LA STATUA DI GIOVANNI PAOLO II A ROMA: UNA RISATA LA SEPPELLIRA'...
di Francesco Colafemmina
Ora è tutto chiaro! Il re delle cliniche Giampaolo Angelucci ha donato tramite la fondazione dedicata alla memoria (si presume) di sua madre, una immonda statua di Giovanni Paolo II. Ma come è potuta giungere a Oliviero Rinaldi la commessa di Angelucci?
Che l'opera di Oliviero Rinaldi sia una cagata pazzesca lo hanno capito in molti. Peccato che non l'abbiano ancora capito prelati e funzionari del Comune di Roma. L'opera, una delle tante dedicate al Papa "Santo Subito" dal Rinaldi, è tuttavia un dono, sì, un dono al Comune di Roma da parte di una fondazione. Quale? Beh... come si suol dire "a caval donato non si guarda in bocca", figuriamoci dunque ad una fondazione intitolata a Silvana Paolini Angelucci. L'ultimo cognome non vi ricorda forse qualcosa? Mmmm... Spremete le meningi e provate ad andare sul sito della fondazione alla ricerca del nome del Presidente. Quasi impossibile scovarlo, ma alla fine potreste capitare sulla lettera di una parrocchia romana che dalla fondazione ha ricevuto in dono un impianto di riscaldamento e qui salta fuori il nome del presidente: dott. Giampaolo Angelucci.
Ora è tutto chiaro! Il re delle cliniche Giampaolo Angelucci ha donato tramite la fondazione dedicata alla memoria (si presume) di sua madre, una immonda statua di Giovanni Paolo II. Ma come è potuta giungere a Oliviero Rinaldi la commessa di Angelucci?
Uno dei più accesi sostenitori di Rinaldi è il noto Monsignor Vincenzo Paglia (a Terni detto anche Monsignor "Piglia"). D'altronde basta scorrere l'elenco dei premi ricevuti dal Rinaldi per scoprire che buona parte di essi provengono dalla Conferenza Episcopale dell'Umbria...
A Rinaldi ha affidato vari lavori nella chiesa di Portoghesi a Terni, in quella di San Giovannino e in quella di Santa Maria degli Spiazzi. Paglia si è espresso nel passato in questi termini sull'opera di Rinaldi: "Volentieri mi unisco ai tanti che guardano con attenzione all’impegno artistico di Oliviero. La delicatezza delle forme da lui realizzate nei più svariati materiali è indicativa di una abilità manuale non comune che fa sprigionare dalle sue opere una intensa spiritualità." E ancora: "Le sue caratteristiche artistiche lo rendono particolarmente adatto per una committenza ecclesiastica."
Paglia il missionario con l'ananas in mano...
Complimenti Mons. Paglia, anche lei sarà annoverato nella lista dei grandi esperti ecclesiastici di arte sacra...
Ma veniamo ad Alemanno, o come lo definisce Roberto D'Agostino, Aledanno: "bella e suggestiva: un'opera moderna che come tale stimola e muove la fantasia e ognuno troverà la sua visione giusta dell'opera". Queste le espressioni usate dal Sindaco di Roma.
Alemanno presenta un'opera al Papa: la guarda perplesso, non lo confesserà,
ma non ci ha capito un tubo! Il Papa invece è sotto shock...
Che avesse le idee confuse in merito all'arte religiosa lo si era capito già nel marzo scorso, quando, unito ai Sindaci d'Italia, aveva donato al Santo Padre il magnifico quadro che vedete qui sopra, opera che si intitola "In principio era il Verbo" e che "suggerisce l’incandescente atmosfera della Creazione e con le sue parole dipinte ben si adatta alla destinazione definitiva nella Biblioteca Apostolica Vaticana." Ma pensa!
Ancor più stordito nei giudizi il Cardinal Vallini, il cui gusto estetico è stato anestetizzato dalle celebrazioni eucaristiche kikiane e dalla visione di innumerevoli colate di cemento armato che già il Vicariato si appresta a far scendere sulle periferie romane: "l'autore ha voluto esprimere in maniera originalissima il simbolo della reciproca accoglienza".
Vallini-Alemanno al cinema 5D di Roma... sotto gli occhiali
hanno sempre i prosciutti che gli impediscono di distinguere
uno sgorbio da un'opera d'arte!
