Islam, patriarca Sako chiede un
sacrificio per Natale: «Questa razza
di demòni non si scaccia se non con
la preghiera e il digiuno»
Il patriarca Louis Raphael I Sako ha scritto un messaggio (diffuso
oggi dall’Agenzia Fides) per invitare i fedeli della Chiesa
caldea a digiunare e pregare in occasione delle festività
natalizie per i loro fratelli perseguitati dallo Stato islamico in Iraq,
affinché possano tornare nelle case, nelle città e nei villaggi che sono stati
costretti ad abbandonare per sfuggire alla violenza dei terroristi di Al
Baghdadi.
DAL 22 AL 24 DICEMBRE. «Nel
tempo di Avvento ci si prepara al Natale con il digiuno, la preghiera, la
penitenza e le opere di carità», ricorda Sako nel testo. «E soprattutto
quest’anno noi viviamo qui e ora in attesa della sua venuta nelle nostre vite e
nelle nostre case, mentre il nostro Paese vive circostanze tragiche e
dolorose». Per questo il patriarca di Babilonia chiede «a tutti i
figli e a tutte le figlie» della Chiesa caldea di praticare il digiuno stretto
da lunedì 22 fino alla sera del 24 dicembre, per invocare dal Signore il dono
della liberazione di Mosul e della Piana di Ninive, così che tutti i rifugiati
possano «ritornare in sicurezza alle proprie case, al proprio lavoro e alle
proprie scuole».
«CRISTO CI ASCOLTERÀ». Perché
Sako chiede questo sacrificio? Per spiegarlo il pastore dei
caldei cita le parole di Gesù riportate nel Vangelo di Matteo: «Questa
razza di demòni non si scaccia se non con la preghiera e il digiuno» (Mt
17,21). In occasione del Natale e del Capodanno, insiste ancora il
patriarca, i cristiani non organizzino feste con musica e balli e «concerti
rumorosi», piuttosto si prodighino e spendano le loro energie
per sostenere iniziative di solidarietà verso i fratelli che si
trovano nell’emergenza. «Ho potuto toccare con mano la loro croce pesante e dolorosa»,
scrive facendo riferimento alle sue visite tra i profughi riparati in
Kurdistan. Il patriarca assicura infine i fedeli che «Cristo
ascolterà le nostre preghiere».
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