Relique e Fede
La
recente cronaca, riguardante le presunte reliquie di sant'Elena offerte
dal patriarcato di Venezia alla Grecia per essere venerate dal 17
maggio al 15 giugno, merita di essere riconsiderata attentamente.
L'associazione greca “Apostolikì Diakonìa” per festeggiare l'ottantesimo
anniversario della sua esistenza (vedi qui) ha ritenuto opportuno chiedere al
Patriarcato (cattolico) di Venezia delle reliquie attribuite alla
madre dell'Imperatore Costantino, sant'Elena, conservate nell'omonima
isola della città lagunare. Come ho già dettagliatamente descritto,
una recente ricognizione scientifica avvenuta non più di trent'anni
fa, aveva rilevato molti dubbi su tali reliquie, poiché di esse
oramai si conserva solo un cranio in pessime condizioni, cranio che
assai probabilmente appartenne ad un uomo
(1). Non posso credere che il
Patriarcato cattolico di Venezia non sapesse tutto ciò e che non
avesse cercato di comunicarlo, se non altro per una ragione prudenziale. Infatti, un
conto è il valore storico di una reliquia come questa, provenuta dal
periodo delle Crociate, un altro è la sua autenticità.
Le reliquie
dei santi orientali, conservate a Venezia, possono tutte avere un
significativo valore storico e, in quanto tali, sono conservate con
cura. Non è affatto detto che siano tutte autentiche, tant'è vero
che gli studiosi ritengono autentiche solo la metà di esse, all'incirca.
(2).
Nonostante non possa credere all'ignoranza di ciò ad alto livello
ecclesiale, il risultato dimostra il contrario: le presunte reliquie
di sant'Elena sono state portate in Grecia in modo solenne con
l'appoggio e, immagino, l'opportuna sovvenzione dello Stato greco.
Parlare di
leggerezza in tutto questo affaire è il minimo che si possa dire e
chi sbaglia di più, in questo, non è la parte cattolica ma quella
ortodossa.
Il Metropolita del Fanar Agatangelo con altre pseudo reliquie: quelle di santa Barbara portate da Venezia in Grecia nel 2015. |
Per la
tradizione ortodossa non è affatto così. Le reliquie dei santi,
prima di avere un valore storico e devozionale, hanno un valore
teologico: sono una dimostrazione della Verità cristiana. La teologia ortodossa, infatti, non è una speculazione
filosofica sulle affermazioni della Rivelazione, è il riscontro nella realtà della verità della
Rivelazione (ortodossia e ortoprassi sono unite!). In questo senso, esiste un
rapporto diretto tra spirito e materia: uno spirito trasfigurato
dalla Grazia influisce sulla materialità del mondo; un uomo
santificato avrà un corpo differente da quello di un qualsiasi altro
uomo, nonostante sia ancora soggetto alla malattia e alla morte. Questo perché la Grazia divina, assimilata nei Sacramenti, è increata, ossia ha caratteristiche divine, affermazione che la filosofia cattolico-tomista non può accettare (4). Più che alla filosofia, la teologia ortodossa è molto simile
alla chimica che non può mai prescindere dalla verifica in
laboratorio. Con questi presupposti in mente, è chiaro che le
reliquie di un santo devono avere certe caratteristiche, prima fra
tutte l'incorruttibilità.
Al
contrario, il presunto cranio di sant'Elena è stato trovato in
“pessime condizioni”. Questo stesso cranio, l'unica cosa presente
nelle presunte reliquie, è stato esposto alla devozione dei fedeli in
Grecia, un cranio che che gli esperti hanno pensato appartenere ad un
uomo almeno al 75% delle probabilità.
Ora
dovrebbe
essere chiaro che gli organizzatori di tale pellegrinaggio non solo
hanno molto probabilmente ingannato i fedeli (il che sarebbe già
grave, al di là della buona o cattiva intenzione) ma hanno infranto un principio teologico, come se un chimico
avesse spacciato per acqua del petrolio dinnanzi all'indifferenza o all'acconsentimento di tutti. E qui andiamo al fondo del
problema: i chierici dell'epoca attuale (cattolici o ortodossi, da
questo punto di vista, sono oramai assai simili) hanno un senso teologico
profondo, oppure in nome di probabili vantaggi immediati, sono disposti a
scambiare il vero con il falso?
Il mondo
cattolico, come ho detto, è più scusabile poiché vive in uno stato
di drammatica confusione al punto che oggi, nella pratica, è
indifferente a qualsiasi cosa ricordi loro la differenza
tradizionale tra vero-falso, ortodossia-eresia. Ma il mondo
ortodosso?