Intanto, nonostante le illuminate élites ecclesiastiche, politiche e industriali del nostro Paese siano eccitate dalla visione di quest'opera orrenda, il popolo disapprova. Basta guardare l'esito dei vari sondaggi proposti dai siti di quotidiani online. Naturalmente le élites non possono certo dar retta al giudizio estetico del popolo. Il popolo, la gente semplice non comprende il "valore" di queste cagate perché ha un senso estetico limitato, sottosviluppato, non allenato all'elevazione spirituale verso il surreale, l'aniconico, il deforme...
Sondaggio del Corriere della Sera: risultati alle 12.30 del 19 Maggio
Quando il popolo si ribellerà abbattendo queste opere immonde, protestando apertamente contro l'invasione del brutto e la perversione dell'estetica fondata sull'ordinata rappresentazione del reale?
L'orrenda statua del Papa Beato a Roma-Termini e la votazione del Corriere
Non so se l'avete vista: è stata appena inaugurata nel piazzale della stazione centrale di Roma, Termini, una statua di 5 metri, bronzea e concava con in cima una testa dalle fattezze di Giovanni Paolo II, opera di Oliviero Rainaldi. Dovrebbe essere un abbraccio, ma in realtà è un vuoto, un abbraccio al vuoto che non dice niente. La somiglianza del volto è quanto mai approssimativa, se uno non sa di chi si tratti potrebbe pensare pure a Mussolini!!
Noi siamo ben più esterreffatti che simili astrusità (e mostruosità) possano ancora venire a costellare le belle piazze d'Italia.
Comunque eccola qua:
Trattasi di un Papa dal corpo vuoto, una specie di tronco concavo con una testa poggiata sopra. Sarà anche grande arte moderna, ma i quasi 3000 votanti del sondaggio odierno del Corriere della Sera pare che non apprezzino granchè questa (s)forma d'arte!! Se volete votare anche voi, potete andare qui.
I risultati del Sondaggio, finora, danno 91,2% dei votanti contrari e solo l'8,8% a favore. Controllate, cliccando qui, i cambiamenti e progressi delle votazioni.
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Vi allego anche un servizio con l'inaugurazione della statua, avvenuta ieri pomeriggio, proprio per festeggiare il compleanno dell'augusto Beato. E si sente la reazione negativa della gente:
Testo preso da: Cantuale Antonianum http://www.cantualeantonianum.com/#ixzz1MoSAKvev
da: messainlatino
Il monumento dei sedevacantisti
Quest'orribile ammasso di ferraglia alto cinque metri che deturpa ora piazza dei Cinquecento, di fronte alla Stazione Termini a Roma, dovrebbe rappresentare nelle intenzioni un monumento al beato Giovanni Paolo II e simboleggerebbe il suo "spirito di accoglienza".
In realtà, come opina il Forum catholique, non può trattarsi d'altro che d'una perfida provocazione di circoli sedevacantisti, desiderosi di infangare la memoria del Beatosubitosantopresto lasciando intendere, come chiaramente la statua cava vuole insinuare, che "sotto il vestito, niente": subdolo riferimento alla vacanza della sede romana che solo in apparenza sarebbe stata occupata da Woityla; oppure, secondo altre interpretazioni, malevola allusione alla inconsistenza delle sue posizioni teologiche.
Quest'obice esploso con una crapa pelata sopra, questa garitta da troll, questa deformità contrabbandata per arte "moderna e suggestiva" (sono le parole del sindaco Alemanno), è stata appena inaugurata con la benedizione del cardinal vicario (e la gioia beota d'ordinanza del solito parroco che ha perso il senso del ridicolo, per il quale il colosso rappresenterebbe di Giovanni Paolo "soprattutto il suo essersi aperto al mondo, il suo essere il papa dei viaggi che ha voluto abbracciare l'umanita' nel suo vissuto" e soprattutto "sta a raffigurare anche la bellezza, con quel suo mantello lungo, che riprende la famosa immagine del papa mentre gioca con un bambino, abbracciandolo nel suo mantello rosso").
Leggete sul monumento anche il fantozziano commento di Fides et forma, che sottoscriviamo di tutto cuore.
Enrico
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