lunedì 23 febbraio 2015

a botte di selfie

Opere di misericordia ... a botte di selfie su facebook.




Leggete questa novità della Curia friulana. Che ne pensate? Si tratta di una bella iniziativa per far sperimentare ai giovani che le buone azioni non sono pericolose (ma anzi, fanno del bene a chi le riceve e a chi le fa) inducendoli così a continuare anche da grandi e a farsi buon esempio, o c'è rischio di uno svilimento e uno strumentalismo sentimentale e superficiale delle opere di carità?
Diteci la vostra.



("Quando invece tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, 4 perché la tua elemosina resti segreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà", Mt, 6, 3-4)
Roberto


da il Messaggero Veneto del 12.02.2015

UDINE. 

Più che l’abilità a recitare senza un intoppo l’Atto di dolore o il Salve regina, sono i gesti di carità nei confronti del prossimo a far punti, a patto che vengano immortalati da un selfie. Portare la spesa al vicino anziano, andare a trovare la nonnina alla casa di riposo, se non accatastare la legna per chi è immobilizzato, oppure organizzare una raccolta di beneficenza, per poi documentare quell’azione caritatevole pigiando sul tasto della fotocamera del proprio smartphone.

È così che l’Ufficio diocesano di Pastorale giovanile ha inaugurato un percorso di animazione dell’anno catechistico che parla il linguaggio dei ragazzi e che ha già reclutato 360 giovani, studenti dalla quinta elementare alla terza media, appartenenti alle parrocchie dell’Arcidiocesi di Udine, decisi a partecipare alla gara di bontà.

A sdoganare i nuovi mezzi di comunicazione a colpi di tweet ci aveva già pensato Papa Francesco [si dimentica l'autore che il primo tweet fu lanciato da Benedetto XVI, n.d.r.]che in due anni ha raccolto 18 milioni di follower su twitter. E su quella strada si era incamminato anche l’Ufficio diocesano di Pastorale giovanile, attivissimo su facebook come del resto su Twitter. Ma ad asservire gli smartphone a scopi caritatevoli nessuno ci aveva mai pensato, tanto che l’iniziativa diocesana rappresenta un primato a livello nazionale destinato a essere esportato su più vasta scala.

A illustrare l’iniziativa è il vicedirettore dell’ufficio di pastorale giovanile don Daniele Antonello. «Nel solco di Magicavventura, un’esperienza ultradecennale di animazione inserita nell’anno catechistico, stavolta abbiamo deciso di riferirci all’anno diocesano della Carità – sintetizza don Antonello – di modo da coinvolgere i ragazzi e aiutarli a fare esperienza con piccoli gesti di carità quotidiana che possano essere documentati».

Così è nata “Selfie con noi”, una gara a punti che i ragazzi delle varie parrocchie sono chiamati a giocare divisi in squadre, in cui vince “chi ama di più”.

A disposizione dei gruppi ci sono alcuni mesi, fino alla Festa dei ragazzi in aprile. L’obiettivo è trovare momenti al di fuori dell’ora di catechismo per fare del bene. Sta alla fantasia di ciascuno individuare il modo, a favore di anziani e disabili, malati o indigenti. Che sia spalare la neve, portare una ventata di buonumore in casa di riposo, o piuttosto partecipare alle iniziative della Caritas se non della parrocchia, va bene comunque. E, una volta immortalato il gesto con un autoscatto, basta spedire il selfie all’Ufficio di Pastorale giovanile per far aumentare punteggio alla propria squadra.

La data ultima per l’avvio dei selfie della carità è fissata per il 12 aprile, ma ne sono arrivati già a decine via mail con tanto di nome della squadra, parrocchia e descrizione della carità svolta. Ogni scatto vale 10 mila punti.

L’iniziativa, che è stata lanciata con l’anno di catechesi, è passata al varo pochi giorni fa con l’arrivo dei primi selfie. Ed è subito decollata con la definizione di una classifica provvisoria. «Abbiamo deciso di utilizzare i mezzi preferiti dai ragazzi per essere più vicini al loro linguaggio, pur aprendoci con grande attenzione a una forma di comunicazione virtuale che ha le sue insidie – premette il direttore dell’Ufficio di Pastorale giovanile don Maurizio Michelutti – è bene imparare a entrare nel loro mondo anche per riaffermare la bellezza del face to face, che è sempre preferibile al facebook» ironizza don Michelutti.

L’ambizione è che il percorso intrapreso dai ragazzi friulani possa essere seguito da altre diocesi.

E proprio in questi giorni l’équipe dell’Ufficio di pastorale giovanile di Udine è a Brindisi per un convegno in cui le varie diocesi si confrontano con la necessità di individuare nuovi strumenti per per coinvolgere i ragazzi. Una strada che i friulani stanno già battendo a suon di selfie.

Alla fine, la raccolta di questi scatti, papà e mamma permettendo, dovrebbe essere pubblicata e circolare in maniera virale sul web, perché anche il bene può essere contagioso.


 
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http://blog.messainlatino.it/2015/02/opere-di-misericordia-botte-di-selfie.html

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