L'affaire
delle presunte reliquie di sant'Elena apre, dunque, una voragine che
tocca direttamente la formazione spirituale e teologica di un clero
che, sempre più plasmato dall'attuale indifferentismo (=tutto alla fine è
identico), dallo spettacolarismo (=per essere bisogna apparire) e dal
materialismo (=ciò che conta è godersi la vita), dimostra
un imbarazzante vuoto che fa piangere e fuggire i fedeli consapevoli. E
tutti gli altri fedeli, come possono essere meglio se il clero in buona
parte ha questo livello?
Lungi da me farmi giudice per il piacere di giudicare! Tutto questo è fin troppo visibile agli occhi di tutti ma sembra che nessuno, fino ad ora, abbia avuto il coraggio di dirlo, per quanto molti lo pensino. Spero dunque che mi si applichi quanto dice un noto proverbio italiano: "Ambasciatore non porta pena", poiché la vicenda, infatti, grida da sola!
_________
NOTE
1) Vedi C. Corrain - M. A. Capitanio, "Ricognizioni di alcune reliquie, attribuite a santi orientali, conservate a Venezia", in Quaderni di scienze antropologiche 21 (1995), pp. 43-45.
2) Un altro caso molto dubbio sono le pseudo-reliquie di santa Barbara che furono anch'esse portate da Venezia in Grecia per essere venerate dal 10 al 24 maggio 2015 (vedi qui). Queste reliquie hanno un cranio di donna molto matura (mentre nella storiografia sappiamo che santa Barbara è morta giovane) mescolate ad ossa di varie persone. E' sempre lo studio di Corrain e Capitanio che ce lo dice.
In quell'occasione, però, la cosa passò per buona perché nessuno si oppose. Ecco perché gli organizzatori greci hanno nuovamente ripresentato un fatto analogo con le presunte reliquie di sant'Elena.
3) Se è il soggetto a dare loro un valore è ovvio che pure delle reliquie false possono essere vere, come, si potrebbe sospettare, pensino nel Patriarcato di Venezia! Comunque, se in teoria il Cattolicesimo venera le reliquie, nella pratica le considera il retaggio di un mondo oramai passato. Eccezioni a parte, ovviamente.
4) È vero che oggi il Cattolicesimo ha abbandonato di fatto la teologia tomista, ma è altrettanto vero che non ha un concetto "forte" di Grazia sacramentale, come nel mondo ortodosso. Non è affatto chiaro, infatti, che la grazia influisce pure nel mondo materiale, non solo nello spirito, essendo Cristo venuto per sconfiggere ogni debolezza e malattia, anche nella carne, fino al punto da far risorgere il proprio corpo umano. Non è un caso, allora, che la festa della Resurrezione sia, in Occidente, una festa quasi in tono minore, rispetto al Natale.
http://traditioliturgica.blogspot.it/
Lungi da me farmi giudice per il piacere di giudicare! Tutto questo è fin troppo visibile agli occhi di tutti ma sembra che nessuno, fino ad ora, abbia avuto il coraggio di dirlo, per quanto molti lo pensino. Spero dunque che mi si applichi quanto dice un noto proverbio italiano: "Ambasciatore non porta pena", poiché la vicenda, infatti, grida da sola!
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NOTE
1) Vedi C. Corrain - M. A. Capitanio, "Ricognizioni di alcune reliquie, attribuite a santi orientali, conservate a Venezia", in Quaderni di scienze antropologiche 21 (1995), pp. 43-45.
2) Un altro caso molto dubbio sono le pseudo-reliquie di santa Barbara che furono anch'esse portate da Venezia in Grecia per essere venerate dal 10 al 24 maggio 2015 (vedi qui). Queste reliquie hanno un cranio di donna molto matura (mentre nella storiografia sappiamo che santa Barbara è morta giovane) mescolate ad ossa di varie persone. E' sempre lo studio di Corrain e Capitanio che ce lo dice.
In quell'occasione, però, la cosa passò per buona perché nessuno si oppose. Ecco perché gli organizzatori greci hanno nuovamente ripresentato un fatto analogo con le presunte reliquie di sant'Elena.
3) Se è il soggetto a dare loro un valore è ovvio che pure delle reliquie false possono essere vere, come, si potrebbe sospettare, pensino nel Patriarcato di Venezia! Comunque, se in teoria il Cattolicesimo venera le reliquie, nella pratica le considera il retaggio di un mondo oramai passato. Eccezioni a parte, ovviamente.
4) È vero che oggi il Cattolicesimo ha abbandonato di fatto la teologia tomista, ma è altrettanto vero che non ha un concetto "forte" di Grazia sacramentale, come nel mondo ortodosso. Non è affatto chiaro, infatti, che la grazia influisce pure nel mondo materiale, non solo nello spirito, essendo Cristo venuto per sconfiggere ogni debolezza e malattia, anche nella carne, fino al punto da far risorgere il proprio corpo umano. Non è un caso, allora, che la festa della Resurrezione sia, in Occidente, una festa quasi in tono minore, rispetto al Natale.
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