Don Rigoldi e la sua chiesa in uscita
Recentemente la CEI ha affidato a quattro preti “di strada” il commento del Vangelo sulla RAI nella nota trasmissione “A sua immagine”. I nomi sono quelli di don Ciotti, fondatore di Libera, don Vinicio Albanesi, comunità di Capodarco, don Maurizio Patriciello, parroco nella Terra dei Fuochi” e don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano.
“Siamo stati disprezzati per decenni, ora il vento è proprio cambiato e speriamo che duri, perché se torna il vento del deserto che brucia tutto, sarà di nuovo dura”, dice a Repubblica.it con un sorriso don Albanesi. Durante la conferenza stampa di presentazione è intervenuto anche Mons. Galantino, segretario CEI, per dire che “si vuole tradurre in fatti e immagini ciò che Papa Francesco ci chiede senza sosta: quello di essere chiese in uscita e allora anche televisione in uscita”.
Apprezzabile il tentativo di avvicinarsi alla strada, discutibile che la scelta sia caduta su alcuni di questi sacerdoti. Almeno a sentire quanto dichiarato da uno di loro nell’aula magna dell’Università Statale di Milano. Don Gino Rigoldi, a cui veniva concessa una laurea honoris causa, davanti ad un folto pubblico ha mostrato il volto della sua chiesa “in uscita”.
“Il sacramento della confessione va cambiato”. “Se un giovane mi dice che domenica non è andato a messa, o che ha fatto sesso fuori dalle regole o che ha visto qualche (film strano) in tv – spiega il cappellano del carcere Beccaria – questi sono cattivi comportamenti ma non sono peccati, non tradiscono il Vangelo”. E aggiunge:“Dio non si incazza per queste piccolezze. E a volte anche noi preti, facciamo queste cose qui”.
Per chi volesse sincerarsi della bontà del virgolettato può vedere il seguente video:
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