina per il Signore nostro Gesù Cristo. A Lui si deve rivolgere la nostra preghiera, perché tri­onfi sui nostri nemici, diradi le tenebre, distrugga in noi ciò che è di altri o nostro ed edifichi ciò che è suo. Sappiamo anche che gli amici di Dio con la preghiera ottennero questa vittoria. Essi sopporta­vano le agitazioni del loro cuore pregando: "Crea in me, o Dio, un cuore puro e rinnova in me uno spirito retto". E, ottenuto questo dono, il salmista con sicu­rezza esclama: "Mettimi alla prova, o Dio, scrutami, osserva i miei sentimenti e vedi se c'è peccato in me". Affinché, però, appaia che egli pone la sua fiducia non nella sua virtù, ma nella grazia divina, dice an­cora: "Poiché tu, o Signore, formasti le mie viscere". Il Signore lo ha detto, niente senza di Lui possiamo fare. Egli è la vite vera, noi i suoi tralci. Se rimania­mo nel suo amore non diventiamo aridi, vivendo del succo della radice eterna, non saremo tagliati via dalla giustizia per essere gettati nel fuoco, ma saremo potati dalla penitenza, purificati dal taglio affilato della falce del Vangelo, in modo che, ridotta la sovrabbondanza dei nostri tralci, possiamo sboc­ciare e produrre frutti più rigogliosi. Perciò colui che sta per cominciare in noi la sua opera di agricoltore dice: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra", col quale certamente purifichi il nostro cuore pieno di peccati come un campo irto di spine, bruciandoci nei vizi e illuminandoci nei sensi. Il pietoso agricoltore con la falce salutare colpisce in noi i rami degli antichi peccati, affinché il discorso di fuoco bruci la rimanente stoppia della precedente mietitura e prepari la nostra anima come un campo per la nuova seminagione, che pro­duca liberamente una messe abbondante di virtù, dopo aver estirpato le spine, facendovi penetrare l'aratro della divina parola e moltiplichi i frutti de­gni dei granai celesti dopo aver distrutto le radici delle erbe cattive. Ma poiché non siamo solo colti­vazione, ma anche edificio di Dio noi che siamo col­tivati ed edificati dalla grazia, dallo Spirito e dalla parola di lui, egli che ci edificherà attraverso il cammino per il quale ci chiama a seguirlo, ci prepa­ra consigliandoci per prima di liberarci dalle ric­chezze vendendole. Poiché la cura o l'amore di que­ste opprime la forza della stessa mente e spinge l'anima verso i beni esteriori dopo averla allontana­ta da quelli interiori, ci dice anche per mezzo del Profeta: "Fermatevi e vedete che io sono il Signore". Non sembra forse che egli dica anche qui: "Non po­tete servire a due padroni"? Con questa parola , infat­ti, non ci consiglia l'ozio colui che insistentemente ci ammonisce di pregare e vegliare per non cadere in tentazione, ma di liberarci dal mondo per dedi­carci a lui, di tenerci lontani da queste preoccupa­zioni, implicati dalle quali rimaniamo oziosi per Dio.

RESPONSORIO
Campo ed edificio di Dio siamo
* noi coltivati ed edificati dalla grazia, dallo Spirito, dalla Parola di Lui.
Pertanto, rinnovando la nostra vita, rigettiamo tutto ciò che è passato.
Noi coltivati ed edificati dalla grazia, dallo Spi­rito, dalla Parola di Lui.

orazione      Signore, che nei corpi dei tuoi Santi compi cose meravigliose, accresci in noi la fede nella risurrezione e rendici meritevoli della gloriosa immortalità il cui pegno veneriamo nelle loro Reliquie. Per il nostro Signore.

BENEDETTO XVI
INSERIMENTO DELLE RELIQUIE IN UN NUOVO ALTARE

Lodi mattutine
INNO


Celebrate con inni giocondi,
lieti cori di tutti i fedeli,
le Reliquie e le spoglie dei santi,
pegni sacri dei giusti nel ciel.

Mentre in cielo gli spirti beati
già posseggon le gioie divine,
dalla terra s'innalzan le lodi
alle ossa, compagne del duol.

Il Signore, custode fedele,
perché spersi non vadano i resti,
li raccoglie e, con provvida cura,
in marmorei avelli ripone.

Voi, il cui cenere il popolo onora
con profumo d'incenso e con baci,
e circonda con lumi votivi,
sui devoti stendete la mano.

Così quando la carne splendente
sorgerà con i cori beati,
indivisa la Triade santa
sarà tutto in noi tutti in eterno. Amen.

lettura breve sir 44,13-15. 46, 11-12  Per sempre rimarrà la loro discendenza e la loro glo­ria non sarà offuscata. I loro corpi furono sepolti in pa­ce, ma il loro nome vive per sempre, i popoli parlano della loro sapienza, l'assemblea ne proclama le lodi. II loro cuore non commise infedeltà, né si allontana­rono dal Signore: sia il loro ricordo in benedizione! Le loro ossa rifioriscano dalle tombe e il loro nome si per­petui sui figli, poiché essi sono già glorificati.

RESPONSORIO
Santi di Dio, * rallegratevi nel  Signore.
Santi di Dio, rallegratevi nel Signore.
Dio vi ha scelti come sua eredità.
rallegratevi nel  Signore.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
Santi di Dio, rallegratevi nel Signore.

