domenica 5 giugno 2011

6 GIUGNO
SAN NORBERTO, Vescovo


Martirologio Romano: San Norberto, Vescovo, che, uomo di austeri costumi e tutto dedito all'unione con Dio ed alla predicazione del Vangelo, vicino a Laon in Francia istituì l'Ordine dei Canonici Regolari Premostratensi; Consacrato poi Vescovo di Magdeburgo in Sassonia, in Germania, rinnovò la Vita Cristiana e si adoperò per diffondere la Fede tra le popolazioni vicine.

Xanten, Germania, 1080-1085 - Magdeburgo, 6 giugno 1134
Iniziò molto giovane la carriera ecclesiastica, essendo figlio dei signori del luogo e cugino dell’imperatore. A 25 anni come suddiacono è cappellano alla corte dell’arcivescovo di Colonia e a 30 rinuncia all’investitura di vescovo di Cambrai fattagli dall’imperatore Enrico V. Il 1115 è l’anno della sua radicale conversione: sulla strada per Freden, durante un violento temporale, un fulmine cade al suo fianco e lo fa sbalzare dal suo cavallo: pensa al suo ambiguo comportamento e decide di cambiare vita. Rinuncia alla sua nobile carica e si ritira in solitudine per meditare quale scelta compiere. Nel dicembre di quello stesso anno riceve gli ordini del diaconato e del sacerdozio.
Si veste poveramente, invitando i canonici del capitolo di Xanten a lasciarsi riformare, ma essi non lo ascoltano. Intraprende così la sua missione di predicatore itinerante, vestito da povero, dopo aver totalmente rinunciato ai privilegi del suo nobile rango. Nella città di Cambrai, ospite del vescovo Burcardo, incontra colui che sarà il suo primo discepolo e il futuro abate di Prémontré : Ugo di Fosses.
Nel 1119 Norberto presenzia al concilio di Reims e il papa Callisto II lo raccomanda a suo nipote: il Vescovo Barthelemy di Laon, il quale si interessa perché Norberto possa trovare il modo di regolare la sua missione di evangelizzatore e di formatore e così approda a Prémontré, luogo impervio e solitario. Incominciano subito ad affluire dei giovani desiderosi di condividere il suo stile di vita. L’anno successivo sono in 14 e scelgono di vivere secondo la regola di Sant’Agostino. A Natale del 1121 fanno professione, ispirandosi alla primitiva comunità cristiana di Gerusalemme.
Norberto tuttavia non interrompe la sua vita di annunciatore del vangelo nelle città e nei villaggi, portando ovunque la sua coerente testimonianza di cristiano e di sacerdote, diramando ovunque litigi e contese.
Nella città di Anversa predica energicamente contro l’eresia di Tanchelino, il quale negava la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia e questa difesa da lui sostenuta lo porterà ad essere sempre rappresentato con in mano l’ostensorio.
In questi anni sono già molte le comunità da lui costituite in vita comune.
Nel 1126 viene eletto arcivescovo di Magdeburgo e il 18 luglio fa il solenne ingresso a piedi scalzi e con un vestito da penitente. E’ subito pronto a portare in quella chiesa un’impostazione di rinnovamento, ma trova ostacoli e minacce. Ben presto lo raggiungerà una comunità di canonici regolari provenienti da Prémontré. Durante questi anni sostiene pure il papa legittimo e si pone accanto all’imperatore Lotario come suo consigliere e come difensore del papa legittimo: Innocenzo II.
Al rientro da Roma alla fine del 1133 si ammala e la sua debole fibra va sempre più affievolendosi, fino a terminare il suo viaggio terreno: è il 6 giugno 1134.
Fu dichiarato santo da papa Gregorio XII il 28 luglio 1582.
Oggi le sue spoglie riposano nella chiesa abbaziale di Strahov a Praga.

Ad Officium lectionis

Lectio altera
E Vita sancti Norbérti epíscopi (Verba, virgulis inclusa, deprompta sunt e Vita S. Norberti, ab auctore canonico regulari Præmonstratensi æquali conscripta: PL 170, 1262. 1269. 1294. 1295; Litteræ Apostolicæ ab Innocentio II ad S. Norbertum II non. iun. 1133 sub plumbo datæ: Acta Sanctorum, 21, in Appendice, p. 50)

Magnus inter magnos, et inter parvos exiguus

Norbértus, inter eos mérito computátus qui reformatióni Gregoriánæ efficácius sese impendérunt, útpote qui primum volúerit clerum institúere, germánæ vitæ evangélicæ simul et apostólicæ dicátum, castum et páuperem, qui suscíperet «simul novi hóminis induméntum páriter et ornaméntum: illud quidem in hábitu religiónis, istud vero in dignitáte sacerdótii», et inténderet «sanctas Scriptúras sequi et Christum ducem habére». Cui tria commendáre solébat: «circa altáre et divína offícia mundítiam, excéssuum et neglegentiárum in capítulo emendatiónem, páuperum curam et hospitalitátem».

Sacerdótibus vero, qui in cœnóbio Apostolórum vices gerébant, tantam adiúnxit, ad instar Ecclésiæ primitívæ, credéntium laicórum et feminárum multitúdinem, ut plúrimi assérerent a tempóribus Apostolórum nullum tam brevi témporis spátio sua institutióne tot perféctæ vitæ imitatóres Christo acquisivísse.

Archiepíscopus factus, confrátres suos advocávit ut regiónem Vendórum ad fidem addúcerent; clerum autem suæ diœcésis, non obstánte tumúltu et commotióne pópuli, ad reformatiónem addúcere est conátus.

Præcípuum dénique eius stúdium fuit ut bonam concórdiam inter Sedem Apostólicam et Impérium, serváta tamen libertáte electiónum ecclesiasticárum, ita muníret et augéret, ut Innocéntius papa Secúndus ei scrípserit: «Sedes Apostólica de te, tam devóto fílio, plenis viscéribus gratulátur», imperatórque eum fécerit archicancellárium impérii.

Quæ ómnia præstitit fide omníno intrépida: «In Norbérto éminet fides, aiébant, ut in Bernárdo Claravallénsi cáritas»; deínde lepiditáte conversatiónis, «quippe qui magnus inter magnos et inter parvos exíguus, ómnibus se amábilem præbéret»; summa demum eloquéntia: «verbum Dei ignítum, urens vítia, ácuens virtútes, benévolas ánimas ditans sapiéntia», contémplans divína assídue meditabátur et impávide diffúdit.

Responsorium 2 Tim 4, 2. 5; cf. Act 20, 28
R/. Prædica verbum, insta opportúne, importúne, árgue, íncrepa, óbsecra in omni patiéntia et doctrína;
* In ómnibus labóra, opus fac evangelístæ, allelúia.
V/. Atténde univérso gregi, in quo te Spíritus Sanctus pósuit epíscopum páscere ecclésiam Dei.
In ómnibus labóra, opus fac evangelístæ, allelúia.

Oratio
Deus, qui beátum Norbértum epíscopum Ecclésiæ tuæ oratióne ac pastoráli zelo minístrum exímium effecísti, præsta, quæsumus, ut, eius interveniénte suffrágio, fidélium grex pastóres iuxta cor tuum et salutária páscua semper invéniat. Per Dóminum.

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