Ant. al Ben. Sorgete, o Santi di Dio, dalle vostre dimore: santificate questo luogo,
                     benedite questo vostro popolo e conservate nella pace noi poveri peccatori.

Oppure:  Ant. al Ben. Godete e regnate insieme con Cristo, o fratelli nostri ormai gloriosi! Quaggiù riportaste con lui vittoria sul peccato: ora i vostri nomi sono scritti nei cieli.

invocazioni      Preghiamo il  Signore che illumina tutti gli uomini di questo mondo e a lui diciamo con fede: O Signore, guidaci nelle tue vie.

Signore  Gesù, con gioia contempliamo l'assemblea festosa dei nostri fratelli
che glorificano in eterno il tuo nome,
- fa' che la nostra lode mattutina sia il preludio di una lode eterna in cielo.

Signore che hai scelto i santi della nostra terra per essere testimoni del tuo amore,
- fa' che la nostra vita dia la stessa testi­monianza
cosicché possiamo portare molte persone a te.

Signore che per mezzo dei santi manifesti misericordia e compassione,
- fa' che i nostri fratelli sofferenti e afflitti tro­vino sollievo in te nel momento della malattia.

Signore  che  hai   chiamato  tanti  fratelli  nostri  alla gioia della tua vita immortale,
- concedici per la loro protezione di sentirci pelle­grini verso di te.

Padre nostro.

orazione        Signore, che nei corpi dei tuoi Santi compi cose meravigliose, accresci in noi la fede nella risurrezione e rendici meritevoli della gloriosa immortalità il cui pegno veneriamo nelle loro Reliquie. Per il nostro Signore.



Terza  LETTURA BREVE Ap   14, 13
Udii una voce dal ciclo che diceva: «Scrivi: beati d'ora in poi, i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono ».

Rallegratevi sempre nel Signore,
perché i vostri nomi sono scritti in ciclo.

Sesta  lettura breve Rm 8, 29-30
Quelli che Dio da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Fi­glio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fra­telli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chia­mati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

Quando egli sarà manifestato, noi saremo simili a lui,
perché lo vedremo così come egli è.

Nona  LETTURA BREVE                Rm   8, 22-23
Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è ia sola, ma anche noi, che possediamo te primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando la adozione a figli, la redenzione del nostro corpo.

Siamo eredi di Dio, coeredi di Cristo,
poiché nella speranza noi siamo stati salvati.

orazione        Signore, che nei corpi dei tuoi Santi compi cose meravigliose, accresci in noi la fede nella risurrezione e rendici meritevoli della gloriosa immortalità il cui pegno veneriamo nelle loro Reliquie. Per il nostro Signore.



VESPRI
INNO


Dal sempiterno Empireo,
Santi del ciel, venite;
le nostre preci udite
mentre l'incenso offriamo.

L'ossa, quantunque in polvere,
non lascia abbandonante
nei loculi serrate
l'alma virtù divina,

ma, le lor chiese, provvida,
empie di luce chiara,
e al premio le prepara
della gloria futura.

Perciò son le reliquie
che l'ara custodisce,
aiuto a chi patisce
e ai demoni terrore.

Al Padre e allo Spirito
e al Giudice del mondo
vada l'inno giocondo
pei secoli in eterno. Amen.


LETTURA BREVE Ap   7,9-10      Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, po­polo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide e por­tavano palme nelle mani. E gridavano a gran voce: « La salvezza appartiene al nostro Dio seduto sul trono e all'Agnello ».

responsorio breve Sir 44, 14; Dn 12, 3b
I loro corpi furono sepolti in pace; * il loro nome vive per sempre.
I loro corpi furono sepolti in pace; il loro nome vive per sempre,
Coloro  che avranno indotto molti alla giustizia
risplenderanno come le stelle;
il loro nome vive per sempre.
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
I loro corpi furono sepolti in pace; il loro nome vive per sempre.

Ant. al Magn. Essi sono stati redenti tra gli uomini come primizie per Dio e per l'Agnello.

intercessioni  Preghiamo Dio nostro Padre, che ascolta benevolo le preghiere dei suoi figli, e diciamogli con fede: In te, Signore, è la nostra speranza.

Padre santo che ci dai la gioia di celebrare la gloria dei nostri santi,
- fa' che per l'intercessione di tanti nostri fratelli, le nostre chiese sperimentino la tua misericordia

Signore, tu che hai chiamato tanti nostri fratelli a proclamare il tuo nome
davanti alle genti della nostra terra,
- fa' che i nostri vescovi, i sacerdoti e i diaconi non vengano meno nelle difficoltà,
ma anzi adempiano sempre con vigore e fiducia la propria missione.

Signore che manifesti l'immagine del tuo Figlio nei santi,
- fa' che seguendo l'esempio dei nostri fratelli che già sono in cielo,
noi tutti che viviamo in terra ricerchiamo una più intima unione con Cristo.

Signore, vita di quanti credono e sperano in te,
- fa' che i nostri fratelli defunti possano celebrare le tue lodi in cielo insieme a tutti i santi.

Padre nostro.

orazione        Signore, che nei corpi dei tuoi Santi compi cose meravigliose, accresci in noi la fede nella risurrezione e rendici meritevoli della gloriosa immortalità il cui pegno veneriamo nelle loro Reliquie. Per il nostro Signore.

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